Crisi ucraina, truppe russe verso il Donbass. Sale la tensione in Occidente: Usa, Ue e Regno Unito annunciano sanzioni

Il presidente russo annuncia l’annessione delle repubbliche separatiste e manda forze armate nei territori per «missioni di peacekeeping». Atteso il discorso del presidente ucraino Zelensky

Il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk nel Donbass. A seguire, ha ordinato una missione di peacekeeping nell’area: di fatto, si tratta del primo invio di truppe militari russe in Ucraina. Come scrive Reuters, in base al nuovo accordo con i leader separatisti la Russia «ha diritto a istituire e stabilire basi militari nell’Ucraina orientale». Durante il suo discorso alla nazione, il presidente russo ha esordito sottolineando che «la situazione in Donbass è diventata critica e che il Paese è parte integrante della nostra storia». «L’Ucraina – ha detto – fu Lenin a denominarla così: è una cosa documentata nei nostri archivi».


In chiusura del suo intervento, ha firmato in diretta tv il decreto al fianco dei leader delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk nel Donbass, Denis Pushilin e Leonid Pasechnik. Il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz si sono detti «delusi» dal riconoscimento da parte di Putin delle due Repubbliche indipendentiste. Nel corso delle ultime ore diverse istituzioni russe si erano espresse a favore delle richieste avanzate dai leader dei due territori.


Biden firma lo stop agli investimenti nel Donbass

Il presidente statunitense «Joe Biden firmerà nelle prossime ore un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie da parte degli americani per, da o nelle cosiddette regioni separatiste dell’Ucraina». Lo rende noto in un comunicato la Casa Bianca dopo il riconoscimento da parte del presidente russo Vladimir Putin delle delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Nella nota viene precisato che «queste misure sono superate e saranno un aggiunta alle rapide e severe misure economiche che stiamo preparando in coordinamento con gli alleati e i partner se la Russia invaderà l’Ucraina».

L’Ue e Regno Unito annunciano «sanzioni contro chi ha riconosciuto Donbass»

«L’Unione europea ribadisce il suo incrollabile supporto all’indipendenza, alla integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina nell’ambito dei confini internazionalmente riconosciuti. L’Ue reagirà con sanzioni dirette nei confronti di chi è coinvolto in quest’azione illegale». È quanto si legge in una nota congiunta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel.

Anche la Gran Bretagna annuncerà domani nuove sanzioni contro la Russia «in risposta alla violazione delle leggi internazionali e all’attacco alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina». A darne notizia è la ministra degli Esteri Liz Truss su Twitter.

Nato: «Mosca inscena pretesto per una ulteriore invasione»

«Nel 2015 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che comprende la Russia, ha riaffermato il suo pieno rispetto per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Donetsk e Lugansk fanno parte dell’Ucraina». È quanto scritto in una nota ufficiale dal Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. «Mosca continua ad alimentare il conflitto nell’Ucraina orientale fornendo sostegno finanziario e militare ai separatisti – ha aggiunto Stoltenberg -. Sta anche cercando di inscenare un pretesto per invadere ancora una volta l’Ucraina».

Di Maio: «L’Italia condanna il riconoscimento del Donbass»

«La decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk è da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica. L’Italia continua a sostenere l’integrità e la piena sovranità dell’Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti». È quanto dichiarato dal ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. «L’Italia – ha proseguito il titolare della Farnesina – rivolge un appello a tutte le parti perché si ritorni al tavolo negoziale nei formati appropriati, nella convinzione che iniziative unilaterali allontanano il raggiungimento di condizioni di stabilità e sicurezza nella regione. L’Italia è in costante contatto con i partner europei e atlantici per coordinare la risposta all’annuncio del Presidente della Federazione Russa. Il Governo italiano è pronto a riferire in Aula».

