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«Non abbiamo più scelto un presidente del Consiglio da una vita»: il lapsus di Giletti e Meloni – Il video

14 Ottobre 2019 - 10:09 Redazione
«Ricordo al pubblico da casa che non abbiamo più scelto un presidente del Consiglio da una vita», ha detto il giornalista e Meloni invece di correggerlo ha rincarato la dose

«Ricordo al pubblico da casa che non abbiamo più scelto un presidente del Consiglio da una vita. Sono anni che non eleggiamo più un presidente del Consiglio, caso unico in questo sistema». A dirlo è Massimo Giletti nel corso di un’intervista con Giorgia Meloni a Non è l’Arena. Meloni, tuttavia, anziché correggere il conduttore gli dà corda e anzi ribadisce: «Adesso non votiamo proprio più», riferendosi alle mancate elezioni dopo la crisi del governo M5s – Lega, auspicate dalla coalizione di centrodestra.

L’errore ricorda quello in cui incappò Lorella Cuccarini alcuni mesi fa, ospite dal Lilli Gruber su La7, quando disse: «L’idea che noi possiamo esercitare la sovranità attraverso un voto popolare è un nostro diritto. Penso sia importante ricordare che non abbiamo votato per le politiche da 10 anni? 9 anni?». In qualsiasi caso è bene ricordare che le ultime elezioni risalgono a un anno e mezzo fa, al 4 marzo 2018. Inoltre, l’articolo 92 della Costituzione italiana prevede esplicitamente che «Il Presidente della Repubblica nomini il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri».

Come funziona la nomina del presidente del Consiglio

Il Presidente della Repubblica non è giuridicamente libero di scegliere il premier, e infatti di norma conferisce l’incarico direttamente alla «personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento». Ciò si traduce nel conferimento di un mandato esplorativo al leader del partito che ha raccolto maggiori preferenze e che ha i numeri per ottenere la fiducia in Parlamento. La legislatura, infine, dura 5 anni, salvo voto anticipato a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere e dell’impossibilità di formare una possibile coalizione di maggioranza, come è invece accaduto nel caso del governo Conte 2 tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

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