Salvini: «Parlerò dei fondi russi», Di Maio lo accusa: «Vertice coi sindacati per sviare dall’inchiesta»

Dopo le parole di Conte, Di Maio e Fico, il vicepremier accetta il confronto: «In Parlamento ci vado ogni settimana, fa parte del mio lavoro. E rispondo a quello che mi chiedono»

«Rispondo a quello che mi chiedono, su ogni scibile umano, sulle questioni più varie e eventuali, partendo dal presupposto che mi sembra siano dieci giorni che qualcuno parla del nulla». Alla fine il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, cede alle pressioni degli alleati di governo e accetta di parlare dell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega.


Sull’occasione in cui lo farà, c’è ancora qualche dubbio. Alla domanda di una giornalista, che gli ha chiesto se avrebbe riferito in Parlamento sulla trattativa del Metropol, Salvini ha risposto: «In Parlamento ci vado due volte a settimana per il question time, fa parte del mio lavoro».


Non è chiaro, quindi, se il ministro affronterà il caso direttamente in aula o al question time, lo spazio – normalmente più breve – in cui i parlamentari possono rivolgere domande agli esponenti di Governo. Ipotesi, quest’ultima, poco gradita all’opposizione, che ha già fatto arrivare la sua voce attraverso Graziano Del Rio: «Salvini non pensi di cavarsela in 2 minuti», ha detto il deputato dem.

Il cambio di strategia

Quel che è certo è che rispetto ai giorni scorsi, Salvini ha cambiato strategia, anche a causa del pressing dell’opposizione, ma soprattutto delle bordate degli alleati. Dopo quelle di Conte, arrivate ieri, a usare le parole più forti è stato Luigi Di Maio che lo ha accusato velatamente di aver usato il vertice con i sindacati come arma di distrazione di massa.

«Salvini veda le parti sociali, ma non svii: vada in Aula», ha detto, ma sono sicuro che ci andrà e così ci darà anche modo come maggioranza di difenderlo». Alle parole del vicepremier grillino avevano fatto eco quelle del presidente della Camera Roberto Fico: «Sulla vicenda del presunto finanziamento, è una cosa giusta e positiva riportare il dibattito all’interno del Parlamento».

«Buona, perché si riporta un dibattito, che interessa al Paese, nella giusta sede. Quella è sempre la strada più giusta e di questo ho già informato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro», ha detto Fico.

Il pressing di M5S e Pd

Luigi Di Maio aveva già preso posizione sulla vicenda via Facebook: «Quando il Parlamento chiama, il politico risponde perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione», aveva detto Di Maio sollecitando però appunto l’apertura di una commissione d’inchiesta sui finanziamenti di tutti i partiti. Commissione, che sin da subito, aveva chiesto anche il Pd.

Pur dichiarandosi sempre «tranquillo», Salvini fino a ieri, 15 luglio, non ha preso posizione sulla commissione d’inchiesta: «Riferire in Aula? Non parlo di soldi che non ho preso», aveva detto nelle ore in cui i pm interrogavano il leghista Savoini.

Le parole d’affetto per Savoini, la “voce” del Metropol

E proprio di Savoini, dopo giorni di silenzio, è tornato a parlare Matteo Salvini. Questa volta, per la prima volta dall’inizio dell’inchiesta, senza prenderne le distanze: «Lo conosco da 25 anni, l’ho sempre ritenuto persona corretta».

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