Amplificatore gigante, armonica e sottotitoli: come sarà l’esibizione di Lucio Corsi alla finale di Eurovision 2025


«Dell’Eurovision è interessante questo: su quel palco puoi inventarti quello che ti pare», quando mancano poche ore alla seconda semifinale, Lucio Corsi incontra la stampa italiana per una breve conferenza stampa per raccogliere le emozioni della vigilia. Ma di emozione ce n’è il giusto, ottimo segno, a Lucio Corsi, è evidente, interessa solo suonare, come farebbe in qualsiasi altra occasione, anche meno importante, e far arrivare il messaggio della sua Volevo essere un duro, sempre più apprezzata dopo l’esordio martedì in occasione della prima tranche di semifinali dell’Eurovision Song Contest di Basilea. «Della classifica non mi interessa affatto – dice – perché amo lo sport e la competizione, ma la musica non è competizione, non è una gara, non ha senso, è così varia che può suscitare nelle persone emozioni diverse. Non è un gesto atletico, e io sono fan dei gesti atletici». Meglio concentrarsi sul significato di partecipare ad una manifestazione di questo tipo: «Il bello di questo palco è che c’è libertà, ognuno porta la sua idea di musica e di esibizione, e più sono diverse e meglio è. Bello che stiano tutte insieme sullo stesso palco».
L’esibizione in finale di Lucio Corsi
Come abbiamo visto in semifinale, in un’edizione particolarmente poliglotta (20 le lingue diverse utilizzate per la composizione dei pezzi), Lucio Corsi conferma per la finale di sabato (diretta spostata su RaiUno) l’idea di far scorrere sottopancia il testo del brano. «Sono felice dei sottotitoli, tengo tanto alle parole nella musica, è una parte importante. L’italiano lo vivo e mi ci diverto come se fosse un rebus, era giusto far capire immediatamente il significato delle parole, abbiamo tradotto in maniera molto semplice, per un pubblico internazionale, non solo anglosassone». Confermata anche la messa in scena, un gigantesco amplificatore, lo stesso portato in tour in queste settimane, e un elegantissimo pianoforte con una lunghissima coda. Confermato anche l’utilizzo dell’armonica, che oscilla sul filo del regolamento della competizione che, voce a parte, vieta l’utilizzo di strumenti musicali amplificati. L’armonica, che non è passata inosservata al pubblico e nemmeno agli altri concorrenti in gara, non ha amplificazione elettrica e il suono passa dal microfono per la voce, quindi è tecnicamente in regola. Confermate anche le inquadrature della semifinale, perché, è bene ribadirlo: niente all’Eurovision è lasciato al caso. «Per fortuna ho Tommaso Ottomano con me – spiega Corsi – che è un grande regista, ha un occhio che ammiro, è stato lui a fare questo lavoro di inquadrature secondo i vari momenti della canzone». In generale l’atteggiamento del cantautore toscano in occasione dell’ESC 2025 è assai simile a quello in occasione di Sanremo: «Ciò che mi interessa è portare qualcosa che non inganni me stesso, non voglio far finta di essere qualcosa che non riesco a rifare sul palco. Non ho portato una canzone rispetto al contenitore, perché poi le canzoni si ribellano e in quel contenitore non ci stanno, sono fatte così le canzoni».