Scomparsi i tweet di Elon Musk con le accuse contro di Trump sullo scandalo Epstein. I miliardi già persi e le minacce: che cos’è successo


Una bomba lanciata sui social da Elon Musk e subito dopo il tentativo, pare, di disinnescarla. Su X il miliardario aveva accusato tirato in ballo Donald Trump, il cui nome sarebbe stato all’interno dei cosiddetti Epstein files. Motivo per cui, scriveva Musk, quei documenti sono rimasti segreti.
L’accusa sugli Epstein files e il dietrofront
Una dichiarazione forte, ma cancellata a distanza di pochi giorni. «È ora di sganciare la bomba più grande: Trump è nei file di Epstein. Questa è la vera ragione per cui non sono stati pubblicati», aveva scritto Musk giovedì in un post su X, alludendo alla presunta presenza del nome del presidente Usa tra i materiali sequestrati dagli inquirenti nell’ambito delle indagini sul finanziere Jeffrey Epstein, morto in carcere nel 2019 mentre era accusato di traffico sessuale di minori. Il patron di Tesla aveva rincarato la dose poco dopo con un secondo tweet: «La verità verrà a galla».
La rottura tra Elon Musk e Donald Trump
I post hanno scatenato una tempesta mediatica, ma poi sono scomparsi nella mattinata di domenica. Nessuna spiegazione ufficiale è stata data da Musk, ma la rimozione arriva in un momento di tensione tra i due miliardari. Il contrasto tra Musk e Trump è esploso pubblicamente di recente, ma i segnali di frizione si accumulavano da tempo. L’uscita sui file Epstein potrebbe essere letta come una mossa per delegittimare Trump presso la base repubblicana più conservatrice, che da anni chiede trasparenza sul caso Epstein, accusando esponenti democratici e celebrità hollywoodiane di far parte del giro oscuro legato all’imprenditore.
Cosa c’è negli Epstein files
La realtà, al momento, è ben più sfumata di quanto Musk abbia lasciato intendere. Nei documenti finora pubblicati, il nome di Trump compare effettivamente: è presente nell’agenda di Epstein e in alcune rubriche, così come quelli della ex moglie Ivana Trump e della figlia Ivanka. Inoltre, i registri di volo del «Lolita Express», l’aereo privato con cui Epstein trasportava ospiti nelle sue ville, mostrano due voli del 1993 e del 1994 in cui Trump era a bordo insieme a sua moglie Marla Maples, la figlia Tiffany e una babysitter. Nessuno di questi documenti, tuttavia, collega direttamente il tycoon alle attività criminali dell’ex finanziere. Va ricordato che Trump aveva conosciuto Epstein e partecipato a eventi insieme a lui, ma ha sempre negato di essere stato nell’isola privata Little Saint James, al centro dello scandalo. La recente pubblicazione degli «Epstein Files Part I», diffusa con molte sezioni oscurate, ha deluso le aspettative di chi sperava in rivelazioni eclatanti: finora, nessuna prova concreta lega Trump a reati specifici.
Quanto ha perso Musk dopo la lite con Trump
Il patron di Tesla ha perso circa 33 miliardi di dollari di patrimonio netto in appena 24 ore, dopo la lite furibonda con Trump scoppiata dalle critiche per la «One, Big, Beautiful Bill Act», come chiamava il presidente Usa la legge di Bilancio approvata dalla Camera dei Rappresentanti. Una perdita registrata dal Bloomberg Billionaire Index. Il patron di Tesla è ancora di gran lunga la persona più ricca del mondo, con un patrimonio netto di 335 miliardi di dollari, ma come sottolinea Bloomberg, si tratta di una delle peggiori perdite di sempre.
L’apertura di Musk, la chiusura di Trump
Intanto Musk lascia intendere che una riconciliazione con il presidente Trump sarebbe nel migliore interesse per gli Usa in risposta ad un post su X del gestore di hedge fund Bill Ackman, noto donatore di Trump, che chiede ai due di «fare la pace per il bene del nostro grande Paese». «Non hai torto», gli risponde il patron di Tesla e SpaceX. Ma Trump nelle ultime ore è tornato a minacciare di fatto Musk, per esempio con una profonda revisione dei contratti pubblici stretti con le società del miliardario sudafricano.