Pontida, il raduno leghista. Salvini: «Ci riprendiamo il governo con gli interessi»

Quasi 80mila militanti sul prato. Il tradizionale raduno della Lega nel prato della bergamasca. Dalla segreteria del partito parlano della «Pontida dei record»

Un vocalist annuncia dal palco tutti gli ospiti che si alternano dal palco di Pontida. Uno dopo l’altro i colonnelli della Lega salgono, si avvicinano al microfono e fanno il loro intervento. In media poche parole, giusto qualche minuto. A chi ha i gradi più alti, come i governatori delle Regioni, o i capigruppo di Camera e Senato, si lascia un po’ di tempo in più. Una scaletta rigida, che culmina, puntale alle 14, quando sul palco arriva il leader della Lega.


Video:  Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev


Il racconto, minuto per minuto, dell’intervento di Salvini

13:48 – 15 settembre -

Matteo Salvini, con in sottofondo il Nessun dorma di Giacomo Puccini, sale sul palco.

13:52 – 15 settembre -

«Questa è l’Italia che vincerà». Il leader della Lega viene accolto da un boato dal pubblico. «L’odio e la paura non abitano a Pontida».

13:55 – 15 settembre -

Come da tradizione, prima dell’intervento viene celebrato il rito dell’Albero della Vita, in cui si rende omaggio ai militanti della Lega scomparsi.

13:57 – 15 settembre -

Il discorso di Salvini comincia con il riferimento a Giuseppe Conte, e alle sue alleanze in Europa. «Il popolo italiano non è schiavo di nessuno». Un annuncio ripetuto in inglese, tedesco e francese. «I sussurri con la Merkel e Macron li lasciamo ai traditori del popolo italiano».

14:04 – 15 settembre -

«Posso scappare dal voto per qualche tempo, ma 30 milioni di italiani voteranno nei prossimi mesi e noi abbiamo il dovere di essere loro vicini». Oltre alle regionali, Salvini parla anche della legge elettorale, una legge che andrebbe cambiata per garantire che «chi vince, governa».

14:06 – 15 settembre -

Un commento anche su Luigi Di Maio, definito ancora come «amico», e la scelta dei Cinque Stelle di inziare a pensare a delle alleanze anche a livello regionale: «Mettetevi pure insieme, tanto la gente non è scema e vi manda a casa».

14:19 – 15 settembre -

Le parole quindi si rivolgono al nuovo bacino elettorale della Lega: «La voglia di autonomia è uscita dai confini della Lombardia e del Veneto, quando vado al Sud mi chiedono solo lavoro, lavoro, lavoro».

14:19 – 15 settembre -

«I ministeri tra qualche mese ce li prendiamo con gli interessi». Salvini parla del futuro e, come ha spesso detto in questi ultimi giorni, dell’obiettivo di tornare al governo solo dopo aver vinto le elezioni politiche.

14:28 – 15 settembre -

«Quando le mie macchine vincono mi assale l’orgoglio di essere italiano». La citazione è di Enzo Ferrari, fondatore dell’omonima casa automobilistica: «Questa è la differenza tra i produttori e i parassiti. Fra gli uomini di concretezza e quelli di chiacchiera».

E nel parlare di lui Salvini ricorda che è stato proposto come senatore a vita, un ruolo per cui, secondo il leader, non è stato ritenuto degno. «Fosse per me i senatori a vita li cancellerei dall’ordinamento italiano. Tre senatori abusivi, non votati dal popolo, hanno votato la fiducia a questo governo».

14:30 – 15 settembre -

«Sarebbe sommamente opportuno che i giudici rinunciassero a partecipare alle elezioni politiche come candidati. E qualora lo facessero sarebbe opportuno che rinunciassero per sempre alla magistratura». Salvini cita anche Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990.

14:36 – 15 settembre -

«Viva la Lega, viva Pontida e viva l’Italia». L’intervento di Salvini si chiude così, mentre invita i militanti radunati nel prato a stringersi le mani e alzarle al cielo.

Il video della conferenza di Pontida

Fonte: Youtube | La diretta dal raduno leghista

Borgonzoni: «Vogliamo verità sugli orrori di Bibbiano»

«Bibbiano! Bibbiano!». Fra i cori che si alzano dal prato di Pontida, quello su Bibbiano è uno dei più gettonati. Tanto da essere stato scandito dal palco anche da Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato.

