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Salt Bae, le accuse di assumere solo uomini e i ristoranti in perdita. Parla il macellaio turco che apre a Milano: «Cosa fa Bocelli quando mi tocca la mano»

11 Agosto 2025 - 08:41 Giulia Norvegno
Salt Bae
Salt Bae
L'imprenditore turco si scusa ancora per aver toccato la Coppa del Mondo in Qatar dopo la finale vinta dall'Argentina. Racconta i suoi inizi e l'infanzia povera. Nega a spada tratta gli affari in calo e le accuse di non volere donne soprattutto in cucina

Dopo anni di rumors e annunci, Nusret Gökçe, meglio noto come Salt Bae, aprirà il suo ristorante Nusr-Et a Milano a settembre. Il 41enne turco, diventato un meme vivente per la celebre mossa dello «sprinkle», il gesto tanto inutile quanto strapagato dai clienti per spargere il sale sulla carne col braccio piegato, ha spiegato al Corriere della Sera perché ha scelto Milano per il suo primo locale italiano. Con l’idea di aprire anche a Roma. E ha provato un po’ a difendersi dalle accuse sui presunti maltrattamenti dei dipendenti e dai prezzi considerati esorbitanti. Non manca un riferimento al momento imbarazzante della finale dei Mondiali in Qatar, quando comparve in campo toccando la Coppa del Mondo pur essendo vietato. Il turco risponde anche a chi sostiene che gli affari non stiano andando proprio benissimo, a differenza di quanto traspare dai social.

Il sogno milanese e la risposta alle critiche

«Aprire un ristorante a Milano per me è un sogno che si avvera: la città è molto più di moda, design, arte e alta cucina. È un hub globale di creatività, perfetto per l’esperienza Nusr-Et», spiega Gökçe. Alla provocazione che Milano non ama i «fenomeni», risponde: «I milanesi e gli italiani cercano la vera qualità. E sono tra i nostri clienti più assidui nel mondo». A chi sostiene che i suoi ristoranti siano ormai in perdita, il macellaio turco ricorda che il ristorante di Londra ha guadagnato 9,2 milioni di dollari nei primi tre mesi e il fatturato è aumentato del 16% dal 2023 al 2024. Alle critiche sui prezzi eccessivi, replica che servono «anche burger» oltre ai piatti con l’oro.

Le scuse per l’episodio della Coppa del Mondo

Uno dei momenti più controversi della sua carriera è stato quando ha toccato la Coppa del Mondo dopo la vittoria dell’Argentina ai Mondiali in Qatar. Un gesto che aveva scatenato polemiche in tutto il mondo, dato che solo i giocatori vincitori e alcune personalità autorizzate possono toccare il trofeo. «Non sapevo che fosse vietato, altrimenti non l’avrei fatto. Mi scuso ancora», ammette Salt Bae.

Le accuse sul sessismo e i dipendenti maltrattati

Salt Bae respinge l’accusa di sessismo, emersa in più occasioni in passato da ex dipendenti scappati dalle sue attività. Alla domanda se preferisce assumere solo dipendenti uomini, risponde: «No. Assumo in base al talento e alla dedizione: chiunque visiti i nostri ristoranti può vedere donne in cucina. Mi dà orgoglio e gioia».

Il rapporto con l’Italia e gli amici italiani

Lo chef turco dice di avere tanti amici italiani, a poche settimane dall’apertura del suo primo locale in Italia. Tra tutti il cantante Andrea Bocelli e sua moglie Veronica: «Ogni volta che stringo la mano di Andrea lui mi riconosce subito, mi percepisce profondamente, mi conosce meglio di chiunque altro e mi dimostra il suo affetto». Se proprio poi deve fare il nome di uno chef italiano, Salt Bae resta ovviamente nella stretta cerchia dei suoi soci: «Amo il ristorante Cipriani, siamo partner a Istanbul. Giuseppe Cipriani, suo padre Arrigo e suo figlio Maggio da tre generazioni guidano il loro impero culinario».

Dalla povertà al successo: la favola di Nusret

«Non posso dire che fare il macellaio fosse il mio sogno: era una necessità», racconta ripercorrendo la sua storia. Per 14 anni ha lavorato senza prendere un giorno libero, dormendo a volte su una sedia. «Qualsiasi cifra guadagnassi in quei 14 anni, la consegnavo a mia madre». Il successo è arrivato con un video casuale: «Ho voluto girare quel video per i social all’aperto con un mio amico cameriere. Gli ho detto: “Oggi sento che gireremo il miglior video della nostra vita, una sola ripresa”». Da quel momento è diventato Salt Bae, l’uomo del sale.

«Non ho una casa, i miei ristoranti sono casa mia»

Con oltre 30 ristoranti e 4.500 dipendenti in tre continenti, Salt Bae vive costantemente in viaggio. «Viaggiare per lavoro è vacanza: mi serve un anno per completare il giro di tutti i ristoranti», spiega. Quando gli chiedono dove consideri la sua casa, risponde sicuro: «Non ho una casa. I miei ristoranti sono casa mia».

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