Inter-Psg, chi parte favorito e chi rischia di più ai rigori: cosa dicono i bookmakers


La finale di Champions League è alle porte, Inter e Paris Saint Germain sono pronte ad affrontarsi per aggiudicarsi lo scettro di regina d’Europa. In una finale del genere tutto può succedere, ma i bookmakers hanno le idee piuttosto chiare su quale sia la favorita. Facendo una media delle quote offerte dai principali siti di scommesse il Psg è favorito di più di un punto: 2,20 per i francesi e 3,30 per i nerazzurri. Il pareggio nei tempi regolamentari, secondo i bookmakers, è tanto probabile quanto una vittoria dell’Inter, 3,30. Se la finale di Champions dovesse concludersi ai rigori, prevedono i bookmakers, i favori sarebbero ancor meno dalla parte dell’Inter, visto che da quando c’è Gigio Donnarumma in porta, il Paris ha perso solo una volta su sette dagli undici metri. Il marcatore più probabile è Ousmane Dembelè che ha già messo a segno otto gol nella competizione, seguito da Lautaro Martinez che di gol ne ha fatti nove. Curiosamente, quello di domani 31 maggio sarà il primo incontro tra le due compagini a livello europeo, gli unici precedenti sono in amichevoli estive.
Il percorso dell’Inter
L’ultima apparizione dell’Inter in una finale di Champions risale al 10 giugno 2023, contro il Manchester City. In quella occasione furono gli inglesi a uscire dallo Stadio olimpico Atatürk con la coppa dalle grandi orecchie in mano, la squadra di Simone Inzaghi si dovette accontentare del riconoscimento di tutto il mondo del calcio per aver compiuto un cammino ben al di sopra delle aspettative e per aver messo alle strette la corazzata di Pep Guardiola. L’Inter in due anni ha cambiato alcuni interpreti importanti, come il compagno di Lautaro Martinez, all’epoca Edin Dzeko oggi Marcus Thuram, o il portiere, oggi Yann Sommer, che è stato decisivo sia ai quarti che in semifinale. Ma l’ossatura della squadra è rimasta intatta e i principi di Simone Inzaghi si sono solamente rinsaldati. Il percorso dell’Inter nella Champions di quest’anno è stato tanto ostico quanto quello del 2023. Dopo aver regolato il Feyenoord agli ottavi, l’Inter ha prima eliminato prima il Bayern Monaco e poi, con uno scoppiettante 7-6 totale, il Barcellona.
Il percorso del Paris Saint-Germain
Il Paris Saint-Germain manca dal più grande palcoscenico europeo dal 23 agosto 2020, da quella spettrale finale disputata nel silenzio dello stadio Da Luz di Lisbona. Cinque anni in cui nel mondo, non solo calcistico, è cambiato tutto: in primis perché con il termine della fase acuta di Covid-19 gli spalti di Monaco domani saranno pieni; e poi perché di quella squadra che si arrese al Bayern Monaco per 1 a 0 è rimasto ben poco. Della probabile formazione di domani, solo il capitano Marquinhos era in campo a Lisbona. I vari Neymar, Mbappé e Thiago Silva, che rappresentavano la spina dorsale del Paris, sono tutti partiti per altri lidi. Una rivoluzione non solo tecnico-tattica messa in campo da Luis Enrique, me un radicale cambio di filosofia. All’inizio di questa stagione si credeva che quello del nuovo allenatore sarebbe stato un progetto a lungo termine, vista la rosa notevolmente ringiovanita, e invece i risultati sono arrivati subito. Dopo le difficoltà nella nuova fase a gironi, i parigini hanno eliminato i connazionali del Brest, il Liverpool ai calci di rigore, l’Aston Villa ai quarti e l’Arsenal in semifinale. La prima e anche ultima volta che una squadra francese ha vinto una Champions League è stato nel 1993, quando il Marsiglia battè una milanese, il Milan, anche in quel caso a Monaco di Baviera.
Il sogno triplete del Paris Saint-Germain
Alla finale di domani Inter e Paris Saint-Germain arrivano con due trascorsi diametralmente opposti: da un lato i milanesi che si giocano il tutto per tutto nell’ultimo trofeo stagionale, il più importante, dopo le delusioni in campionato e Coppa Italia. Il Paris invece arriva forte di un campionato vinto in scioltezza già ad aprile e di una coppa di Francia vinta per 3 a 0 sabato 24 maggio contro il Reims. La squadra parigina non punta solamente alla prima Champions League della sua storia, ma anche al triplete, quello che per molto tempo sembrava essere alla porta della squadra di Inzaghi.