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Sinner e le tasse pagate in Italia, «lui tra i maggiori contribuenti italiani»: ecco perché e quanto Sinner ha versato allo Stato

20 Novembre 2025 - 13:13 Ugo Milano
jannik sinner tasse tennis
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A rivelarlo ItaliaOggi, che ha dipinto l’intero quadro della tassazione che il tennista azzurro deve sborsare in giro per il mondo: «Pochissimi Paesi lo risparmiano»

Se anche Jannik Sinner, dopo il tanto criticato no alla Coppa Davis, ora si gode qualche giorno di vacanza in compagnia di Laila Hasanovic, la questione fiscale continua a seguirlo come un codazzo. Per molti, si legga tra gli altri Bruno Vespa, Sinner è l’emblema dello sportivo che scappa dalle tasse rifugiandosi nel paradiso fiscale del Principato di Monaco. Ma la verità è un po’ più complicata di così, perché Sinner nel 2025 compare come uno maggiori contribuenti tra le persone fisiche per le casse dello Stato italiano con una cifra che, come rivela ItaliaOggi, si aggira intorno a 1 milione e mezzo: «È residente monegasco, ma contribuente del mondo».

Quanto ha versato Sinner nelle casse dell’erario

La cifra, il 30% dei circa 5 milioni incassati da Sinner come premio dei tornei disputati sul territorio italiano, tiene conto solo delle tasse sulle vincite. Non tiene invece conto delle imposte sui guadagni dalle sponsorizzazioni e dalle attività commerciali, oltre che alle ospitate. E nemmeno delle tasse sugli investimenti immobiliari a Milano, dove l’altoatesino ha sborsato tra i 6,5 e i 7 milioni di euro per acquistare due appartamenti. «Guadagna tanto, ma le tasse le paga», lo ha difeso Alessandro Belluzzo, avvocato e fondatore di una agenzia di consulenza che tratta proprio i grandi sportivi internazionali. 

Le tasse sui premi vinti nei tornei: «Pochissimi sono risparmiati»

Ma cosa c’entra allora Montecarlo con Sinner? «Lì ha le società che seguono i suoi diritti d’immagine», spiega ancora Belluzzo. «E anche nel Principato le società vengono tassate. Poi, quando risiede a Montecarlo, versa l’Iva nelle tasse del Principato». Anche il girovagare all’inseguimento di tornei in tutto il mondo ha i suoi rezzi: «Quanto ai premi che vince giocando a tennis, lui paga le tasse o alla fonte (come in Italia dove l’aliquota è del 30%, ndr) oppure, come in Inghilterra, deve fare la dichiarazione dei redditi e pagare una aliquota del 45%. Solo in alcuni paesi i premi sono esentasse, tra cui Riyad, in Arabia Saudita». 

Il paradiso sportivo di Monaco: «In Italia non c’è un ambiente dedicato per i tennisti»

La scelta di andare a vivere, o perlomeno avere la residenza a Montecarlo, nasce da un’esigenza personale: «In Italia manca un ambiente dedicato per i tennisti, lo sport, gli sportivi e le loro famiglie», ha spiegato ancora Belluzzo. «Anche in Gran Bretagna esiste un regime fiscale simile, con la possibilità di non pagare le tasse per quattro anni sui redditi prodotti all’estero. Ma nessun tennista viene a risiedere in Inghilterra. Perché? Perché a Monaco ci sono numerose strutture di allenamento nel giro di pochi chilometri, tra Principato, Francia e Italia. C’è una sicurezza assoluta nella vita di tutti i giorni, c’è la tutela della privacy». 

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