Dopo il vertice con Scholz e Macron, Zelensky sente Biden

«Ho discusso gli eventi delle ultime ore con il presidente degli Stati Uniti». Lo comunica in un tweet il presidente ucraino Volodimyr Zelensky, annunciando l’inizio di una riunione del Consiglio per la Sicurezza nazionale e la Difesa. Zelensky ha comunicato di avere in programma anche un colloquio col premier britannico Boris Johnson. Nel tardo pomeriggio, dopo la telefonata tra il cancelliere tedesco Scholz e il presidente russo Putin, è stato convocato un vertice d’emergenza tra il cancelliere tedesco Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky e i loro «partner più stretti». Dopo la decisione del presidente russo di riconoscere le repubbliche nel Donbass, il presidente francese Macron ha convocato d’urgenza il Consiglio di difesa e sicurezza nazionale francese.

Von der Leyen, Michel e Metsola: «L’Ue reagirà con fermezza»

«Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina e’ una palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk. L’Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l’Ucraina», hanno commentato su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dalla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola.

Biden convoca il Consiglio di sicurezza 

Il presidente statunitense Joe Biden ha convocato una riunione d’urgenza con il Consiglio per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca, dopo gli ultimi sviluppi della crisi ucraina, su cui è stato «regolarmente aggiornato». Al vertice, secondo i media statunitensi, partecipano anche la vicepresidente Kamala Harris, il capo del Pentagono Lloyd Austin, il segretario di Stato Antony Blinken e il generale Mark Milley, capo dello stato maggiore congiunto delle forze armate Usa. Il presidente aveva convocato il Consiglio anche nella giornata di ieri, 20 febbraio.

Borrell: «Se Putin dovesse riconoscere il Donbass l’Ue ha pronte sanzioni»

L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha rivolto un appello affinché «Putin rispetti il diritto internazionale e gli accordi di Minsk e ci aspettiamo che non riconosca l’indipendenza» delle regioni separatiste, ma «se lo farà siamo pronti a reagire con forza come un unico fronte». Secondo Borrell, «In Ucraina la Russia ha creato la più grande minaccia alla pace nell’Unione Europea dalla Seconda guerra mondiale. Siamo a un punto di svolta: tutto ciò in cui crediamo viene chiamato in causa. Abbiamo condannato l’ammasso di truppe russe, le provocazioni e abbiamo constatato manipolazioni da parte di Mosca che vuole creare un pretesto per l’escalation militare, è un classico modus operandi classico». L’alto Rappresentante dell’Ue ha dichiarato che l’Unione Europea reagirà anche se un attacco all’Ucraina dovesse provenire dal fronte bielorusso: «La Bielorussia sta perdendo la sua sovranità, sta diventando una sorte di satellite della Russia. Qualora dovesse esserci un’annessione o un riconoscimento dell’indipendenza dei territori, sono pronte le sanzioni che possono essere applicate a seconda del livello di aggressione. Non è un pacchetto che mi invento io, è la proposta che verrà presentata ai ministri, che istituzionalmente e politicamente dovranno decidere».

Telefonata Scholz-Putin: «Riconoscere le Repubbliche è una violazione degli accordi»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nel colloquio telefonico avuto nel pomeriggio con il presidente russo Putin, ha «condannato i piani per riconoscere le cosiddette Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk come stati indipendenti». A darne notizia è il governo federale tedesco in una nota. Secondo quanto riferisce Berlino, tale scelta avverrebbe «in palese contrapposizione con gli accordi di Minsk, e costituirebbe una violazione unilaterale sempre degli stessi accordi da parte della Russia».

Kiev chiede «riunione urgente» del Consiglio di sicurezza dell’Onu

In risposta a quanto emerso durante il Consiglio di sicurezza nazionale russo, il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ha richiesto una «riunione urgente con gli Stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite con la richiesta di avviare immediatamente consultazioni su azioni urgenti per ridurre la tensione e misure pratiche per garantire la sicurezza dell’Ucraina, secondo quanto prevede l’articolo 6 del Memorandum di Budapest», ossia l’accordo del 1994, che garantisce l’integrità e la sicurezza dell’Ucraina in cambio dello smaltimento delle armi nucleari ereditate dall’Unione Sovietica.

