Perché l’attentato di Mosca può esser utile per Vladimir Putin – L’analisi di Dario Fabbri

Per il direttore di Domino questo attentato sarà probabilmente utilizzato dal governo russo per seguire tre obiettivi principali: ecco quali

Dario Fabbri, direttore di Domino analizza la strage di Mosca, le cause, ma anche le possibili conseguenze che questo attentato terroristico avrà sulla guerra russa in Ucraina. «Nella serata di venerdì la Russia ha subito il peggior attentato terroristico degli ultimi vent’anni. Oltre cento morti, un numero che potrebbe esser destinato a crescere, e decine e decine di feriti. La rivendicazione ufficiale, formale, è arrivata dallo Stato Islamico del Khorasan, uno spin off, si direbbe, dello Stato Islamico per come lo abbiamo conosciuto, all’inizio degli anni ’10. In questa versione ha più di un motivo per essere in lotta con la Russia. Soltanto qualche giorno fa era stata colpita l’ambasciata russa a Kabul e quell’attentato, anche in quel caso, è stato rivendicato dallo Stato Islamico del Khorasan. Ma più importante in questa fase che stabilire l’artefice è capire quale sarà la reazione della Russia. E per questo è utile ascoltare le parole di Vladimir Putin. Nel suo discorso alla nazione, arrivato 19 ore dopo l’attentato, Putin non ha mai nominato lo Stato Islamico del Khorasan. Ma si è concentrato invece sul tentativo dei quattro terroristi arrestati di fuggire verso l’Ucraina, dicendo che l’Ucraina li avrebbe accolti per metterli al riparo e poi ha raccontato dei loro metodi, come quelli dei nazisti. Questo attentato sarà probabilmente utilizzato dal governo russo per seguire tre obiettivi principali: coagulare attorno a sé la stragrande maggioranza russa, accelerare l’impegno fissato nella guerra in Ucraina, riaccreditarsi con il dramma subito nei confronti dell’Occidente, in vista di un negoziato con gli americani che Washington continua a segnalare come possibile». Utile per Fabbri sarà capire le prossime mosse del Cremlino, che potrebbero concentrarsi sulla guerra in Ucraina, sui suoi negoziati e su una eventuale repressione nel Caucaso. Per questi ed altri approfondimenti vi rimandiamo al numero in edicola di Domino: “La Questione Russa“.


Leggi anche: