Il messaggio di pace di Papa Francesco: «Russia e Ucraina scambino tutti i prigionieri, tregua nella Striscia di Gaza»

L’appello per la fine delle ostilità nel mondo e per il rilascio degli israeliani rapiti il 7 ottobre durante la benedizione pasquale Urbi et orbi davanti a 60mila persone a piazza San Pietro

Papa Francesco, dopo la rinuncia alla via Crucis, ha partecipato ai riti pasquali della tradizione cattolica. E domenica 31 marzo, da piazza San Pietro a Roma, ha rivolto un appello di pace davanti ai 60mila fedeli. «Mentre invito al rispetto dei principi del diritto internazionale», ha detto durante la benedizione Urbi et Orbi della messa di Pasqua, «auspico uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!». Il Pontefice ha poi rivolto lo sguardo al Medio Oriente: «Faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia». La pace è al centro del suo messaggio pasquale: «Il mio pensiero va soprattutto alle vittime dei tanti conflitti che sono in corso nel mondo, a cominciare da quelli in Israele e Palestina, e in Ucraina. Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni». Un appello anche per quei conflitti che ora hanno meno spazio sui media, ma continuano a mietere vittime: in Siria, Libano, nel Caucaso, ad Haiti, in Myanmar e in diverse regioni del continente africano, come Sudan e Sahel, Corno d’Africa, Mozambico e Repubblica democratica del Congo.


La metafora del masso

Il Santo Padre ha paragonato il masso davanti al sepolcro di Gesù alle grosse pietre che chiudono «le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora». L’appello del Papa è stato accolto da un lungo applauso dei fedeli. Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini, ha proseguito il Pontefice, «quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini. Hanno dimenticato di sorridere i bambini in quelle terre di guerra. La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta. Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori». Durante la celebrazione c’è stato anche un piccolo contrattempo, a causa del forte vento. Le raffiche hanno fatto cadere pesantemente a terra l’icona del Resurrexit, posizionata proprio vicino alla postazione del Pontefice. Gli inservienti vaticani sono immediatamente accorsi per rialzare l’immagine sacra e rimetterla in sicurezza.


Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI | Il personale del Vaticano mette in sicurezza l’icona del Resurrexit, caduta a terra a causa del forte vento

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