Il destino delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk si deciderà oggi 

«La situazione in Ucraina non migliorerà, quindi è necessario riconoscere le due repubbliche», ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev. Della stessa idea anche il ministro degli Esteri, Lavrov: «Non c’è altra via che riconoscere l’indipendenza delle regioni del Donbass». La Duma, l’Assemblea rappresentativa russa, aveva chiesto lo scorso 15 febbraio al presidente Putin di riconoscere i territori separatisti filo-russi. «L’Occidente non è pronto ad accettare le proposte russe per risolvere la crisi ucraina», aveva detto in giornata la portavoce del ministro Sergei Lavrov, Maria Zakharova, citata dall’agenzia di stampa russa Tass. Aveva osservato che «i risultati della conferenza sulla sicurezza di Monaco hanno confermato che i Paesi occidentali si allineano alle posizione di Washington. In generale, la sua missione sarebbe quella di affrontare questioni di sicurezza politica, mentre in realtà si è abbandonata ad attacchi di disinformazione, diffondendo falsità».

I leader separatisti del Donbass: «Mosca riconosca nostra indipendenza»

Tass | I leader delle Repubbliche popolari di Lugansk e di Donetsk, Leonid Pasechnik e Denis Pushilin

I leader delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nel Donbass, Denis Pushilin e Leonid Pasechnik, hanno chiesto al presidente russo Putin di riconoscere le repubbliche come Stati indipendenti. Lo riporta l’agenzia russa Tass. Entrambi i leader hanno anche avanzato la proposta di siglare un trattato di cooperazione con la Russia, anche sul fronte militare. «A nome di tutto il popolo della DPR, vi chiediamo di riconoscere la Repubblica popolare di Donetsk come uno Stato indipendente, democratico e sociale basato sullo stato di diritto», ha affermato Pushilin. Successivamente, il leader della LPR, Leonid Pasechnik, ha dichiarato: «Con l’obiettivo di prevenire morti di massa tra la popolazione civile della Repubblica, di cui circa 300.000 cittadini russi, vi chiedo di riconoscere la sovranità e l’indipendenza del popolo della Repubblica di Lugansk».

ANSA / AFP | Putin valuta il riconoscimento dei separatisti del Donbass già oggi 21 febbraio

Putin: «L’ingresso dell’Ucraina nella Nato è una drammatica minaccia per la Russia»

«Kiev ha già condotto tra operazioni punitive contro il Donbass e sembra proprio che si stia avventurando in un’altra offensiva. Gli ultimi sviluppi dimostrano che le autorità ucraine non hanno nessuna intenzione di implementare gli accordi di Minsk». A dirlo è il presidente russo Vladimir Putin durante il Consiglio di sicurezza nazionale russo. Il presidente russo ha detto che la decisione sul riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate di Donetsk e di Luganks nel Donbass verrà presa «oggi, 21 febbraio» secondo quanto riportato dall’agenzia russa Tass. Qualora l’Ucraina dovesse entrare nella Nato, a detta di Putin, «le minacce contro la Russia aumenteranno drammaticamente. Al contempo, gli Stati Uniti mi hanno assicurato che è possibile una moratoria sull’entrata dell’Ucraina nella Nato, ma abbiamo bisogno di un documento firmato che sia valido secondo il diritto internazionale».

Pentagono: «Violento attacco russo nelle prossime ore o giorni»

Secondo quanto dichiarato alla Cnn dal portavoce del Pentagono John Kirby «la Russia potrebbe attaccare l’Ucraina anche oggi, ma c’è ancora spazio per la diplomazia». Il portavoce statunitense ha spiegato che «quello che si osserva da tempo è che un’invasione russa potrebbe avvenire in qualsiasi momento, anche oggi per esempio. Speriamo che questo non accada, ed è per questo che continuiamo a usare tutti i possibili canali diplomatici. Un attacco estremamente violento contro l’Ucraina è possibile nei prossimi giorni o ore».

Putin a Macron: «Prima del vertice stabilire gli obiettivi». Ma il Cremlino rimanda

Mentre la diplomazia sembra giocare le sue ultime carte – oggi il cancelliere tedesco Olaf Scholz avrà un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin – l’escalation militare non si ferma. Il presidente russo di fatto al momento ha silurato il vertice con Joe Biden propiziato nelle scorse ore da Emmanuel Macron, bollandolo come «prematuro».

