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Fase 2, le Regioni vogliono riaprire da sole: ma al Sud si teme la nuova fuga dal Nord. Boccia: «Non minaccio, ma serve responsabilità»

Cresce il caos tra regioni e governo sull'inizio della Fase 2, con i governatori a loro volta divisi tra chi vuole anticipare le riaperture delle attività economiche e chi invece ha paura dei nuovi esodi

La breccia nell’assalto dei governatori del centrodestra all’ultimo dpcm del governo sulla Fase 2 dell’emergenza Coronavirus l’ha aperta la presidente della Calabria, Jole Santelli, che da oggi 30 aprile ha autorizzato l’apertura di bar e ristoranti. Ordinanza che l’esecutivo vuole diffidare, secondo quanto discusso nel Consiglio dei ministri di questa notte, aprendo la strada all’impugnativa. Altre fughe in avanti in Veneto, dove l’ultima ordinanza di Luca Zaia permette di raggiungere le seconde case, mentre in Lombardia riaprono i primi mercati all’aperto, ma solo per chi vende generi alimentari.

A sorpresa ieri i presidenti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto, insieme al presidente della Provincia di Trento, hanno scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al governo per concedere un allentamento delle restrizioni per la Fase 2 a chi è in grado di garantire la riapertura in sicurezza.

Ancora una volta in ordine sparso, le Regioni chiedono più autonomia sulla gestione dell’emergenza, ben prima del 18 maggio quando il governo ha immaginato di proseguire la Fase 2 in base alle condizioni più locali. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha avvertito sul Corriere che le ordinanze devono restare coerenti alle disposizioni del governo.

Il rischio che si vada allo scontro a carte bollate, con inevitabile stallo nel pieno di una battaglia contro un virus tra i più subdoli della storia. Ed è proprio il nodo sicurezza a spaccare a sua volta il fronte dei governatori, visto che la situazione dei contagi, per quanto differente tra le varie regioni, non sembra ancora del tutto sotto controllo.

Contro le riaperture anticipate ci sono Michele Emiliano in Puglia e Vito Bardi in Basilicata in prima linea, che hanno già deciso di mettere in quarantena obbligatoria chi decide di rientrare nella propria regione, temendo una nuova ondata di spostamenti dal Nord a cominciare proprio dal 4 maggio, se non già nel prossimo weekend.

La ministra dei Trasporti Paola De Micheli alla Camera ha stimato in 3 milioni le persone in movimento in tutta Italia, mentre dalla Campania Il Mattino avverte che voli e treni da Milano a Napoli sono quasi tutti sold out, al punto che Trenitalia ha già deciso di aggiungere altre Frecce, con il rischio concreto che si ripeta un’altra fuga come agli inizi di marzo.

Nessun emergenza-posti sui treni

Finora le Frecce in servizio su tutto il territorio nazionale erano otto, da oggi passano a dodici. Di queste, sulla Torino-Milano-Roma-Napoli fino a ieri erano due, da oggi passano a sei. Trenitalia ha deciso di aggiungere quattro corse in previsione della fase 2 dell’epidemia e della riapertura di una parte delle attività produttive e degli uffici. Sulle Frecce e sugli InterCity i posti disponibili sono ridotti del 50%, per il nuovo meccanismo di prenotazione a scacchiera che applica le regole del distanziamento sociale.

Sulle corse da lunedì 4 maggio comunque sono ancora disponibili diversi posti sulla Frecce dirette a Sud anche nelle fasce di prezzo in offerta, sostiene Trenitalia, in particolare nella tratta da Roma a Napoli. Segno che gli spostamenti sono per il momento legati più alle riaperture di uffici e aziende nei grandi centri come Roma e Milano.

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