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Cardinali come attori e vip richiestissimi per i selfie con i fedeli. Goh (Singapore) si concede a tutti e insegna loro come scattare – Il video

06 Maggio 2025 - 19:57 Fosca Bincher
Invece di evitare stampa e tv questa volta i porporati cercano le telecamere e i flash dei fotografi. Al veronese Gugerotti però va male, e si prende una telecamera sulla nuca. Ma non impreca, nonostante la smorfia di dolore

L’assedio è tipico delle grandi kermesse politiche, con telecamere, microfoni e telefonini che circondano i protagonisti per strappare una dichiarazione assai improbabile però se attesa da un cardinale che deve scegliere il papa successore di Francesco nel conclave che sta per aprirsi. A un’ora circa dall’inizio delle congregazioni dei porporati ogni giorno centinaia di operatori tv e giornalisti provenienti da tutto il mondo si piazzano in agguato nei pressi della cancellata del Sant’Uffizio, a sinistra della Basilica di San Pietro se si arriva da via della Conciliazione. E un altrettanto folto cordone di poliziotti, e finanzieri anche in borghese cerca di proteggere i cardinali dall’assalto mediatico, deviandoli sotto il colonnato in un percorso solo a loro riservato.

In posa il viennese Schonborn, telecamera in testa al povero Gugerotti

La novità del conclave 2025 è soprattutto una: i 133 cardinali elettori non si sottraggono affatto all’assedio mediatico, anzi. Pur avendo percorsi a loro riservati, arrivano proprio cercando le tv e la stampa. Per non dire assolutamente nulla (al massimo un saluto), ma per sorridere fissando da attori consumati la telecamera, come fanno di solito nelle passerelle le star ai festival cinematografici. C’è anche si mette in posa per il fotografo, e colpisce che fra i tanti lo abbia fatto con gesti iconici perfino un porporato vecchio stampo come il cardinale austriaco Christoph Schonborn, arcivescovo emerito di Vienna. Poi su set così improvvisati e frenetici a qualcuno non è andata benissimo. Lo sa bene il cardinale veronese Claudio Gugerotti, prefetto uscente del dicastero delle Chiese orientali. Assediato dalle telecamere, se ne è presa una in testa con un certo dolore e una evidente stizza. Un comune laico avrebbe lanciato un improperio, un elettore del prossimo Papa ha rimproveri paterni: «Fate un po’ di attenzione!”, ha detto agli operatori con tono di voce appena alterato senza nascondere una smorfia di dolore.

La corsa a farsi ritrarre con un porporato da collezione: «Chissà, forse è lui il Papa»

C’è però fra i porporati chi preferisce (o unisce) alla notorietà mediatica, la popolarità immediata. Bastava spostarsi in piazza San Pietro per vedere un buon numero di cardinali spesso alla loro prima vera esperienza, cercare la curiosità dei fedeli e prestarsi sorridenti a selfie, felici per l’improvvisa popolarità. I fedeli vedevano il vestito e lo zucchetto, ma quasi mai conoscevano nome e paese di provenienza del cardinale avvicinato con i telefonini. «Lei è giornalista? Sa chi era quel cardinale?», indagavano dopo avere supplicato il selfie, spiegando comunque: «chiedo a tutti, perché uno diventa Papa e io ho già la foto con lui». Anche qui le sorprese non sono state poche. Perché a prestarsi ai selfie ancora una volta si è visto Schonborn e praticamente ogni cardinale africano e asiatico.

Il cardinale di Singapore batte tutti ai selfie, dopo di lui l’algerino Vesco

La palma del selfie-man è assegnata comunque al cardinale William Goh Seng Chye, arcivescovo di Singapore. Un professionista dello scatto, che attraversando piazza San Pietro a dieci minuti dall’inizio della congregazione, ha preferito arrivare in ritardo piuttosto che dire no ai tanti fan che lo hanno fermato sul cammino. A un fedele americano di mezza età ha perfino insegnato come tenere in mano il telefonino per quella agognata foto che non riusciva a scattare: Goh ha preso in mano il cellulare e scattato lui, riconsegnandolo poi al legittimo proprietario. Secondo posto fra i più gettonati nella foto ricordo per il cardinale di Algeri, Jean Paul Vesco, tipo assai cortese e amichevole con tutti. Dopo avere fatto i selfie, passava dal corridoio della stampa per offrirsi alle telecamere. E finito tutto, procedeva comunque verso il cordone dei poliziotti per stringere la mano a ognuno di loro con un ringraziamento e un sorriso.

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