Italiano malato di Covid costretto a vivere in stazione a Milano Rogoredo? Nessuna prova!

Una foto circolata dal 6 giugno 2020 senza alcuna prova, ma rilanciata da utenti e parlamentari. Dall’autore del post nessuna prova

L’otto giugno 2020 il deputato toscano della Lega Edoardo Ziello pubblicò una serie di scatti di un anziano seduto in una panchina presso la stazione di Milano Rogoredo. Secondo il leghista, l’uomo sarebbe un anziano signore sopravvissuto al Covid-19 che una volta dimesso si è ritrovato a dover vivere in stazione dopo che la sua abitazione era stata occupata da degli abusivi:

Milano Rogoredo, 62 enne Italiano, residente nelle case popolari rimane ricoverato per due mesi col coronavirus ed al suo ritorno trova il suo piccolo monolocale occupato. Adesso vive così. Queste ingiustizie fanno male al cuore!

Screenshot del post di Ziello (attualmente rimosso) pubblicato dall’assessore di Milano Maran.

A diffondere per primo non è stato sicuramente il deputato leghista, come vedremo tra poco, ma a seguito della sua circolazione si sono attivate le autorità competenti, forze dell’Ordine e politici, ma dopo 10 giorni di ricerche un nulla di fatto. Il 18 giugno 2020 l’assessore milanese Pierfrancesco Maran pubblica l’annuncio via Facebook la sospensione delle ricerche ed etichetta la vicenda come una «bufala»:

Quanto è più facile lanciare “notizie” sensazionalistiche rispetto a verificarle

Ne abbiamo parlato molto nei giorni scorsi e grazie al vostro contributo siamo potuti risalire alla persona che per primo ha pubblicato la foto. Questi però non ha saputo dare nessuna notizia utile per confermare il fatto. Peraltro aveva già effettuato diversi post nel corso degli anni lamentando discriminazioni verso cittadini italiani a favore degli stranieri. Inoltre aveva lui stesso cancellato la foto dai social appena ha visto che era cresciuta molto come visibilità.

Va inoltre segnalato che l’On. Ziello della Lega, che con questo post ha raccolto 4mila condivisioni, non ha contribuito in alcun modo a chiarire la situazione non rispondendo nemmeno ai nostri messaggi.

Nei 10 giorni necessari per verificare il suo post, impiegando PolFer, Polizia Locale e altre forze dell’ordine, l’On Ziello ha contemporaneamente realizzato 33 “fotonotizie” certificando la differenza di velocità tra produrre comunicazioni sensazionalistiche e il necessario tempo di verifica.

Ringrazio invece tutte le forze politiche del Municipio 4, destra e sinistra, che si sono attivate per verificare la vicenda.

Salvo novità riteniamo che il fatto non si sia verificato e che comunque di certo la persona della foto non è stabilmente alla stazione di Rogoredo. Il motivo della ricerca è che, se il caso fosse stato vero, era indispensabile garantire l’azione delle istituzioni per risolvere questa ingiustizia.

Ciò che risultava strano, come riportato da Maran in un post del 15 giugno, è che non c’erano riscontri in merito alla storia raccontata da Ziello, nemmeno dai suoi colleghi milanesi della Lega:

Però non risulta a nessuno e di sicuro non vive così alla stazione di Rogoredo. Non ad Aler (l’agenzia regionale che gestisce le case popolari del quartiere), non alla Polizia Ferroviaria che staziona stabilmente a Rogoredo. Non alle altre forze dell’ordine. Nemmeno il Presidente del Municipio 4 della Lega ha trovato riscontri e l’On. Ziello non ha mai risposto alle domande di chiarimenti.

La fonte di Ziello

Come dicevo, e a prova di ciò passerò una rassegna della foto pubblicate online, Ziello non è il cosiddetto «paziente zero» della vicenda. Secondo quanto riportato da Milano Today, Maran dichiara che sia stato rintracciata la fonte:

L’italiano malato di Covid che vive in stazione è una bufala (diffusa dall’onorevole della Lega) „”Ne abbiamo parlato molto nei giorni scorsi e grazie al vostro contributo siamo potuti risalire alla persona che per primo ha pubblicato la foto. Questi però non ha saputo dare nessuna notizia utile per confermare il fatto. Peraltro aveva già effettuato diversi post nel corso degli anni lamentando discriminazioni verso cittadini italiani a favore degli stranieri. Inoltre aveva lui stesso cancellato la foto dai social appena ha visto che era cresciuta molto come visibilità”, ha spiegato Maran.

Ci ritroviamo, dunque, di fronte a un «paziente zero» che una volta vista circolare la foto ha rimosso il post, segno molto eloquente che dimostrerebbe un tentativo di nascondersi al fine di evitare di dover spiegare le proprie dichiarazioni diffuse pubblicamente sui social.

Le tracce online

Le foto vennero pubblicate anche nella pagina Facebook «Il Movimento Mariano in Terra Santa» l’otto giugno 2020 alle ore 13:09, ottenendo anch’esso poco seguito:

La stessa foto con la stessa narrativa la troviamo anche su Twitter, in particolare in un tweet del 7 giugno 2020 alle 21:20 pubblicato dall’account Beatrice Tom (@beatrice_tom):

Milano Rogoredo 62 enne Italiano abitante a Corvetto case popolari e rimasto fuori abitazione dopo 2 mesi di lotta ha sconfitto il covid 19

Durante l’assenza gli hanno portato via il suo piccolo monolocale.

Siamo messi veramente con un comunismo che non rispetta gli anziani

Il 7 giugno 2020 troviamo un post Facebook delle ore 15:45 che però riporta un post del 6 giugno 2020 alle ore 21:47 da un tale Angelo, di Milano, che attualmente risulta rimosso:

Nel post Facebook di Alberto, quello sopra riportato, si legge il commento di Anna (di Milano e che dalle foto collaborerebbe con la Protezione Civile) che sostiene di essere stata il giorno prima proprio in stazione e dichiara di non averlo trovato. Avrebbe però parlato con l’autore del post (a quanto pare si riferirebbe ad Angelo) che avrebbe dichiarato di averlo incontrato:

Sono andata ieri sera in stazione, ma non l ho trovato, il signore che messo il post è stato contattai da me, gli ha dato da mangiare e mi pare di aver capito, che stava aspettando il treno per lodi, riproverò più tardi

A seguito di ulteriori riscontri, contattando l’ufficio stampa dell’assessore Milanese, è risultato che il «paziente zero» non citato da Milano Today sarebbe proprio l’autore del post del 6 giugno 2020.

Non possiamo parlare di «bufala» ma di «disinformazione». Infatti, stiamo parlando di una foto utilizzata per diffondere un racconto senza alcuna prova, un’attività che si dovrebbe evitare di fare sui social per diversi motivi (a partire dal fatto che potrebbe rovinare la vostra reputazione).

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