Calenda: «Aiuti alle imprese esauriti? Il clickday poteva partorirlo soltanto una mente perversa come Arcuri»

Il “click-day” è il sistema per il rimborso delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di dispositivi di protezione personale che premia la velocità nel presentare la domanda

Dopo la polemica sui prezzi delle mascherine, il commissario Domenico Arcuri finisce nella bufera anche per il click-day, il sistema per il rimborso delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di dispositivi di protezione personale che premia la velocità nel presentare la domanda. L’ultimo a criticare questo metodo è il leader di Azione, Carlo Calenda.


«Clickday io li ho aboliti quando ero al ministero dello Sviluppo Economico. poteva pensarlo solo una mente perversa come il commissario Arcuri quando non è diretta e controllata», dice Calenda su Mattino5. E rincara la dose: «È un modo di gestire i rapporti con le imprese di persone che non hanno mai gestito rapporti con le imprese. Non sanno proprio in che modo funziona il mondo reale e costruiscono questi sistemi assurdi e vogliono essere pure ringraziati».


Ma Calenda non è l’unico a criticare il sistema del “click-day”. Per Confesercenti Emilia-Romagna si tratta dell’«ennesima promessa non mantenuta, che ha creato solo false aspettative». L’Unione Artigiani italiani l’ha definito «una beffa». Secondo dati di Invitalia, sono state 3.150 le aziende ammesse, 191.025 quelle escluse. Il budget era 50 milioni, le richieste ammontavano a 1,2 miliardi di euro.

Ma Arcuri ha difeso la scelta: «Non c’è stato alcun intoppo nel lavoro svolto da Invitalia. Il governo ha scelto il click day. Io penso che sia giusto dare alle imprese, nei limiti del possibile, un rimborso per gli oneri sostenuti sui dispositivi per mettere in sicurezza. Credo che ci sia, nelle nostre esperienze e nelle nostre storie, la capacità di comprendere se la rilevanza di questa misura sia tale, per cui va replicata o modificata. Non spetta a Invitalia deciderlo».

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