Roberto Baggio e la rabbia per la rapina in casa: «Ora capisco chi si fa giustizia da solo». La violenza sul figlio con la pistola – Il video


La rapina in casa subita da Roberto Baggio è stato un evento che ha inevitabilmente segnato la sua vita. L’ex calciatore ne ha parlato con Gianluca Gazzoli nel podcast Passa dal Basement, dove ha ripercorso i momenti cruciali della sua carriera e come ha gestito l’addio al calcio. Fino alla rapina che ha coinvolto la famiglia del Divin Codino, rimasto particolarmente scosso dopo quella terribile esperienza a distanza di un anno.
La rapina violenta in casa di Baggio
Quella rapina era stata mirata proprio a lui. Baggio è consapevole del fatto che i banditi hanno scelto la sua casa perché «sapevano chi fossi». E ricorda le minacce e la violenza usata anche contro la sua famiglia da parte dei criminali armati. «È un episodio che segna la vita – dice Baggio – perché è una violenza che fanno a te, a tua moglie e ai tuoi figli con una cattiveria che non riesci a spiegarti».
«Capisco chi si fa giustizia da sola»
Fino all’episodio probabilmente più forte dell’intera rapina. Baggio lo ricorda come l’attimo in cui ha avuto la forte tentazione di riprendere alla violenza con la violenza: «Hanno messo la pistola in bocca a mio figlio e l’hanno puntata alla testa per farsi dire dove si trovasse la cassaforte (che non abbiamo). Ci hanno minacciato dicendo che se l’avessero trovata, ci avrebbero ammazzati. Sono stati in casa nostra per tre quarti d’ora, ci hanno sequestrato da tutto, eravamo per terra e non era così facile. Il problema è il dopo, la rabbia che rimane dentro. Capisco la gente che vuole farsi giustizia da sola».
La tentazione di tirare un pugno in faccia ai rapinatori
«Non ho avuto paura perché non li ho sentiti arrivare – ricorda Baggio – sono andato faccia a faccia con uno di loro, il mio istinto è stato tirare un pugno in faccia e un calcio ma erano in sei. Lascio immaginare come sia andata… Non so se i ladri siano stati beccati perché non le autorità ci raccontano niente come è giusto che sia».