Dalla web tax alla norma anti-Xylella, cosa è saltato dal dl Semplificazioni

Sessantadue gli emendamenti tagliati perché ritenuti non coerenti. Tra le altre misure, è stata esclusa la stretta sulle concentrazioni delle farmacie, il taglio dei consiglieri Enac, gli sconti per l’Rc auto e la proroga della sospensione delle tasse per i contribuenti colpiti dal crollo del Morandi

Nel dibattito sul decreto Semplificazioni, la linea da sposare era ormai divenutachiara: il lungo testo andava asciugatocon una bella sforbiciata agli emendamenti per prevenire i dubbi espressi dal Quirinale sulla estrema eterogeneitàdei temi inclusi. Misureche avrebbero di fatto reso il decreto legge un provvedimento omnibus cheavrebbe potuto non guadagnarsila firma del presidente della Repubblica. Sul totale di 85 emendamenti votati dalle commissioni Lavori pubblici e Affari costituzionali di palazzo Madama, solo 23 sono stati giudicati ammissibili. Gli altri 62 sono stati esclusi dal decreto legge perché ritenuti non coerenti con il provvedimento in discussione nell’Aula di Palazzo Madama.


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«In Parlamento c’è stato un assalto alla diligenza.Però il patto è salvo»,ha commentato il ministro per lo Sviluppo economicoLuigi Di Maio.Tra le misure che sono state ritenute inammissibili – e dunque tagliate fuori dal decreto – ci sono le novità sulla web tax che aveva l’obiettivo di tutelare le imprese e le società che operano sul web e la proroga della sospensione delle tasse per i contribuenti colpiti dal crollo del ponte Morandi di Genova. Ma sono state escluse anche la stretta sulle norme anti Xylella e la stretta sulle concentrazioni delle farmacie; così come restano fuori dall’esame del Senato le misure relative al taglio dei consiglieri Enac e quelle sugli sconti dell’Rc auto.

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Le misure che hanno superato l’esame di ammissibilità dell’Aula sono invece la moratoria di 18 mesi per le trivellazioni,la regionalizzazione degli impianti idroelettrici, il taglio dell’Ires sulle associazioni no profit,le misure sull’elezione del Consiglio forense e le norme per regolarizzare gli Ncc. E proprio a proposito degli Ncc, mentre l’Aula era nel vivo del dibattito, fuori, davanti a palazzo Madama, è andata in scena la loro protesta contro le norme contenute nel decreto.Almeno duecento persone hanno occupato corso Rinascimento e sono stati esplosi diversi petardi, mentre gli agenti in assetto antisommossa hanno presidiato l’ingresso principale del Senato e poi allontanato i manifestanti.

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Tra le proposte di modifica che sono state ritenute ammissibili c’è anche l’obbligo di etichettatura dei prodotti alimentari made in Italy, la norma sulle risorse del fondo Imu-Tasi a favore dei Comuni, e i 10 milioni di fondi per le famiglie delle vittime di Rigopiano. Ammissibile anche lo stop all’Iva nelle Zone economiche speciali, con l’istituzione di «aree doganali dove operare, per le merci importate e da esportare, in regime di sospensione dell’imposta Iva». Infine, è stata confermata la norma sul prestito ponte per Alitalia. E a questo punto della discussione, l’Aula del Senato ha fatto sapere che bypasserà l’illustrazione delle proposte di modifica per andare direttamente alle dichiarazioni di voto e al voto finale.

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