Coronavirus, dentro l’unica fabbrica di respiratori per la terapia intensiva: «Pronti a un’impresa titanica» – Il video

La richiesta del governo è quella di quadruplicare la produzione e per farlo arriveranno anche gli uomini dell’esercito

Dei polmoni fatti di plastica, metallo e circuiti. Polmoni che servono a chi non respira più da solo e che sono essenziali per i pazienti più gravi infettati dal Coronavirus. La Siare Engineering è l’unica azienda italiana che produce respiratori per la terapia intensiva. Un macchinario fondamentale per garantire la sopravvivenza del paziente.


E ora che servono nuovi posti letto, servono anche nuovi respiratori. Il Governo ha chiesto alla Siare di aumentare la produzione fino al 30 luglio e arrivare in quattro mesi a 2mila apparecchi. In un ciclo di produzione normale ne vengono prodotti circa 40 alla settimana. Per farlo la Siare verrà aiutata dall’esercito che dalla prossima settimana fornirà i suoi tecnici.


Come abbiamo già approfondito, è proprio la terapia intensiva una delle criticità più grandi di questa epidemia. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Protezione civile, su 8 514 pazienti attualmente positivi al coronavirus, 877 sono ricoverati in terapia intensiva: il 10,3%. Creare nuovi posti in questi reparti è la sfida su cui Governo e ospedali sono al lavoro adesso.

La Siare si trova a Valsamoggia, 40 minuti di treno da Bologna. Noi di Open ci siamo stati, per capire come funziona il ciclo di protezione e cosa comporta una sforzo del genere. L’amministratore delegato Gianluca Preziosa ha spiegato che la richiesta da soddisfare è alta: «Produrre 2mila macchine in quattro mesi corrisponde a far fronte al 10 per cento del fabbisogno mondiale. È un’impresa titanica».

Foto di copertina: Open | Un tecnico della Siare Engineering

Il parere degli esperti:

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