Un video dimostra la «psico-pandemia pianificata»? No! Nuove frontiere del complottismo

Una donna racconta in una lunga intervista e con documenti alla mano, di avere le prove del complotto. Le sue analisi sono però tutte errate

Cosa accomuna un video in cui una casalinga sostenitrice di Donald Trump del Midwest vede fibre viventi nei tamponi col filmato di una sostenitrice di Trump della Campania che, improvvisandosi nell’analisi di documenti giuridici, tecnici e scientifici, vede il complotto della pandemia inventata del nuovo Coronavirus? L’effetto Dunning-Kruger è sicuramente il filo conduttore principale. Lo vediamo subito al minuto numero 16 del video di 45 minuti prodotto dalla donna campana, quando afferma di saperne più degli avvocati che ha consultato nel preparare quasi venti denunce contro presunte violazioni ai danni dei cittadini, causate da ordinanze e decreti a suo giudizio illegittimi.

I legali sembrano non essere a conoscenza delle cose che la donna pensa di aver capito, quindi lei deduce di aver compreso cose che dei professionisti non sarebbero riusciti a cogliere. Questo effetto noto da tempo fa credere a persone scarsamente preparate di saper comprendere fenomeni complessi, che a loro sembrano semplici, non riconoscendo notevoli lacune sulla loro complessità. Non preoccupatevi, succede a tutti. Anche ai premi Nobel che si occupano di materie diverse dalla propria. Ora vediamo passo per passo a quali documenti si riferisce la donna, e perché la sua inadeguatezza a comprenderli le fa sostenere l’ipotesi di una pandemia pianificata dai poteri forti fin dall’ottobre 2019.

Per chi ha fretta:

  • Tutte le fonti presentate nel filmato, per quanto autentiche, non corrispondono alla narrazione
  • I riferimenti a presunte violazioni dei Diritti per le norme anti-Covid sono privi di fondamento giuridico
  • Il fraintendimento di termini già usati in passato: «Coronavirus» e «SARS» vengono usati per alludere a una pregressa conoscenza di SARS-CoV-2 anni prima del focolaio di Wuhan

Analisi

Il «facilitatore vibrazionale» Luca Nali carica sulla piattaforma Rumble una videointervista (di oltre 45 minuti) all’attivista Valentina, vicina al movimento ViVi e simpatizzante di Donald Trump. Il canale YouTube di Nali è stato inserito nella Black List del portale Butac, un elenco di contenuti che fanno disinformazione in rete. Leggiamo come viene presentato il filmato:

«LA DIMOSTRAZIONE DOCUMENTALE CON PROVE DETTAGLIATE CHE LA “PSICOP@NDEMI@” ERA PIANIFICATA ATTENTAMENTE DALLA STESSA UNIONE EUROPEA CON L’AGGRAVANTE DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CON GLA XO PER FINI TERRORISTICI A DANNO DEI CITTADINI! Stanno semplicemente seguendo un agenda dove è tutto programmato. Sta a noi rompere il giochino. Ascoltate tutto il video fino alla fine».

Abbiamo ascoltato fino alla fine (lo ripetiamo, 45 minuti di video). Le prove documentali ci sono e parlano di tutt’altro. I dati vengono totalmente fraintesi dalla protagonista del video. Valentina cura il gruppo WhatsApp “World Wide Toscana”, finalizzato a organizzare manifestazioni e denunce contro i provvedimenti presi per contenere la pandemia di Covid-19, dalla donna ritenuti illegittimi.

Nell’intervista vengono lette alcune parti di documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Unione europea, da cui si dedurrebbe l’esistenza di una pianificazione portata avanti per anni, volta a portarci nella situazione attuale di emergenza pandemica. Da queste analisi risulterebbe addirittura che SARS-CoV-2 fosse un virus noto fin dall’ottobre 2019 (Sic!). Analizziamo i passaggi principali per vedere di cosa si tratta esattamente, visto che l’intervista manca di contraddittorio e di contesto.

L’assenza di evidenze scientifiche sulla contagiosità dei bambini

Il video presenta molteplici lacune in merito ai temi trattati. Prendiamo per esempio il report Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia, pubblicato da Inail, Iss, ministeri della Sanità e dell’Istruzione, che secondo la donna sarebbe alla base della sua prima denuncia. Non è un buon inizio, perché poi a un certo punto si parla della «mancanza di evidenze scientifiche» a proposito delle linee guida sulle scuole presentate nell’agosto 2020.