Scontri al confine russo-ucraino

Torna altissima la tensione al confine russo-ucraino, dove l’esercito di Mosca sostiene di aver distrutto due veicoli della fanteria ucraina che avrebbero tentato di attraversare la frontiera. Stando all’agenzia russa Tass che cita il servizio stampa del distretto militare meridionale, sarebbero stati «eliminati» cinque militari di Kiev, definiti dai russi: «gruppo di sabotatori». I due mezzi della fanteria ucraina sarebbero entrati nel territorio russo proprio per evacuare il gruppo di sabotatori durante gli scontri al confine, secondo l’agenzia Interfax. Al momento le fonti militari russe negano che ci siano stati feriti tra i propri uomini. Secondo il comando ucraino però non ci sarebbe stato alcuno sconfinamento dei propri soldati: «e nessuno è stato ucciso oggi», ha spiegato un funzionario del ministero dell’Interno, Anton Gerashchenko.

Media Usa: l’amministrazione Biden ha preparato un primo pacchetto di sanzioni

Secondo la stampa Usa l’amministrazione Biden ha preparato un primo pacchetto di sanzioni contro la Russia, in caso di invasione: tra queste il divieto alle istituzioni finanziarie statunitensi di elaborare transazioni con le principali banche russe, secondo quanto ricostruisce Reuters. Le misure verrebbero attuate solo in caso di invasione e hanno lo scopo di danneggiare l’economia russa tagliando i rapporti bancari «corrispondenti» tra le banche russe prese di mira e le banche statunitensi che consentono pagamenti internazionali.

Kiev: «Accordo su missione di addestramento militare Ue»

L’Ucraina e l’Unione europea, dice il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba a Bruxelles, hanno raggiunto «un accordo di principio» sulla creazione di una missione di formazione militare consultiva in Ucraina. «Non si tratta di forze di combattimento», specifica.

Si spara nel Donbass

Una granata ucraina avrebbe distrutto un valico di frontiera russo – questa l’accusa dei servizi di sicurezza di Mosca. Ma Kiev dal canto suo nega: un portavoce delle forze armate ucraine a Kramatorsk, nell’est dell’Ucraina, smentisce l’esplosione di colpi di artiglieria contro un posto di frontiera russo nel settore di Rostov. «Non possiamo impedire loro di produrre queste false informazioni, ma insistiamo sul fatto che noi non spariamo contro infrastrutture civili o contro la regione di Rostov» in Russia, ha detto all’Afp Pavlo Kovalchuk. L’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk denuncia oggi una vittima, un miliziano, e due feriti gravi nel Donbass, dove sarebbero avvenuti nuovi scambi di fuoco con l’esercito ucraino. In giornata le milizie separatiste dichiarano che un bombardamento di mortai compiuto da truppe ucraine della 54/a Brigata meccanizzata avrebbe colpito l’ospedale centrale e una centrale a Donetsk, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. Con «danni» al momento non precisati.

Il bombardamento che ha colpito una centrale idrica avrebbe lasciato più di 21mila persone senz’acqua. Secondo le autorità locali è stato proclamato uno stato d’emergenza in tutto il territorio della Repubblica. Leonid Pasechnik, leader dell’autoproclamata repubblica filorussa di Lugansk, nel frattempo ha firmato un decreto che sancisce la mobilitazione volontaria di tutti gli uomini con più di 55 anni, nell’ambito di una più generale mobilitazione fin dai 18 anni, mentre nel weekend è stata proclamata la legge marziale. Intanto gli Stati Uniti accusano la Russia di avere una lista di persone da uccidere o deportare in Ucraina e il Cremlino nega.

