Barcellona, guerriglia e incendi nella notte più violenta dall’inizio delle proteste: Barca-Real rimandata

Il numero degli arresti sale a 97, quello dei feriti a 96

Continua la tensione in Spagna. Tra il 17 e il 18 ottobre, centinaia di giovani manifestanti hanno dato fuoco a blocchi stradali improvvisati al grido di «indipendenza». È la quarta notte di proteste a Barcellona, dopo che i leader secessionisti sono stati condannati dalla Corte Suprema a 100 anni complessivi di carcere. La sentenza si riferisce al ruolo giocato durante l’organizzazione del referendum osteggiato da Madrid fino alla dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna che ha seguito.


In quella che è stata la notte più violenta dall’inizio delle proteste, i contestatori hanno lanciato molotov alla polizia, che ha risposto con cariche di schiuma e operazioni anti sommossa. Ci sono stati anche scontri tra gli indipendentisti e alcuni esponenti di estrema destra e alcune strade di Barcellona si sono trasformate nel teatro di una guerriglia urbana, con barricate e falò. Nel capoluogo i manifestanti hanno eretto barricate in strada, dato fuoco a cassonetti e lanciato oggetti contro la polizia, riporta il sito di La Vanguardia. Ferito un ragazzo aggredito da estremisti di destra.


Fino a ora dall’inizio delle manifestazioni sono state arrestate 97 persone. 58 sono state ferite a Barcellona (tra cui un ragazzo di 17 anni, investito da una vettura della polizia) e 38 nelle altre città catalane. Oggi è stato indetto uno sciopero generale, il quarto in meno di due anni collegato al processo indipendentista. Ieri 25mila studenti si sono trovati a manifestare di fronte al municipio. Altre migliaia di persone sarebbero dirette a Barcellona per partecipare alla marcia di oggi, giornata di sciopero generale.

«Le azioni che abbiamo organizzato negli scorsi giorni vogliono testimoniare quanto ci sentiamo disarmati mentre lo stato spagnolo rifiuta l’indipendenza e ci minaccia. E l’Europa resta in silenzio», ha detto un manifestante all’AFP. Un altro ha affermato che stanno prendendo parte alle proteste anche coloro che vogliono che la Catalogna rimanga parte della Spagna, perché «sentono che è completamente ingiusto mandare i nostri politici legittimamente eletti in carcere».

Gli attivisti hanno bloccato varie strade in Catalogna bruciando pneumatici e il trasporto su rotaie a Barcellona è stato bloccato a causa della presenza di manifestanti sui binari. Fuori città, strade e autostrade sono state rese inutilizzabili dalla presenza di marce organizzate da tutta la regione per raggiungere il capoluogo.

La federcalcio spagnola ha anche fatto sapere che Barcellona-Real Madrid non si giocherà il prossimo 26 ottobre. Il «clasico» della Liga è stato rinviato per ragioni di sicurezza alla luce degli scontri e i due club dovranno trovare un accordo per fissare la nuova data entro lunedì prossimo. Altrimenti, sarà la stessa Rfef a determinare il giorno in cui si giocherà la partita.

In copertina Barcelona, Catalonia, Spagna, 17 ottobre 2019. EPA/Quique Garcia

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