Stato di emergenza fino a dicembre? Ricciardi non ha dubbi: «Vedo sbracamento, nessuno può dirsi al sicuro»

Il consigliere del governo non ha dubbi: gli italiani non stanno rispettando più le regole come prima e anche per questo delle regioni che sarebbero potute “uscire” dall’epidemia durante l’estate non lo faranno prima di autunno

Walter Ricciardi non ha dubbi sull’utilità di prolungare lo stato di emergenza sanitaria fino alla fine del 2020. In un’intervista a La Stampa il docente della Cattolica nonché consigliere del governo per l’epidemia di Coronavirus, si dice preoccupato per quello che lui definisce uno «sbracamento generale» nell’osservanza delle norme di igiene e di buonsenso anti-Covid (distanziamento fisico, utilizzo di mascherine e guanti ecc. ecc.). Con la curva dei contagi che torna a salire – con 276 nuovi casi registrati ieri – anche se i picchi della Fase 1 sono lontani, e con l’indice di trasmissione del virus (Rt) che supera quota 1 in 5 regioni, aumenta anche la preoccupazione rispetto a una potenziale ripresa dell’epidemia.


«Proroga indispensabile»

Giusto quindi, sostiene Ricciardi, prorogare lo stato di emergenza fino a fine estate come ha annunciato ieri il premier Conte. «La proroga è assolutamente indispensabile perché siamo ancora in una fase di crescita mondiale della pandemia e in questa situazione nessuno può dirsi al sicuro – continua Ricciardi -. Nemmeno chi come noi ha parzialmente risolto i suoi problemi». Nessun allarmismo per quanto riguarda i focolai esplosi negli ultimi giorni, che si celano dietro all’alto tasso di trasmissibilità. Per il momento sono troppo pochi per rappresentare una minaccia, ma «se i focolai veri e propri da 10 diventano 100 la situazione rischia di sfuggire al controllo».


Viaggiare in treno anziché in aereo

Per evitare che accada, non basta affidarsi all’estate. «Caldo e alto tasso di umidità ne ostacolano la diffusione, ma da soli non bastano a contrastarlo, come dimostra l’esplosione di contagi in Paesi caldi», continua Ricciardi. Essenziale dunque continuare a osservare le regole igieniche, con qualche accorgimento in più, come quello di scegliere il treno al posto dell’aereo. «In volo c’è troppa promiscuità», sentenzia Ricciardi.

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