Il capo dell’unità di crisi della Farnesina rinnova l’invito a lasciare l’Ucraina

«Il messaggio per tutti gli italiani in Ucraina, già da una settimana, è di lasciate il paese con tutti i mezzi commerciali disponibili», ripete oggi Nicola Minasi, direttore dell’Unità di crisi alla Farnesina, ai microfoni di RaiNews24. «Per tutti coloro che programmavano viaggi in Ucraina posticiparli a una data futura. E per coloro che si trovassero ancora nel paese nell’impossibilità di partire, di registrare la propria posizione nel sito dovesiamonelmondo.it che ci permette di conoscere la posizione e anche avere un numero di emergenza». Il diplomatico stesso è tornato di recente proprio dall’Ucraina. «Abbiamo effettuato più di una missione nelle ultime settimane, abbiamo verificato la difficoltà anche per molti italiani di percepire realmente le difficoltà sul terreno. E quindi abbiamo mandato un messaggio di prepararsi mentalmente ad ogni eventualità. A maggior ragione di lasciare il paese e mantenersi in stretto contatto con noi e con l’ambasciata», prosegue Minasi. Che spiega: «Noi rispondiamo alle telefonate degli italiani nel paese. A quanti sono in Italia e hanno dei contatti in Ucraina. Ci manteniamo in contatto con l’ambasciata e continuamente in collaborazione con altre amministrazioni dello Stato, a partire dal ministero della Difesa, rivediamo i piani di emergenza, facciamo esercitazioni anche sulle comunicazioni e cerchiamo di essere pronti ad ogni scenario. Naturalmente sperando che non sia necessario».

La lista

EPA/SALVATORE DI NOLFI | Michelle Bachelet a Ginevra, Svizzera, 4 settembre 2019.

Gli Usa hanno inviato una lettera all’Alta Commissaria all’Onu per i Diritti Umani Michelle Bachelet sostenendo che la Russia abbia una lista “nera” di personalità da uccidere o deportare in caso di invasione dell’Ucraina. Le Figaro scrive che gli Usa sono profondamente preoccupati dalla potenziale “catastrofe per i diritti umani che si verificherebbe in caso di attacco all’Ucraina. Washington sostiene di avere informazioni affidabili che indicano che le forze russe stanno stilando liste di ucraini da assassinare o inviare in campi dopo un’occupazione militare. Il Cremlino però smentisce: il portavoce Dmitry Peskov ha sostenuto che si tratta di una «menzogna assoluta»

Seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza russo

Il presidente russo terrà oggi una seduta straordinaria del Consiglio di sicurezza russo, dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax. «Il presidente Putin convocherà una riunione del Consiglio di sicurezza della Russia. Si tratta di un consiglio di sicurezza esteso», spiega ai giornalisti. «Inoltre è previsto che oggi il presidente abbia una serie di colloqui telefonici internazionali». Il paventato incontro sull’Ucraina tra i presidenti russo e americano, Vladimir Putin e Biden, per il Cremlino al momento è «prematuro», dice Peskov. «C’è un’intesa sulla necessità di continuare il dialogo a livello di ministri degli Esteri, parlare di piani concreti per l’organizzazione di vertici è prematuro».

Il Cremlino non esclude la possibilità di colloqui tra Putin e Biden, ma spiega che ad oggi non ci sono piani in tal senso. «Se necessario certamente i presidenti di Russia e Usa in ogni momento possono prendere la decisione di avere dei contatti per telefono o di persona. Questa sarà una loro decisione», prosegue Peskov. Ma al momento non è prevista l’organizzazione di un summit di questo tipo. «L’incontro è possibile se i leader dei due Paesi lo riterranno opportuno, al momento vi è chiara comprensione sulla necessità di continuare il dialogo a livello di ministri».

Air France: stop ai voli fra Parigi e Kiev

Il vettore francese Air France ha annunciato l’annullamento dei suoi voli previsti per domani fra Parigi e Kiev. Anche l’austriaca Austrian Airlines ha sospeso a partire da oggi i voli da e per l’Ucraina per motivi di sicurezza: una decisione che arriva dopo quella analoga già presa dall’olandese Klm, dalla tedesca Lufthansa e all’associata Swissair. Lufthansa e Austrian hanno deciso lo stop dei voli per Kiev e Odessa e continuano a monitorare gli sviluppi della crisi, scrive Business Insider.