Il contesto è quello in cui viene descritto lo scopo del documento:

Fornire un supporto operativo per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi COVID-19 correlati e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da COVID-19 collegati all’ambito scolastico e dei servizi educativi dell’infanzia, adottando modalità basate su evidenze e/o buone pratiche di sanità pubblica, razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale, evitando così frammentazione e disomogeneità.

A questo documento saranno correlati:
• altri elementi/iniziative di tipo informativo/comunicativo/formativo rivolti a vari target
• strumenti di indagine volti a fronteggiare la mancanza di evidenze scientifiche e la relativa difficoltà di stimare il reale ruolo che possono avere le attività in presenza nelle scuole nella trasmissione di SARS-CoV-2

Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia

Da un lato i governi hanno a disposizione le conoscenze epidemiologiche riguardo alle malattie virali trasmissibili per via aerea, dall’altro è emerso un nuovo Coronavirus, SARS-CoV-2, altamente trasmissibile, collegato alla sindrome respiratoria Covid-19. La sua diffusione è facilitata dalla presenza di asintomatici e i bambini sono i soggetti con meno probabilità di avere sintomi. È perfettamente normale che a meno di un anno dal primo focolaio di Wuhan mancassero evidenze scientifiche su vari fronti, tante ne mancano tutt’oggi. Eppure si hanno a disposizione conoscenze pregresse, abbastanza valide da mettere in atto dei provvedimenti.

A proposito della possibilità da parte dei bambini di trasmettere il virus, esistevano già diversi studi e si stimava che fosse meno probabile sotto i 10 anni. Citiamo un passaggio che arriva sempre dal report:

È prevalente l’ipotesi che i bambini, specialmente quelli sotto i 10 anni, esposti al rischio di infezione, sviluppino l’infezione con minor probabilità rispetto agli adulti e agli anziani, da cui gli autori inferiscono che i bambini possano trasmettere meno l’infezione rispetto ad adulti e anziani (Zhang et al., 2020; Jing et al. 2020; Wu et al., 2020; Bi et al., 2020; Viner et al, 2020;). È infine noto che la carica virale di sintomatici e asintomatici non è statisticamente differente e quindi il potenziale di trasmissione è verosimilmente lo stesso (Cereda et al., 2020; Lavezzo et al., 2020; Lee et al. 2020). Inoltre alcuni recenti studi hanno riportato una carica virale più elevata nei bambini al di sotto dei 5 anni (Heald-Sargent et al., 2020).

Il punto era capire come riaprire le scuole in sicurezza. Sono infatti tanti i vantaggi sanitari ed economici che dobbiamo alle scuole. Del resto il report ha raccolto le forze dei due istituti più importanti nell’ambito della sanità e sicurezza pubblica e dei due dicasteri più competenti. A chi altri avremmo dovuto affidare il compito?

Il complotto dei piani vaccinali contro le pandemie

Al minuto 13:39 si parla dei precedenti piani vaccinali contro le pandemie. L’ultimo in particolare relativo al quinquennio 2015-2020. Un piano che finisce esattamente quando è iniziata la pandemia. Complotto? Certo che no. Al minuto 14 Valentina legge degli estratti dalla tabella «Joint procurement of pandemia influenza vaccine. Framework contracts signed in March 2019», materiale che proviene da un documento intitolato Roadmap for the implementation of actions by the european commission based on the commission (pag. 9).

Da qui costruisce una narrazione (che confonde pretestuosamente Covid-19 con l’influenza), si deduce che la pandemia attuale fosse parte di un piano volto a «intimorire le persone con le sanzioni […] per far diventare consuetudine quel che stanno preparando da un anno a questa parte».

Purtroppo al momento virologi ed epidemiologi possono prevedere solo le pandemie dovute a virus già noti, mentre non hanno a disposizione una sfera magica per i virus quelli che potrebbero in futuro emergere per zoonosi, come è successo col SARS-CoV-2. Dunque quale sarebbe il complotto? Purtroppo come nel caso dell’influenza, esistono malattie che mettono a rischio particolari fasce della popolazione (per esempio anziani o con patologie pregresse). Da tempo si cerca di combatterle con piani vaccinali mirati.

La donna al minuto 15 legge la Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, scoprendo che questo piano volto a immunizzare milioni di persone (soprattutto bambini) era in atto da anni. Insomma, per anni stavano tramando in segreto per proteggerci dalle malattie, trascrivendo tutto in documenti pubblici. Forse il nostro tono sembra ironico, ma non è così. Lo possiamo dedurre proprio dai passaggi che Valentina legge davanti alla videocamera:

«Nel 28 dicembre 2018 (guarda che strano) parla di raccomandazioni riguardo al rafforzamento della cooperazione nella lotta contro le malattie prevedibili da vaccino. E sempre per un caso (2015) sono stati erogati 83 milioni di euro che hanno contribuito al completamento dell’immunizzazione di 177 milioni bambini».

