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Biden: «Sono pronto ad andare a Kiev». Gli Usa: «Rischio escalation se Mosca ostacola l’invio di armi» – Il live blog

Nel 50° giorno dell’invasione il Pentagono pubblica la lista degli armamenti mandati a Kiev

Nel 50esimo giorno della guerra in Ucraina la Russia ha ammesso che la sua nave ammiraglia della flotta sul Mar Nero, l’incrociatore missilistico Moskva, è stata danneggiata e il suo equipaggio è stato evacuato. In precedenza gli ucraini avevano rivendicato un attacco missilistico con razzi Neptun. Intanto la televisione russa trasmette spezzoni della resa dei militari nel porto di Mariupol e il Cremlino sostiene che il battaglione Azov sia circondato, mentre Mosca raduna le forze per l’assalto nel Donbass. I bombardamenti sono in aumento a Kharkiv mentre una missione di esperti istituita dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione e dalle nazioni europee ha trovato prove di crimini di guerra e crimini contro l’umanità da parte della Russia in Ucraina. La Russia ha ripetutamente negato di prendere di mira i civili, ma da inizio aprile sono stati trovati più di 750 corpi di civili morti nelle aree liberate dall’esercito del Cremlino.


21.00 – Biden: «Sono pronto ad andare a Kiev»

Joe Biden ha detto di essere pronto ad andare a Kiev. Lo ha fatto rispondendo a una domanda dei giornalisti. Il presidente Usa ha prima spiegato che l’amministrazione sta valutando se inviare nella capitale ucraina un alto funzionario. Incalzato dai giornalisti, ha detto di essere pronto a recarvisi in prima persona.


20.00 – Usa: «Se Mosca ostacola la consegna di armi c’è il rischio di un’escalation»

Qualsiasi tentativo della Russia di ostacolare il trasferimento di armi all’Ucraina rischia di innescare un’escalation. A dirlo è il consigliere per la Sicurezza Nazionale americana Jake Sullivan. «Gli Stati Uniti – ha dichiarato – non stanno operando in Ucraina, ma se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l’invocazione dell’articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco».

19.30 – Zelensky attacca Germania e Ungheria

Il presidente ucraino Zelensky ha lanciato un duro attacco ai Paesi europei che continuano a comprare il petrolio dalla Russia di Putin. In particolare, Zelensky ha criticato Germania e Ungheria, accusandole di aver bloccato tutti gli sforzi per un embargo sulle vendite di energia: «Quei soldi sono sporchi di sangue», ha detto.

19.00 – Londra sanziona altri due oligarchi russi

Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato sanzioni contro Ievgheni Tenenbaum e David Davidovich, oligarchi considerati funzionali al sistema di Vladimir Putin. Entrambi sono partner d’affari storici di Roman Abramovich, già sanzionato a sua volta dal Regno Unito e dall’Ue, ma non dagli americani.

18.30 – Anche il Parlamento di Kiev definisce «genocidio» le azioni della Russia

Il Parlamento di Kiev ha bollato come «genocidio» le azioni dell’esercito russo in Ucraina. «La Rada ha riconosciuto i crimini di guerra della Russia come genocidio del popolo ucraino», ha scritto su Twitter Oleksandr Korniyenko, vicepresidente del Parlamento. «Non vogliamo che [quanto accaduto aBucha si ripeta, né in Ucraina né in Europa».

17:30 – 400 sacerdoti denunciano il patriarca di Mosca Kirill

Secondo i sacerdoti ucraini, il patriarca di Mosca Kirill si sarebbe discostato dall’insegnamento ortodosso benedicendo la guerra della Russia contro l’Ucraina. In una lettera inviata al Consiglio, i 400 chiedono di «esaminare le dichiarazioni pubbliche di Kirill riguardo la guerra in Ucraina alla luce delle Sacre Scritture e delle sacre tradizioni della Chiesa, con l’obiettivo finale di spogliarlo del ruolo di patriarca».

