Madrid annulla un contratto d’armi da 700 milioni con Tel Aviv. E chiede che Israele sia escluso dalle competizioni sportive (e dall’Eurovision)


Il governo spagnolo ha annullato un contratto del valore di quasi 700 milioni di euro per lanciarazzi di progettazione israeliana. Lo riporta un documento ufficiale visionato oggi dall’Afp. La decisione segue l’annuncio del primo ministro Pedro Sanchez che la scorsa settimana aveva comunicato che il suo governo avrebbe «consolidato per legge» il blocco del transito di armi e stabilito il divieto legale e permanente di comprare e vendere munizioni ed equipaggiamento militare a Israele. Si tratta, aveva spiegato Sanchez, di «azioni volte a fermare l’aggressione a Gaza, perseguire i suoi esecutori e sostenere la popolazione palestinese». Il premier ha oggi rimarcato anche l’impegno nel diritto internazionale: «Abbiamo riconosciuto lo Stato di Palestina, cosa che questo stesso mese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite faranno altri grandi Paesi europei, per cui non è che eravamo soli, è che siamo stati i primi».
La Spagna chiede che Israele sia escluso dalle competizioni sportive e dall’Eurovision
La rottura tra la Spagna e Israele si sta consumando su tutti i fronti che coinvolgano le due nazioni. La denuncia del premier Sanchez si è allargata anche alle competizioni sportive internazionali: «Perché si è espulso la Russia e non si espelle Israele?», ha attaccato. «Fino a che non avrà fine la barbarie, né Russia né Israele devono essere presenti a nessuna competizione internazionale». Una condanna simile, ma in ambito musicale, è arrivata nuovamente dal ministro spagnolo della Cultura, Ernets Urtasun, che in un’intervista alla radio nazionale pubblica Rne ha minacciato: «Se non riusciamo a espellere Israele, la Spagna non deve partecipare» all’Eurovision.
Sanchez: «Immenso rispetto per la società spagnola che si mobilita contro l’ingiustizia»
Il premier spagnolo è tornato anche su quanto accaduto domenica alla Vuelta, il Giro ciclistico spagnolo, quando un gruppo di attivisti pro-Pal – che già si era fatto notare durante le tappe precedenti – provocato l’annullamento dell’ultima tappa. Pur condannando la violenza, Sanchez ha detto di provare «un immenso rispetto e ammirazione per la società spagnola che si mobilita contro l’ingiustizia e difende i diritti umani in maniera pacifica. Il suo esempio dovrebbe arrivare a tutti gli angoli del mondo».
Foto copertina: EPA/DANIEL PEREZ| Il primo ministro spagnolo e leader del Partito Socialista Pedro Sanchez in un evento del partito a Malaga, Spagna, 14 September 2025