La diffusione di pregiudizi sui vaccini rischia di portare a letture negative di tali documenti. Già nel gennaio 2019 l’OMS denunciava i danni della riluttanza ai vaccini nella popolazione. Nello stesso periodo intervistavamo i professori Pier Luigi Lopalco e Matteo Bassetti sui casi di meningite a Bergamo. Da anni c’è chi avvisava che prima o poi avremmo pagato le conseguenze con gli interessi, trovandoci impreparati di fronte a un nuovo patogeno, ed è infine successo. E succederà ancora, se certa quota di popolazione continuerà a preferire degli studiosi improvvisati agli esperti veri.

Il misterioso patogeno «virus Toscana» e Coronavirus noto fin dal 2000

Al minuto 21 Valentina mostra la Direttiva 2000/54 CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 settembre 2000, una direttiva «relativa alla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti biologici durante il lavoro». In documenti di questo tipo è plausibile che ci si rifaccia a direttive preesistenti. Sarebbe preoccupante al contrario.

Se si parte dal preconcetto che sia tutto un piano però, allora è facile che diventi la «prova» che fosse tutto ordito da tempo. Essattamente come succede quando Valentina si accorge che nella tabella relativa ai patogeni del termine «Coronavirus», alcuni di questi sono già noti per causare sindromi simil-influenzali, raffreddori e polmoniti. Allo stesso modo, quando ancora non si parlava di pandemia, in Rete qualche ricercatore improvvisato, trovava brevetti di vaccini contro altri Coronavirus e deduceva che SARS-CoV-2 fosse già noto alla «lobby dei vaccinatori».

Valentina si sorprende dell’esistenza di un «Virus Toscana» elencato in tabella, di cui curiosamente nessuno ci ha mai detto niente. Riportiamo con uno screen il punto del documento in cui viene menzionato. Vediamo subito che è subordinato, assieme ad altri patogeni, alla categoria Phlebovirus:

Phlebovirus:

Febbre della Valle del Rift
Febbre a flebotomi
Virus Toscana
Altri bunyavirus noti come patogeni

Con una scienza esoterica nota come «ricerca per parole chiave su Google», associando il termine «Phlebovirus» a «Virus Toscana», scopriamo che il patogeno è piuttosto noto.

Apprendiamo dopo una lunga ed estenuante ricerca – durata neanche un minuto – che il Toscana phlebovirus è stato isolato per la prima volta dalla virologa Paola Verani nel 1971 a Monte Argentario. Riteniamo piuttosto improbabile che possa essere confuso col SARS-CoV-2 con una normale analisti RT-PCR.

Abbiamo contattato l’infettivologo Stefano Zona dell’associazione IoVaccino. Gli abbiamo chiesto fonti riguardo a precedenti focolai epidemici dovuti al Toscana virus, tali da poter pensare che venga confuso con quelli di Covid-19 (la malattia). Ecco la sua risposta: «Mi son perso: che focolaio? È un virus che compare ogni primavera/estate, quando gli animali selvatici si muovono di più e gli esseri umani frequentano di più le aree naturalistiche».

SARS-CoV-2 noto fin dall’ottobre 2019

I livelli di travisamento di un documento tecnico-scientifico possono andare anche oltre. Valentina dal minuto 23:51 mostra la Direttiva (UE) 2020/739 della Commissione del 3 giugno 2020, che modifica l’allegato III della precedente. Leggendo la nota 4 del documento, deduce che SARS-CoV-2 fosse noto fin dall’ottobre 2019. La svista dovrebbe essere palese riportando semplicemente il testo:

«Nell’ottobre 2019 la direttiva (UE) 2019/1833 della Commissione (2) ha apportato una modifica all’allegato III della direttiva 2000/54/CE, che consiste in particolare nell’aggiunta di numerosi agenti biologici, tra cui il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (virus SARS) e il coronavirus della sindrome respiratoria medio-orientale (virus MERS)».

Si citano il virus della Sars, meglio noto come SARS-CoV-1 e quello della Mers (MERS-CoV-2), inseriti nell’ottobre 2019 dalla direttiva (UE) 2019/1833. È pacifico che non c’entrano niente con SARS-CoV-2, se non per il fatto che appartengono alla stessa famiglia di virus a RNA.

