A due giorni dalle elezioni, Biden è in vantaggio in diversi stati chiave. Trump fa il pieno di comizi e si affida ai suoi elettori “timidi”

In Florida, però, la sfida elettorale è ancora aperta. E per il presidente si apre una possibile strada per restare alla Casa Bianca

Più si avvicina il 3 novembre, più si moltiplicano i comizi di Donald Trump. Il presidente americano dovrebbe farne dieci in quarantotto ore, passando da uno swing state – gli stati “in bilico” tra i due candidati – all’altro: due in North Carolina, due in Michigan, uno in Wisconsin, poi il Minnesota, la Georgia, la Florida e infine un altro – dopo i quattro di ieri – in Pennsylvania. Lunedì, come ultima provocazione prima dell’election day, Trump sarà anche a Scranton, luogo di nascita di Joe Biden. Anche Biden sarà in Pennsylvania lunedì dove farà diversi comizi, da una parte all’altra dello stato, per proteggere la sua roccaforte e tentare di riportare a casa i voti che Trump era riuscito a strappare ai democratici quattro anni fa. Al momento i sondaggi sembrano dargli ragione, ma i margini tra i due candidati si sono fatti più sottili.


 


I margini di errore

Secondo l’ultimo sondaggio del New York Times (insieme al Siena College) in Pennsylvania il candidato Dem sarebbe avanti di 6 punti, in Arizona di 6, in Florida di 3 e in Wisconsin di 11. Non è poco: anche se le strade per la Casa Bianca sono diverse, si tratta dopotutto di quattro stati chiave. Inoltre, sono tutti vantaggi importanti che vanno oltre ai margini di errore, tranne che in Florida. Se guardiamo gli altri sondaggi – come quelli del Guardian, che sta seguendo da vicino gli swing states, oppure Real Clear Politicssono tutti concordi nel dare Biden avanti con margini importanti in quasi tutti gli stati chiave.

In tutti, tranne che in alcuni stati del rust belt, segnati dal declino industriale, come l’Ohio e l’Iowa (in quest’ultimo stato Trump è dato avanti di ben 7 punti percentuali secondo il New York Times) e la Florida. Infatti, se il New York Times dà Biden avanti di 3 punti in Florida, in un nuovo sondaggio di oggi Washington Post/ Abc ribaltano il vantaggio a favore del presidente: +2%. È stato scritto più volte che senza la Florida Trump non ha speranze di farcela, mentre Biden potrebbe ancora vincere. Evidentemente, visto il margine di errore di circa 3 punti nello stato (calcolato sulla base dei risultati del 2016), in Florida la partita è davvero ancora tutta da giocare.

Su Bloomberg, lo storico britannico più famoso degli Stati Uniti, nonché biografo di Henry Kissinger, Niall Ferguson, ha ricordato quando nel 1948 il presidente Harry Truman, fresco di rielezione, si fece fotografare con la prima pagina del Chicago Daily Tribune che riportava erroneamente in prima pagina la sua sconfitta per mano del suo sfidante repubblicano – e candidato dell’establishement – il governatore Thomas Dewey. «Truman non vinse solo a causa degli errori nei sondaggi – scrive Ferguson -, ma anche perché riuscì a creare la giusta spinta negli ultimi giorni della campagna elettorale». È proprio quello che sta cercando di fare Trump, moltiplicando i suoi comizi.

Una strada per il presidente forse ci sarebbe. La scorsa settimana, in quelli che l’esperto Mark Halperin chiama i “sei stati significativi” – Florida, Georgia, Iowa, North Carolina, Ohio e Texas – Biden era in vantaggio soltanto in tre, e il suo vantaggio rientrava nel margine di errore. «Se Trump vince tutti e otto gli stati, non importa se perde Michigan e Wisconsin: vince un nuovo mandato – continua Ferguson -. E se succede, “l’autopsia” andrà così. Si dirà che gli elettori “timidi” di Trump – persone riluttanti a condividere le proprie reali intenzioni con i sondaggisti per paura di essere giudicati – erano molto più numerosi rispetto al 2016».

Se dovesse vincere, Trump passerà anche alla storia come il presidente che è riuscito a non farsi sconfiggere dell’epidemia, né in ospedale, né nella corsa per la presidenza. Oggi il suo consigliere scientifico Fauci gli ha reso il compito ancora più difficile, dichiarando in un’intervista al Washington Post che «gli Stati Uniti non sono in una buona posizione. Tutte le stelle sono allineate nel posto sbagliato mentre ci avviciniamo all’autunno e all’inverno». Pronta la replica della Casa Bianca: «Inaccettabile […] Come componente della task force contro il Coronavirus ha l’obbligo di esprimere le proprie preoccupazioni» nelle sedi appropriate. Nel frattempo ieri gli Stati Uniti hanno registrato 848 morti per Covid e 84.285 nuovi positivi.

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