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Rientro a scuola con metà studenti in aula e metà a casa, il capo della task force: «È solo uno scenario iniziale»

03 Maggio 2020 - 16:03 Maria Pia Mazza
Il professor Patrizio Bianchi, capo della task force del Miur, è intervenuto sul tema delle modalità di ripresa della scuola illustrate dalla ministra Azzolina e sulla proposta della «didattica mista», in parte in aula e in parte da remoto

Dopo il caos innescatosi con le dichiarazioni della ministra della Scuola, Lucia Azzolina, relative alle modalità di ripresa in sicurezza dell’attività didattica a settembre dopo lo stop legato all’emergenza Coronavirus, sono arrivate alcune precisazioni dalla task force del ministero dell’Istruzione, guidata dal professor Patrizio Bianchi. Il piano di rientro illustrato dalla ministra prevederebbe, infatti, lezioni con classi divise a metà, con l’alternanza di studenti in aula per metà settimana e al contempo metà dei loro compagni che dovrebbero seguire le lezioni da remoto da casa, onde evitare il sovraffollamento della aule scolastiche.

«Ma questo scenario – spiega il professor Patrizio Bianchi, professore ordinario di Economia e Politica industriale presso l’Università di Ferrara, (di cui è stato anche Rettore, ndr) e capo della task force che sta consigliando il Miur in questa fase- è solo un punto di partenza, sul quale si sta lavorando e che potrebbe subire variazioni che andranno attentamente soppesate», giacché «riguardano sia bambini di prima elementare sia maturandi». Intervistato dall’Ansa, il professor Bianchi ha ribadito che l’unico obiettivo è quello che «tutti gli studenti possano usufruire al meglio delle condizioni che possono essere offerte».

Prof. Bianchi: «L’emergenza Covid-19 ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c’erano già da anni»

«L’emergenza Covid-19 ha evidenziato tutta una serie di problemi che nella scuola italiana c’erano già da anni», spiega il professor Bianchi. «Sono dieci anni che diciamo che la dimensione ideale di una classe è di 10-12 bambini, per superare quelle che, con un’espressione che io odio, vengono chiamate le “classi pollaio”» – ha sottolineato il capo della task force ministeriale.  «Questa può essere un’occasione, ci sono tante sperimentazioni, anche per provare ad andare oltre le classi», ha ribadito. I problemi infatti non sono pochi, a partire dall’edilizia scolastica, che attualmente ben poco si concilia con le norme di distanziamento sociale da mantenere per evitare il possibile contagio tra gli studenti e gli insegnanti. Questo tema, spiega Bianchi, «andrà affrontato con uno sguardo pluriennale».

La riorganizzazione della scuola per fasce d’età e secondo le disponibilità di spazi pre-esistenti a livello territoriale

Inoltre, come già anticipato nel corso di altre interviste, la task force del Ministero dell’Istruzione, punta a trovare nuovi spazi, al netto del fatto che gli interventi di edilizia scolastica in conformità alle norme anti-Covid-19 sono del tutto irrealizzabili in pochi mesi. La proposta della task force del ministero dell’Istruzione si concentrerebbe su una riorganizzazione che prevederebbe per gli studenti delle medie e delle superiori ancora l’utilizzo della didattica a distanza, stando alle pregresse dichiarazioni del professor Bianchi rilasciate ad Agorà su Rai 3.

Per i più piccoli, o anche per gli studenti più grandi (a seconda della disponibilità territoriale, ndr), l’idea è invece quella di «stipulare accordi con i comuni e con il terzo settore per portare i bambini fuori dalla scuola, per utilizzare spazi pre-esistenti». «Per fare un esempio – ha proseguito il professor Bianchi – c’è un liceo di Palermo, a Ballarò, che ha un corso musicale. Già prima di questa emergenza aveva difficoltà di spazi, stiamo facendo un ragionamento con il Teatro Massimo per provare a ipotizzare delle soluzioni».

Prof. Bianchi: «Nella fase della ripartenza sarà centrale il ruolo dell’autonomia scolastica»

Ma per realizzare tutto ciò sarà fondamentale il ruolo dei dirigenti scolastici, e di conseguenza la task force del ministero dell’Istruzione, «ha chiesto che il ministero metta a disposizione un’unità speciale per aiutare i singoli presidi a organizzarsi al meglio». «Nella fase della ripartenza – ha sottolineato il professor Bianchi – sarà centrale il tema dell’autonomia scolastica. Noi siamo un comitato di esperti che è in scadenza al 31 luglio e vogliamo fornire al ministero, auspicabilmente prima di quella data, una road map per mettere le scuole nelle condizioni di funzionare, garantendo a tutti gli studenti di poter usufruire al meglio delle condizioni che possiamo offrire». Infine, Bianchi ribadisce: «C’è un problema di formazione, per aiutare i nostri studenti a uscire da questo trauma».

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