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Coronavirus, la Germania dei miracoli a corto di medici chiede aiuto ai migranti

In Sassonia ci sarebbero circa 14mila medici siriani arrivati nel Paese dal 2015. Molti di loro sono sprovvisti di una licenza, ma sono comunque chiamati a prestare aiuto

La Germania viene spesso citata in contrapposizione all’Italia come esempio di uno governo europeo che è riuscito a mobilitare la risorse sanitarie necessarie per arginare l’avanzata del Coronavirus, rallentando i contagi nel paese. I tedeschi hanno i numeri dalla loro parte: con circa 130 mila casi positivi registrati, circa 30mila in meno dell’Italia, il tasso di mortalità è nettamente più basso: circa 3.200 a fronte degli oltre 20mila casi in Italia (dati John Hopkins). Eppure, con i casi di infezione tra medici e operatori sanitari in aumento, il Paese si trova in difficoltà, tanto che, come scrive il Guardian, alcune associazioni di camici bianchi hanno chiesto di sfruttare una risorsa “invisibile”: i migranti.

La Sassonia apre ai medici siriani

Così è avvenuto in Sassonia dove l’associazione medica statale, che rappresenta circa 25mila camici bianchi, ha rivolto un appello a tutti i medici stranieri residenti nello Stato, anche coloro che attualmente sono sprovvisti di una licenza medica tedesca, per dare una mano per affrontare l’epidemia. Molti di loro – si stima che siano 14mila in tutto – sono di origine siriana, arrivati in Germania nel 2015 quando la Cancelliera tedesca Angela Merkel decise di accogliere 1 milione di profughi. Circa 400 avrebbero già mostrato interesse.

Non si tratta di una decisione o di un appello fatto a cuor leggero, visto che la Sassonia, che conta circa 4 milioni di abitanti, è anche il cuore nero dei movimenti xenofobi di estrema destra, come il partito anti-islam Pegida e Alternative für Deutschland, che hanno fatto della lotta all’immigrazione e all’accoglienza il loro cavallo di battaglia. Ma l’epidemia bussa alla porta e la carenza di medici si fa sentire. Venerdì erano circa 4mila i casi confermati nello Stato e 76 i decessi da Covid.

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L’amministrazione tedesca è stata capace di aumentare velocemente il numero di letti in terapia intensiva, già numerosi rispetto all’Italia: da 24mila disponibili sono passati in poco tempo a 40mila, la maggior parte dotati di ventilatori. Ma, come è successo in Italia, è stato più difficile difendere i medici dal contagio: secondo l’Istituto Robert Koch, sarebbero circa 2.300 i medici in malattia o in quarantena, anche se il numero totale potrebbe essere più alto.

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