Foto di Fabio Giuffrida

Fra tutti quelli che hanno parlato a Pontida quella che più ha puntato su questo argomento è Lucia Borgonzoni, candidata presidente per l’Emilia Romagna. La stessa che ha esibito in Senato una maglietta con scritto: «Parlateci di Bibbiano». La regione, fortino del centrosinistra, andrà al voto nei prossimi mesi.

Gli insulti a Gad Lerner e i pugni a un giornalista di la Repubblica

Le prime notizie che arrivano da Pontida non riguardano le parole dei colonnelli della Lega dal palco, ma delle voci delle base. Quelli voci che prima hanno insultato il giornalista Gad Lerner, chiamandolo «Ebreo, comunista, straccione, tornatene a casa». Oltre a Lerner, anche un altro giornalista è stato aggredito. Si tratta di Antonio Nasso di la Repubblica che prima è stato insultato e poi si è visto tirare un pugno sulla sua videocamera. Episodi per cui il presidente dell’Ordine dei Giornalisti ha espresso solidarietà e preoccupazione.

Fonte: Twitter | Le parole di Carlo Verna

Il referendum sui decreti sicurezza

Nelle ore prima del suo intervento, il leader della Lega ha lanciato diverse dichiarazioni. Fra queste, quella che potrebbre portare più conseguenze per il futuro è quella sui decreti sicurezza. «Il problema è che l’Italia torna ad essere un campo profughi. Lo vedremo nelle prossime settimane. Le ong hanno festeggiato. Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un’altra occasione di referendum, perché sia il popolo ad opporsi alle scelte del palazzo. Sull’immigrazione la vedo grigia nei prossimi mesi, la vedo male».

Il passaggio di testimone alla guida della Lega Giovani

Come da tradizione, la Pontida ufficiale è anticipata da un momento dedicato ai Giovani Padani, ora Lega Giovani. Il 14 settembre c’è il passaggio di consegne tra il vecchio segretario della sezione giovanile, Andrea Crippa, e il nuovo, Luca Toccalini, ex coordinatore del Movimento Universitario Padano. Oltre al cambio al vertice, il giorno prima di Pontida è stata registrata anche una dichiarazione che ha lasciato molti sbalorditi. È quella di Vito Comencini, deputato veronese che ha dichiarato: «Posso dirlo? Questo Presidente della Repubblica mi fa schifo! Mi fa schifo chi non tiene in conto della 34% dei cittadini».

Pontida, come è cambiato il «sacro suolo» della Lega

Nel gergo fotografico il time-lapse è una sorta di filmato velocizzato in cui vengono montate insieme fotografie dello stesso soggetto scattate a intervalli di tempo regolari. Se qualcuno avesse messo una fotocamera puntata sul prato di Pontida il 25 marzo 1990, e l’avesse lasciata lì negli ultimi 29 anni, ora potremmo percepire ancora meglio come è cambiato questo raduno. È qui, in questo comune della bergamasca, che ogni anno viene convocato il raduno della Lega più importante di tutti. Quello dove viene fatto il punto della situazione, dove si capiscono gli umori della base e quelli della leadership. Ed è qui che si vede quanto sia cambiata la Lega, dai pochi militanti presenti alla prima Pontida convocata da Umberto Bossi alle 80mila persone dell’edizione di oggi, 15 settembre. Con tanto di 200 pullman provenienti da tutta Italia.

Foto di Fabio Giuffrida

All’inizio su quel prato c’erano le bandiere della Lega, lo slogan preferito era «Padania Libera», Roma era ancora «Ladrona» e i meridionali, semplicemente, «teroni». Da quel 1990 la Lega è cresciuta. È stata al governo con il centrodestra, più di una volta, ha conquistato comuni e regioni, è crollata nei voti alla fine dell’era Bossi ed è diventata il primo partito italiano con Matteo Salvini. È cresciuta e si è trasformata. È diventata un partito dalla vocazione sovranista e nazionale e quei «teroni» ora hanno i loro stand in cui vendere soppressata e altri prodotti tipici del Sud. E così nel raduno di oggi le bandiere con il Sole delle Alpi lasciano il posto ai tricolori, il tradizionale verde dei vecchi militanti si mischia con il blu tanto caro a Luca Morisi e «Padania Libera» viene sostituito dallo slogan «La forza di essere liberi!».

Foto di copertina: Vincenzo Monaco

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