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Il curioso caso del giornale satirico (di destra) “The Babylon Bee’s” che è riuscito a fregare Trump

17 Ottobre 2020 - 16:22 Riccardo Liberatore
Il presidente americano ha condiviso un articolo che accusava Twitter di aver censurato un account anti-Biden, commentando, in modo apparentemente serio, «Wow, questo non è mai stato fatto nella storia»

Uno dei momenti più memorabili del dibattitto televisivo tra Donald Trump e una giornalista della Nbc è stato quando Savannah Guthrie ha chiesto al presidente perché avesse condiviso un tweet di un account di QAnon. Il contenuto del testo riportava una teoria complottista in cui si sosteneva che Joe Biden avesse tramato per uccidere una squadra di Navy Seal per coprire la falsa morte di Bin Laden. «Ma lei è il presidente, non è lo zio pazzo di qualcuno che può ritwittare qualsiasi cosa!», ha esclamato Guthrie quando il presidente si è rifiutato di sconfessare i complottisti di QAnon. Qualche ora dopo Trump non si è smentito e ha condiviso con i suoi 87 milioni e passa di followers sul canale social un’altra “notizia” dal titolo accattivante: «Twitter ha disattivato un’intera rete per rallentare la diffusione di notizie negative su Joe Biden».

Peccato che si tratta di un articolo di una testata satirica di destra. Nel pezzo è scritto che il Ceo di Twitter, Jack Dorsey, dopo aver notato un account che twittava storie negative su Biden sarebbe «corso al piano di sotto» dove ha «iniziato a distruggere quanti computer poteva», senza riuscirci però perché né lui, né i programmatori erano abbastanza forti per utilizzare un martello. Così, alla fine, hanno dovuto «programmare un robot per raccogliere la mazza e distruggere i server». A giudicare dal commento a corredo del post, il presidente americano non sembra aver dubitato dell’autenticità della notizia: «Wow, questo non è mai stato fatto nella storia […] – ha scritto Trump – Perché Twitter si comporta così».

Su social network si è scatenata una diatriba tra chi tacciava il presidente di idiozia e chi invece sosteneva che si trattava di una fine strategia politica il cui obiettivo era far parlare bene di sè e male di Twitter. Visto la guerra che va avanti tra il presidente e l’azienda di Jack Dorsey da quando Twitter ha debunkato un post del presidente, non sorprende che lui possa aver colto l’occasione – e non l’ironia – per sferzare un colpo a due suoi avversari (compreso Biden). Soprattutto dopo che mercoledì sia Twitter che Facebook hanno limitato la diffusione di un articolo critico nei confronti dei Biden pubblicato dal New York Post, guadagnandosi nuove accuse di censura (Dorsey è stato costretto a chiedere scusa e a rivedere la policy dell’azienda). Poco dopo infatti anche la sua addetta stampa, Kayleigh McEnany, ha pubblicato un post in cui se la prendeva con Twitter e Facebook: «La censura va denunciata. Non è questa la linea americana».

Ma forse l’aspetto più interessante della vicenda non riguarda tanto Trump – che, come ha stabilito il Washington Post detiene il record di dichiarazioni fuorvianti o false (a luglio erano più di 20 mila) – quanto il fatto che a “fregare” il presidente sia stato un sito satirico di destra, gestito da cattolici conservativi. Come scrive il New York Times, quando era stato fondato quattro anni fa, Babylon Bee’s utilizzava toni ancora più duri nei confronti del presidente, che definiva un «megalomane psicopatico che in qualche modo ottiene il voto evangelico». Da allora si sono un po’ addolciti. Non tanto per simpatia nei confronti del presidente, quanto per il fastidio che provano nei confronti dei liberals (come Dorsey) che odiano il presidente e si definiscono in opposizione a lui. Recita il detto «il nemico del mio nemico è mio amico».

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