Green pass abolito entro l’estate: il calendario delle riaperture da aprile a giugno e il decreto a marzo

La road map del governo Draghi ancora non c’è. Ma a breve la Cabina di Regia comincerà a porre le basi della fine delle restrizioni

La road map ancora non c’è, ma il Green pass sarà abolito entro l’estate. Mentre i numeri dell’emergenza Coronavirus certificano che la pandemia è in ritirata, il governo Draghi programma le riaperture e prepara un decreto che a metà marzo porterà un calendario preciso sulle restrizioni e sulla loro fine. Il sottosegretario Andrea Costa ha ripetuto ieri che il 31 marzo lo stato d’emergenza decadrà e che da quel giorno molto probabilmente non sarà più necessario mostrare la Certificazione Verde Covid-19 nei ristoranti, nei bar e in tutte le attività all’aperto. Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che allarga ai viaggiatori che arrivano dai paesi extra Ue le stesse regole che valgono per i comunitari. Stop quindi alla quarantena: dal primo marzo per entrare in Italia basteranno le stesse condizioni del Green pass base, cioè certificato di vaccinazione, di guarigione, o test negativo.


Il primo aprile

Le prossime mosse sono già segnate. Il primo marzo arriverà l’aumento della capienza di stadi e palazzetti dello sport al 75% e al 60%. Il 10 marzo si potrà tornare a visitare i familiari in ospedale per 45 minuti al giorno e sarà permesso consumare cibi e bevande, anche se alcuni esperti sconsigliano la pratica. Ma la data da segnare sul calendario è quella del primo aprile. Da quel giorno si potrà di nuovo mangiare nei ristoranti e nei bar all’aperto, che però rimarrà necessario nei locali al chiuso. Dove rimarrà l’obbligo di mascherina, abolito all’aperto a partire dall’11 febbraio. E dal primo aprile, aggiunge il quotidiano, sempre allo scopo di rilanciare il turismo per Pasqua, potrebbe arrivare un allentamento sui trasporti a lunga percorrenza – al momento serve il lasciapassare rafforzato – così come sulle regole negli hotel.


Resta da capire cosa ne sarà della struttura emergenziale con a capo il generale Francesco Paolo Figliuolo e del Comitato Tecnico Scientifico. Il Corriere della Sera ha scritto che l’idea che prevale nelle stanze della presidenza del Consiglio è di riportare tutte le competenze al ministero della Salute, a cominciare da quel che resterà della campagna vaccinale. Mentre sembra tramontata l’ipotesi di spostare le responsabilità di Figliuolo sulle spalle di Fabrizio Curcio alla Protezione civile. Se però l’Ema dovesse dare il via libera alla quarta dose di vaccino, il governo potrebbe chiedere di nuovo aiuto all’esercito e alla stessa Protezione civile per le somministrazioni. Anche per il Cts è previsto lo smantellamento ma probabilmente le cariche interne rimarranno come consulenti del governo.

Il 21 giugno

Le aziende dovranno poi contrattare con dipendenti e sindacati come declinare le nuove regole dello smart working, visto che le vecchie decadranno il 31 marzo. L’obbligo di mostrare il Green pass dei negozi potrebbe decadere nel percorso che porterà all’estate e alla caduta di tutte le restrizioni. Quindi da aprile a giugno. Resterà comunque obbligatorio indossare la mascherina in caso di assembramenti. Un percorso a tappe sarà la condizione anche per togliere le restrizioni in cinema e teatri e anche qui si programma la fine per giugno. Anche i governatori vedranno ridimensionati i loro poteri emergenziali, mentre le zone a colori resteranno con le solite regole.

Già la prossima settimana, ha spiegato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, il governo dovrebbe riunire la cabina di regia con i rappresentanti della maggioranza per discutere proprio i termini della de-escalation. «Tutti pensiamo, in primis Draghi, Berlusconi, ma anche Salvini – ha tenuto a specificare la ministra ai microfoni della Rai – che si debba andare verso un graduale allentamento delle misure perché, grazie ai vaccini, curva e numeri fanno ben sperare». L’iter dovrebbe rimanere il solito: le evidenze epidemiologiche, poi il passaggio politico in cabina di regia, infine l’imprimatur del presidente del Consiglio, più che mai intenzionato a tenere salde le briglie della situazione, nonostante gli strattoni dell’ala aperturista della maggioranza. Un nuovo decreto Covid è quindi atteso per la metà di marzo, in tempo per la scadenza del 31.

Quello che resta

È ancora aperto il dibattito sulle restrizioni da mantenere. Almeno per qualche mese si potrà lavorare solo con il Super Green pass, mentre per gli over 50 resta in vigore l’obbligo di vaccinazione fino al 15 giugno. Da quella data si cominceranno a togliere, con gradualità, le restrizioni sulle attività produttive. Per bus e metro la presentazione del pass rimarrà, anche se bisogna ancora deciderne la forma. La scadenza dell’obbligo vaccinale per gli over 50 non annullerà le multe per chi non ha rispettato la legge. Il Garante della Privacy ha fatto sapere che dopo tanti ritardi e liti tra istituzione sono in arrivo.

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