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20 Settembre 2025 - 23:28 Giammarco Pio Isoldi

Se la cronaca diventa spettacolo – Con Raffaele Sollecito e Giampiero Lago

Prosegue il filone crime spostando l’attenzione sul tema della spettacolarizzazione della cronaca nera e delle sue conseguenze. Ancora accompagnati da Cecilia Dardana, Giampiero Lago, ex comandante dei Ris di Parma e Raffaele Sollecito hanno raccontato dalle rispettive prospettive, quella dell’investigatore e quella dell’imputato, come la pressione dei media influenzi le indagini e la vita. «I casi mediatici hanno in comune quattro elementi: violenza, intersse comunicativo, capacità di suscitare emozioni e di costruire un racconto. Io aggiungo spesso anche un elemento di inspiegabilità», ha spiegato l’ex comandante dei Ris, ricordando come l’iper-esposizione mediatica possa distorcere la percezione dei reati e condizionare sia in maniera diretta che indiretta il lavoro degli investigatori. Sollecito ha raccontato il peso di quella sovraesposizione sulla propria vita: «Siamo stati arrestati mentre stavamo aiutando gli inquirenti. Dopo quattro anni di carcere e cinque gradi di giudizio ho dovuto ricostruirmi da zero, con contratti di lavoro stralciati per il mio passato». Dal punto di vista di chi è stato in carcere per quattro anni, Sollecito ha ripercorso tutta la fatica che ha fatto per ricostruirsi come persona e scrivere il proprio futuro lontano dalle attenzioni della cronaca: «Trovo incredibile che non ci interroghi sulle discriminazioni che subiscono le persone che sono state in carcere pur non dovendo e anche nei confronti di chi ha pagato il suo debito con la giustizia». In conclusione, Lago, ha lanciato un invito a distinguere sempre fatti e opinioni, per non trasformare i processi in un «Iper-reality show»e ricordare che, dietro le cronache, ci sono vite reali.

 Raffaele Sollecito e Giampiero Lago
Da sinistra: Giampiero Lago, Raffaele Sollecito, Cecilia Dardana (Foto di Andrea Veroni)