16:30 – I russi: «Raid ucraini a Klimovo e Belgorod»

Secondo Mosca, a Bryansk, in Russia, ci sarebbero stati almeno 6 attacchi ucraini con elicotteri. Nella regione di Belgorod, inoltre, due villaggi russi nel distretto di Gaivoron sarebbero stati bombardati dalle forze ucraine. L’Ucraina, però, nega ogni responsabilità: «I servizi speciali russi hanno lanciato un piano per compiere attacchi terroristici sul loro territorio per poi accusare l’Ucraina».

15.41 – Liberati 30 ucraini in un nuovo scambio di prigionieri

Sono 30 gli ucraini liberati in un nuovo scambio di prigionieri con la Russia. A dirlo è il governo di Kiev. Di questi 30 prigionieri, 22 sono militari e 8 civili, come conferma la vice prima ministra Iryna Vereshchuk su Telegram. «Per ordine del presidente Zelensky, oggi è avvenuto il quarto scambio di prigionieri di guerra. Sono stati scambiati 5 ufficiali e 17 soldati». Tra i civili che sono stati rilasciati c’è anche una donna.

15.00 – Pentagono: «Armi nell’est Ucraina in meno di una settimana»

«Faremo arrivare le nuove armi all’Ucraina in meno di una settimana e poi le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese» dove i russi si preparano a lanciare una nuova offensiva. A dirlo è il portavoce del Pentagono, John Kirby, alla Cnn. In merito all’attacco della Russia nel Donbass, il dipartimento della Difesa non conferma né smentisce che sia già cominciato.

14.30 – Di Maio: «Sul gas no ai ricatti, non vogliamo la terza guerra mondiale»

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando a Storie italiane su Rai 1, ha spiegato che l’Italia non subirà i ricatti di nessuno e ha lanciato accuse molto forti al presidente russo: «Tutta la comunità internazionale vuole la pace. C’è un altissimo consenso alle sanzioni, siamo pronti ad aumentarle, con circa 200 bambini morti in quasi due mesi di guerra. E a Putin bisogna farlo capire solo togliendogli i soldi, solo con le sanzioni», ha dichiarato. Di Maio ha ribadito che l’Italia «sta lavorando con la Turchia» sui colloqui di pace tra Russia e Ucraina. «Non vogliamo la terza guerra mondiale, non vogliamo un diretto coinvolgimento della Nato che può far scoppiare la terza guerra mondiale. Allora quale strumento abbiamo per portare Putin a un tavolo e farlo ragionare? Sono le sanzioni, e siamo pronti anche ad aumentarle perché la dinamica che stiamo osservando in Ucraina si può fermare solo con le sanzioni», ha spiegato. E ancora: «Da quando la Russia ha chiesto di pagare il gas in rubli, ha applicato il ricatto dei rubli. Noi stiamo cercando di essere un Paese previdente, di essere in grado di diversificare le fonti e di non subire i ricatti di nessuno. Certo la diversificazione doveva essere fatta tempo perché oggi abbiamo famiglie e imprese che pagano il 200-300 per cento in più sulla bolletta di gas. E non perché ci sia carenza ma per una dinamica speculativa legata alla guerra». Infine Di Maio ha annunciato che in Italia sono stati accolti 35 mila minorenni ucraini.

11.00 – La magistrata: processare Putin è possibile

Silvana Arbia, magistrata e per quasi nove anni procuratore presso il Tribunale penale internazionale per i crimini in Ruanda, parla con Famiglia Cristiana della possibilità di processare Putin: «Un mandato di arresto internazionale per lui? Sì, vi sono le possibilità, poiché emerge l’esistenza di un attacco sistematico e generalizzato contro una popolazione civile, nel contesto giuridico dei crimini per l’umanità e l’esistenza di un conflitto armato internazionale (contesto per configurare crimini di guerra)». Arbia, cancelliera della Corte penale internazionale, aggiunge che . «oltre alla responsabilità diretta per crimini commessi da capi civili o militari si prevede anche una responsabilità per i crimini commessi dai subordinati per non averne impedito le azioni criminali o per non averli puniti».