1,2 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina dal Consiglio europeo

Il Consiglio europeo nel frattempo ha deciso per l’adozione di 1,2 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina, sotto forma di prestiti che mirano a promuovere la stabilità del Paese e a fornire un veloce sostegno rispetto alla crisi in corso. La proposta sugli aiuti era stata presentata 21 giorni fa dalla Commissione. «L’Ue ha agito rapidamente e con decisione per aiutare l’Ucraina. 1,2 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria possono ora raggiungere l’Ucraina», spiega il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire. L’assistenza macrofinanziaria di emergenza durerà 12 mesi e sarà in due tranche: la prima erogazione, che dipende dalla situazione politica e dall’attuazione del programma dell’Fmi, avverrà subito dopo l’approvazione, all’entrata in vigore del memorandum d’intesa sulle misure specifiche di politica strutturale, da concordare tra la Commissione europea a nome dell’Ue e l’Ucraina. La seconda è invece legata all’attuazione di un programma del Fmi e delle misure politiche presenti nel memorandum d’intesa – che probabilmente si focalizzerà su poche azioni politiche realizzabili nel breve periodo e nelle aree più urgenti, per esempio il rafforzamento della stabilità economica.

«Possibili contatti tra i ministri degli Esteri di Russia-Francia»

«Prossimamente sono possibili anche contatti tra Russia e Francia a livello dei ministri degli Esteri», dice oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax. Peskov ha confermato la telefonata tra Putin ed Emmanuel Macron. «I presidenti hanno continuato a discutere della situazione attorno all’Ucraina», dice. «Hanno rimarcato la necessità della continuazione del dialogo lungo la linea dei dicasteri per la politica estera e dei consiglieri politici».

Francia, il vertice Biden-Putin offre ‘speranza diplomatica’

Per la Francia l’auspicato vertice fra Joe Biden e Vladimir Putin è una «speranza diplomatica», dice il segretario di stato francese agli Affari europei, Clément Beaune. «C’è una realtà sul terreno, una tensione sul terreno con la presenza militare russa che resta estremamente forte», ma «al contempo c’è anche una speranza diplomatica che è stata ricostruita» proprio con il vertice, proposto dal presidente francese Emmanuel Macron, cui Biden e Putin hanno detto sì «in via di principio». E se, sottolinea il presidente americano, la Russia non invade l’Ucraina.

La Germania contro Mosca

Per la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock la Russia sta conducendo un gioco «irresponsabile» con la vita delle persone dell’Ucraina dell’est. Baerbock arrivando a Bruxelles per il consiglio Affari Esteri chiede a Mosca di tornare a sedersi al tavolo dei negoziati. La «crisi» è provocata dalla Russia, dice, che deve quindi contribuire a risolverla. Europei e americani devono continuare poi a essere «uniti», continua la ministra. «Gli auspici della Conferenza sulla sicurezza non hanno avuto altro oggetto se non quello della pace. La crisi è stata creata dalla Russia e la Russia deve risolvere tale crisi adesso, ed è un bene che il presidente francese Emmanuel Macron lo abbia di nuovo messo in chiaro. Ora dovremo incontrarci nuovamente ai massimi livelli, perché possiamo risolvere questa crisi solo al tavolo dei negoziati. La base della nostra convivenza è il diritto internazionale dei nostri trattati europei che non sono negoziabili, perché sono la base della pace in Europa».

In Bielorussia

Il governo bielorusso di Alexander Lukashenko fa sapere che lo stazionamento delle truppe russe nel paese andrà avanti a lungo. Esercitazioni missilistiche congiunte si sono infatti svolte sotto il coordinamento dei due presidenti, quindi anche di quello russo: il termine inizialmente previsto delle operazioni militari viene quindi posticipato. Secondo il Financial Times le truppe di Mosca in Bielorussia alla frontiera dell’Ucraina non verranno ritirate a breve. Il quotidiano della City, che definisce Kiev “vulnerabile”, pubblica anche in prima pagina un’analisi finanziaria che ricostruisce come le maggiori società petrolifere siano in procinto di riacquistare le loro azioni per un totale di 38 miliardi di dollari. E i prezzi dell’energia aumentano.

