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Anche J.D. Vance finisce nel mirino della teoria del complotto sull’Adrenocromo

30 Luglio 2025 - 18:30 Juanne Pili
Il vicepresidente americano viene accusato di possedere un'azienda che produrrebbe la fantomatica droga dei potenti

Diverse condivisioni Facebook sensazionalistiche riportano il caso del complotto delle élite volto a torturare i bambini per estrarre dal loro cervello l’Adrenocromo. Si tratterebbe, secondo le credenze della setta QAnon, di una droga molto richiesta dai potenti di tutto il mondo (ne parliamo qui). Assistiamo però a un particolare inedito rispetto all’originaria narrazione, dove l’accusa infondata viene fatta contro un potente di turno molto particolare: il vicepresidente americano J. D. Vance. Potrebbe trattarsi di possibile conseguenza delle forti contestazioni contro Donald Trump sul caso Epstein.

Per chi ha fretta:

  • Tornano le condivisioni di teorie complottiste sull’Adrenocromo, considerato uno stupefacente delle élite.
  • Però nessuno è mai riuscito a dimostrare alcuna funzione della sostanza, in quanto si degrada con rapidità.
  • Non ha senso dunque considerare un presunto mercato clandestino dell’Adrenocromo inteso come sostanza stupefacente.

Analisi

Le condivisioni sulla presunta assunzione di Adrenocromo da parte di J. D. Vance riportano la seguente didascalia:

Chi è DAVVERO JD Vance?

Chi è DAVVERO la moglie di JD Vance?

Chi è DAVVERO la moglie di Bill Clinton?

Chi è DAVVERO la moglie di Barrack Obama?

SEGUITE LE MOGLI

L’azienda di JD Vance AMBROSIA

AMBROSIA è il nome in codice per l’adrenocromo

AMBROSIA è un’azienda che usa sangue giovane per l’anti-invecchiamento

Perché l’Adrenocromo non può essere usato come stupefacente

Dal momento che i ragionamenti sulle presunte associazioni tra Adrenocromo e politici dipendono dall’esistenza di un reale mercato di tale sostanza vediamo cosa sappiamo davvero in merito.

l nostro Sistema nervoso produce davvero naturalmente delle sostanze simili alle droghe, infatti queste funzionano proprio perché riescono a ingannare il nostro cervello, confondendosi con le sostanze psicoattive endogene, che produciamo naturalmente. Pensiamo per esempio agli endo-cannabinoidi, che il nostro cervello non sa distinguere dal THC della cannabis. Per sostanze come l’Adrenocromo il discorso è diverso. Si tratta di un composto che origina dall’ossidazione dell’adrenalina. Può prodursi anche nelle soluzioni in vitro con appositi agenti ossidanti, ma i suoi usi non riguardano direttamente gli effetti psichedelici. 

Noto con la formula «C9H9NO3», si produce naturalmente nel nostro corpo quando ci troviamo in situazioni di particolare stress, a seguito del rilascio di Adrenalina, che poi degrada in Adrenocromo, dopo aver svolto la sua funzione. Visto che i pazienti schizofrenici – secondo alcune narrazioni – sembravano non presentare tracce di adrenocromo, si è pensato di usare tale sostanza nel loro trattamento, ma con scarsi risultati. Il problema infatti è che questa sostanza degrada presto. Per questo tutt’oggi non sarebbe possibile usarlo nemmeno per scopi clinici.

Chi sosteneva questa Adrenochrome Hypothesis suggeriva anche l’uso di megadosi di vitamina C. Tra questi troviamo soprattutto lo psichiatra Abram Hoffer, noto per aver sostenuto anche l’uso di LSD per il trattamento dell’alcolismo. Hoffer fu sostenitore della «psichiatria ortomolecolare», grosso modo una branca della «terapia ortomolecolare». In sostanza una Medicina alternativa priva di concreto fondamento scientifico. Anche le ipotesi di una sua produzione industriale per farne una droga psichedelica non trovano riscontro, se non nei romanzi e nel cinema. Piccole dosi vengono studiate per scopi di ricerca, ed è difficile pensare che se ne possa tirare fuori un business della droga.

Ma cosa dicono gli studi più recenti? Nel 2002 John Smythies firma una review apparsa su Neurotoxicity Research di una quindicina di studi (ne esistono ancora pochissimi), dove l’Adrenocromo viene considerato per gli studi sulla schizofrenia. L’autore suggerisce l’importanza di effettuare ulteriori studi in merito, ma non ha trovato niente che possa accertare le tesi di Hoffer, tanto meno emerge un possibile uso psichedelico. L’osservazione dell’adrenocromo in alcuni contesti sperimentali si sarebbe nel frattempo rivelato fallace, come per esempio nella misurazione delle «specie reattive dell’ossigeno», nello studio dello stress ossidativo e dei radicali liberi.

In un articolo del 2014 di Christine L. Miller, apparso nella rubrica Short Communication della rivista European Neuropsychopharmacology, si suggerisce una funzione di appoggio dell’Adrenocromo, assieme ad altre sostanze, nell’utilizzo di farmaci antipsicotici. Nelle conclusioni non troviamo considerazioni rilevanti, che possano farci pensare a un uso di tale sostanza come descritta dai complottisti. 

Nella letteratura scientifica troviamo anche qualche riferimento all’Adrenocromo nell’ambito degli studi sulla DMT (dimetiltriptamina), un alcaloide dagli effetti simili all’acido lisergico, meglio noto come LSD. Anche in questo caso non viene dimostrato alcun effetto stupefacente diretto dell’adrenocromo, o la possibilità di produrlo in larga scala per «scopi dilettevoli».

Conclusioni

Abbiamo visto che non ha senso attribuire a chiunque un uso dell’Adrenocromo, per qualsiasi scopo, in quanto si degrada con rapidità. Ancor meno è plausibile considerarlo una droga.

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