10.00 – La Russia: altri 134 militari ucraini si sono arresi a Mariupol

Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov fa sapere che altri 134 membri della 36/ma brigata di fanteria di marina ucraina, tra cui 14 ufficiali, si sono arresi alle forze russe a Mariupol, portando a 1.160 il numero totale dei difensori della città che in 24 ore hanno volontariamente deposto le armi. Il numero è contestato da Kiev.

9.30 – Da inizio aprile sono stati trovati i corpi di 756 civili a Kiev

Sono stati recuperati i corpi morti di oltre 750 civili in due settimane: lo ha detto il vice procuratore capo regionale, Oleh Tkalenko, secondo quanto riporta il Guardian. Nella cifra rientrano anche i corpi di 30 bambini. I dati fanno riferimento solamente alle ultime due settimane, vale a dire da inizio aprile, e solamente ai centri maggiori: «Questo è solo l’inizio. Abbiamo appena iniziato a lavorare nelle città più grandi come Borodianka, Hostomel, Irpin e Bucha». Aggiunge inoltre che «anche se richiede tempo e fatica, dobbiamo documentare correttamente ogni individuo in modo da avere le prove, per far sì che non ci siano storie sulla possibilità che siano dati falsi». Dopo che vaste aree della regione di Kiev sono tornate in mano agli ucraini dopo l’occupazione russa, sono venute alla luce diverse fosse comuni. «Credo che (i soldati russi) abbiano deliberatamente lasciato i corpi dei cittadini che hanno ucciso per le strade e abbiano proibito alle persone di seppellirli per intimidire la popolazione», ha concluso Tkalenko.

7.00 – Kiev ammette: i soldati della 36esima brigata prigionieri dei russi

Il consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, Oleksiy Arestovych, ha annunciato che i soldati ucraini della 36ma brigata sono stati fatti prigionieri dall’esercito russo, «ma non si tratta di mille, molti meno – ha detto riferendosi all’annuncio di Mosca di ieri secondo cui 1.026 militari ucraini si sono arresi ieri -. Mille è una bugia».

5.00 – Gli Usa: presto un funzionario a Kiev

Il New York Times scrive che gli Stati Uniti stanno decidendo se inviare nei prossimi giorni un funzionario di alto livello a Kiev. Secondo il quotidiano per l’amministrazione Usa si tratterebbe per di un segnale di sostegno all’Ucraina nella sua guerra con la Russia. Il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno entrambi effettuato visite di alto profilo nell’ultimo mese nei paesi confinanti con l’Ucraina. Ma nessun funzionario americano ha ancora visitato pubblicamente l’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione alla fine di febbraio. «È altamente improbabile che il signor Biden o la signora Harris si rechino a Kiev», scrive il quotidiano. «I requisiti di sicurezza per il presidente o il vicepresidente in una zona di guerra sono enormi e richiederebbero un numero enorme di personale e attrezzature americane per fare il viaggio». Secondo il giornale si potrebbe trattare di un segretario di gabinetto o un membro anziano dell’esercito.

1.00 – Pentagono: ecco le armi all’Ucraina

Dopo l’annuncio del presidente americano Joe Biden di un altro invio di armi all’Ucraina per un totale di 800 milioni di dollari, il Dipartimento della Difesa ha pubblicato la lista delle nuove forniture. Nell’elenco sono presenti 18 obici da 155 mm, 40.000 proiettili di artiglieria, sistemi radar di sorveglianza aerea AN/TPQ-36, AN/MPQ-64 Sentinel e mine anti-uomo Claymore M18A1. Gli Stati Uniti invieranno anche 100 veicoli corazzati Humvee, 200 mezzi corazzati per M113 e 11 elicotteri Mi-17. Questi vanno ad aggiungersi ai cinque già inviati all’inizio di quest’anno. Nel pacchetto, precisa il Pentagono, sono inclusi anche altri Switchblade, ovvero «droni kamikaze», missili Javelin, attrezzature mediche, giubbotti antiproiettile ed elmetti. Nel briefing di ieri il portavoce del Pentagono ha detto che sono stati inviati in Ucraina anche «dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/VASILIY ZHLOBSKY

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