L’altra ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici: «Volevano dimostrare il loro potere maschile su di me»

La testimonianza del 22 settembre e le foto scattate mentre dormiva

La seconda ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di stupro di gruppo ha parlato durante l’udienza del processo a Tempio Pausania. Il figlio di Beppe insieme a Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia ed Edoardo Capritta è accusato di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese di 21 anni. Ma i quattro, secondo l’accusa, avrebbero scattato anche foto hard all’altra ragazza mentre dormiva sul divano in salotto. Nell’udienza del 22 settembre ha parlato l’altra ragazza, assistita dall’avvocato Vinicio Nardo. «Per quei ragazzi non ero una persona, ma solo un oggetto. Si sono comportati come se non avessi un nome. Qualcosa che dimostrava il loro potere maschile su di me», ha detto. A parlare della testimonianza oggi sono la Repubblica e La Stampa.


Gli scatti

«Quando ho saputo che mi sono state scattate foto hard mentre dormivo mi sono sentita come se al mondo non ci fosse sicurezza, come se fosse una cosa che potrebbe succedere tante altre volte», spiega. E ancora: «Chi commette questi atti sente di avere il potere sulla vittima. Per loro non ero una persona in quel momento, ero un oggetto. Non era rilevante che avessi un nome, ero semplicemente il loro divertimento e questo atto dimostra che loro sentissero di avere il potere». Perché in ballo c’era «il potere che è dato dal loro essere maschi, ragazzi di vent’anni, magari anche con i soldi». E sugli scatti: «All’inizio nonostante avessi saputo delle fotografie che mi avevano scattato nella mia testa ho fatto finta che non esistessero. Poi andando avanti la vicenda giudiziaria mi sono dovuta fare forza e ho dovuto ammettere che era tutto vero. Sono stati momenti difficili».


Mi hanno violentata tutti

La ragazza parla anche della sua scelta «di andare a dormire, in quanto lei (l’amica, ndr) era appartata con Corsiglia e in quel momento pensavo che volesse avere un rapporto sessuale con lui. Nel senso, lei è libera di fare quello che vuole, io vado a dormire». Ore dopo però, quando si alza dal divano e trova lei nuda nel letto, si sente dire dall’amica: «“Mi hanno violentata”. Io le ho chiesto: “Chi”? E lei mi ha detto “tutti”».

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