Le altre società che rischiano con la Juventus per gli accordi sottobanco sugli acquisti

Club italiani, ma non solo, che hanno orbitato nella galassia della società bianconera su cui sta indagando la Procura di Torino

Non c’è solo il nome della Juventus nelle carte della Procura di Torino sul sistema di plusvalenze che gli inquirenti contestano alla società bianconera. Queste operazioni, definite «di favore, con corrispettivi apparentemente lontani dal fair value», tali da «sfociare in rapporti di debito/credito tra le società opachi e non corrispondenti alla rappresentazione pubblica fornita», sono state concluse – secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport – con il benestare di altri club, che in virtù di rapporti personali decennali, hanno accettato le valutazioni economiche dei giocatori non in linea con il mercato. Sassuolo e Atalanta, Udinese e Sampdoria, Parma e Monza sono tra le società considerate dalla Procura nella «galassia Juventus». Oltre a queste, anche Empoli, Pisa, Cosenza, Pescara, Lugano, Basilea e Sion. L’inchiesta si è chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio per 13 indagati, tra cui l’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene. Tra i capi di imputazione contestati c’è proprio la manipolazione del mercato. Secondo la procura, la Juventus avrebbe gonfiato i bilanci dal 2018 al 2021 con circa 155 milioni di euro di plusvalenze artificiali.


Gli affari con Atalanta e Sassuolo

Nell’ipotesi degli inquirenti, il sistema non serviva solo ad acquistare o vendere un giocatore a un prezzo più alto del mercato, ma con esso si stabiliva un sistema di crediti e debiti da spendere poi in successive operazioni. Ad esempio, per l’affare Kulusevski – passato dall’Atalanta alla Juventus -, la Procura avrebbe trovato una scrittura privata in cui l’ad della Dea Luca Percassi si impegnava ad acquistare poi un giovane dai bianconeri per 3 milioni di euro. Più avanti, verrà effettivamente acquistato il 22enne Simone Muratore al doppio di quella cifra: in questo modo l’Atalanta avrebbe poi potuto usufruire di un credito nei confronti della Juve per l’acquisto di Romero e Demiral. La Procura avrebbe anche le conversazioni tra il ds Federico Cherubini (non indagato) con il Cfo Stefano Bertola, in cui il dirigente si lamenta per il trattamento ricevuto dall’ad del Sassuolo. Il ds doveva trattare la cessione di Manuel Locatelli, potendo vantare un rapporto personale che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto compensare la minor offerta per il centrocampista rispetto ad altri club, come gli inglesi dell’Arsenal. «Se io sono in partnership e poi quando vengo a comprare un giocatore sono trattato come un cliente che arriva per la prima volta, che partnership è?», si sfoga Cherubini, «se io mi siedo e Giovanni (Carnevali) mi dà le stesse condizioni che dà a Edu dell’Arsenal, che non ha mai visto in vita sua, qual è il valore aggiunto della nostra relazione decennale?».


Foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

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