Caso Suarez, gli studenti si dimettono per protesta. E l’università va avanti come se niente fosse: banditi martedì altri tre concorsi per ordinario

di Giulia Marchina

Un consiglio di natura “ristretta” in cui sono state messe in palio cattedre anche per ingegneria idraulica

«La verità è che qui c’è un gruppo di persone che gestisce gli ambienti dell’università come fossero il tinello di casa loro». A parlare è una fonte istituzionale perugina molto vicina agli ambienti dell’Università per Stranieri di Perugia. Che le cose avessero preso una piega non proprio ortodossa lo sapevano anche gli studenti che hanno definito il caso di Luis Suarez solo «la punta dell’iceberg». Ma ora a parlare sono persone “che contano”, e fanno notare che questo è un vaso di Pandora che ha anche a che fare con presunti esami truccati, ma che questi non sono il solo nodo dell’ateneo.


L’ultima novità riguarda le dimissioni dei rappresentanti degli studenti dai consigli di amministrazione e dal Senato accademico. Lo conferma Luca Merico, a capo degli studenti a Unistra Perugia. «Vogliamo risposte, quindi ora non intendiamo muovere un muscolo per quanto riguarda attivismo e buon nome dell’università. Mentre tutta Italia ci guarda, noi siamo qui, dimenticati. Quindi ci dimettiamo, per protesta nei confronti di una situazione di totale abbandono».


E se lo studentato rimane l’ultimo anello della catena, ai piani alti della scala gerarchica si va avanti coi lavori, anche nel bel mezzo di una bufera che sta investendo il sistema universitario e tutta la città. Solo l’altro ieri, 22 settembre, sono stati banditi altri tre concorsi per l’assunzione di professori ordinari. 

Nella giornata di martedì, infatti, il consiglio del dipartimento di Scienze umane e sociali (unico dipartimento dell’università) come se niente fosse ha indetto un consiglio di dipartimento ordinario, detto anche “allargato”: all’ordine del giorno una discussione sull’ordinaria amministrazione. Poco dopo, però, una stretta cerchia di professori ordinari è stata convocata per un secondo consiglio – “ristretto” -, questa volta di natura “straordinaria”. Insomma, un fuori programma.

Il verbale della riunione del 22 settembre.

La riunione era diretta dal professore Daniele Piccini – che insegna filologia e ha coordinato l’indirizzo di Dottorato in Scienze linguistiche e filologiche. Nel corso dell’assemblea hanno bandito 3 posti da professore ordinario: uno per un professore esterno – imposto dalla legge – mentre gli altri due riservati agli interni: uno per una cattedra in sociologia dei mass media e un altro per ingegneria idraulica. Particolare bizzarro per un dipartimento umanistico.

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