Forze dell’ordine colluse nel multare illegalmente chi non indossa la mascherina

Valentina si dedica anche al Diritto, parlando di vigili e poliziotti «collusi» nel multare chi non porta la mascherina, nonostante si possano ribellare (secondo lei) a ordinanze e leggi illegittime. Abbiamo fatto ascoltare questi passaggi all’avvocato Michele Maria Gambini, penalista ed esperto nell’ambito della responsabilità penale in campo medico. Riportiamo di seguito la sua analisi:

«La normativa che prevede le sanzioni di natura amministrativa, introdotta per prima dal governo Conte (attraverso un complesso di normative), per la mascherina e i divieti di assembramento, eccetera, è assolutamente valida e legittima. È anche coattiva, significa che deve essere applicata. Le Forze dell’ordine – continua Gambini – hanno il dovere (dico il dovere) di applicare la legge». 

«Quel che dice questa donna evidenzia una palese ignoranza in materia giuridica (ignoranza in senso etimologico, ovvero di chi non conosce), e nulla c’entra con gli obblighi imposti dalle attuali leggi in materia di assembramenti, obbligo di mascherine, eccetera. La donna fa impropriamente riferimento a un complesso di normative che risalgono al processo di Norimberga e si sviluppano successivamente nella giurisprudenza delle alte corti internazionali, quali la Corte dell’Aia o di Strasbburgo». 

«I sottoposti si possono rifiutare di applicare gli ordini quando sono di una gravità palesemente estrema e pacificamente contrari ai diritti umani: sottolineo e rimarco che questo nulla c’entra, sotto alcun riguardo, con la legittima normativa amministrativa attualmente vigente, che impone misure di contenimento della pandemia, a tutela di un diritto primario e fondamentale, ovvero il diritto alla salute pubblica».

«Durante il processo di Norimberga, per esempio, contestarono la difesa dei gerarchi nazisti, che si difesero sostenendo che obbedivano agli ordini. Certo, se l’ordine è quello di prendere 5.000 ebrei e metterli nelle camere a gas, tu non lo devi fare perché è smaccatamente contrario ai più elementari diritti umani. In casi come questi, i sottoposti si devono rifiutare di eseguire gli ordini: parliamo quindi di una cosa lontana anni luce dall’applicazione di una sanzione amministrativa, cui per altro ci si può opporre nei modi e nei termini previsti dalla legge».

«Per quanto riguarda le denunce che la donna avrebbe presentato, tutti i cittadini possono farle (si chiama accesso alla Giustizia, ed è anch’esso un diritto costituzionalmente garantito), poi la magistratura e le autorità competenti ne valutano la fondatezza o meno. È possibile che un Giudice di pace di qualche località o qualche altro singolo magistrato, possa accogliere tesi del genere. Con tutto il rispetto, però, non si tratta di sentenze della Corte di cassazione, che per sua natura è l’unica istituzione cui compete l’uniforme applicazione del Diritto nel territorio nazionale».

«In poche parole, dunque, la singola sentenza di un singolo giudice produce una giurisprudenza estremamente limitata: è necessario attendere che, eventualmente, si pronunci nel merito la Suprema corte. Ricordo dunque ai vari improvvisati giuristi, che la materia giuridica è molto complessa, per tanto come qualsiasi altro ambito estremamente tecnico del sapere umano (medicina, ingegneria, ecc.), si dovrebbero esprimere nel merito solamente i soggetti che hanno la dovuta competenza, e non coloro che, magari radicalizzati da forum di valore nullo, pensano di avere in tasca soluzioni e interpretazioni autentiche, che invece esistono solamente nella loro ristretta cerchia di soggetti polarizzati e suggestionabili».

Conclusioni

Per motivi di tempo ci siamo concentrati sui punti salienti dell’ultimo video che vede protagonista l’ormai nota Valentina. Esistono altri filmati dove i temi legali e scientifici vengono trattati in maniera altrettanto sciatta, come mostrato anche dai colleghi di BUTAC in un loro recente approfondimento.

Sembra evidente che improvvisarsi nell’analisi di documenti tecnico-scientifici genera dei mostri, senza contare che il pubblico di riferimento difficilmente avrà interesse a verificare le argomentazioni presentate. Per questo di tanto in tanto emergono personaggi come Valentina, che risultano funzionali alla propaganda di guru cospirazionisti più noti. Visto che gli argomenti sono sempre i soliti, si tenta di farli apparire inediti lanciando nuovi personaggi, ma la sostanza non cambia.

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