Il generale bielorusso: «Gli Stati Uniti si allontanino dai nostri confini»

Le truppe russe restano quindi in Bielorussia anche dopo la data del 20 febbraio inizialmente prevista come termine delle esercitazioni militari congiunte. E questo, spiega il capo di stato maggiore di Minsk, il generale Viktor Gulevich, «dipende in gran parte anche dai nostri colleghi occidentali», che a loro volta dovranno allontanare le loro forze. «Le forze e le attrezzature schierate nella regione dell’Europa dell’Est, comprese quelle nei pressi del confine bielorusso, sono uno dei fattori che influenzano gli sviluppi», dice Gulevich, «quindi la Repubblica di Bielorussia ha il diritto di chiedere ai contingenti degli Stati Uniti e di certi Stati membri della Nato di ritirarsi dai confini della Bielorussia e dello Stato dell’Unione e che il processo di ritiro sia verificato».

«Alla luce dell’intensificarsi dell’attività militare sulla frontiera esterna dello Stato dell’Unione (ovvero Russia e Bielorussia, ndr), i presidenti della Repubblica di Bielorussia e della Federazione Russa hanno deciso di estendere il test di preparazione delle forze di risposta rapida dello Stato dell’Unione», dice ancora il generale, «unità delle forze armate russe torneranno alle loro basi solo quando ci sarà la necessità obiettiva e quando decideremo che dovranno farlo. Questo è un nostro affare strettamente interno». Gulevich definisce «aggressiva e del tutto infondata» la «politica di allargamento a Est della Nato» perché «non garantisce stabilità alla regione dell’Est Europa ma, al contrario, aumenta le probabilità di un conflitto armato. Le tensioni stanno crescendo e ciò non viene dal territorio della Bielorussia».

Schallenberg: «La Russia ha annesso Minsk»

«Io credo che sia avvenuto un fatto importante nella totale disattenzione dei media: la Russia si è appena annessa la Bielorussia, io ho infatti i miei dubbi che le truppe di Mosca lasceranno mai il Paese», dice il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, prima di entrare al consiglio affari esteri a Bruxelles. «Con le sue scelte Alexander Lukashenko ha di fatto rinunciato alla sovranità del suo Paese».

Civili in fuga

EPA/ARKADY BUDNITSKY | Un poliziotto russo a guardia del centro di accoglienza temporanea per i rifugiati dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk nella pensione “Zvezda” nel distretto di Neklinovsky nella regione di Rostov, Russia, 20 febbraio 2022.

I civili in fuga dal Donbass, riparati nella regione di Rostov in Russia, salgono a quota 61mila: l’evacuazione è stata ordinata venerdì scorso dai leader delle autoproclamate repubbliche filorusse di Lugansk e Donetsk. Kiev, dal canto suo accusa i separatisti di almeno 80 violazioni del cessate il fuoco. Le regioni russe di Penza e Saratov nel frattempo hanno oggi proclamato lo stato d’emergenza ancora per l’arrivo di profughi dal Donbass: potrebbero ricevere dai 500 ai 1.500 profughi a testa secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. Oltre alla regione di Rostov, anche quelle di Ryazan, Volgograd, Voronezh e Kursk hanno già proclamato lo stato di emergenza. A Kursk, in particolare, secondo le autorità locali, sarebbero arrivati in treno 525 civili dal Donbass.

Kiev chiede all’Ue di imporre già ora sanzioni

EPA/ARKADY BUDNITSKY | Residenti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk salgono su un autobus per entrare in Russia al posto doganale ‘Matveev Kurgan’ nella regione di Rostov, Russia, 19 febbraio 2022.

«Oggi ci aspettiamo delle decisioni, non solo dei messaggi politici. Ci sono tutte le ragioni per imporre una parte delle sanzioni già ora» dice il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba arrivando a Bruxelles. «L’Ucraina è sotto attacco dal 2014 e quello che stiamo vedendo ora è un’operazione ibrida, con l’aumento delle truppe ai nostri confini, cyberattacchi, guerra d’informazione».

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