Kiss cam al concerto dei Coldplay, parla Kristin Cabot: «Avevo bevuto, ho sbagliato». La fuga, gli insulti e le minacce dopo il tradimento

Per la prima volta parla Kristin Cabot, la donna che a luglio scorso era stata catturata dalla kiss cam al concerto dei Coldplay a Boston con Andy Byron, ceo di Astronomer, azienda dove lavorava lei stessa. «Ho preso una decisione sbagliata, ho fatto un paio di cene di gala, ho ballato e mi sono comportata in modo inappropriato con il mio capo», ha dichiarato la donna in lunga intervista concessa al New York Times. «Mi sono assunta la responsabilità e ho rinunciato alla mia carriera per questo. Questo è il prezzo che ho scelto di pagare». Da quell’inquadratura sul maxischermo di uno stadio di Boston, diventata virale in poche ore, era nato un caso mediatico mondiale con tante di accuse di tradimento in diretta. Byron, infatti, era sposato. Cabot era dirigente delle risorse umane della stessa azienda guidata da Byron. Quando il video ha fatto il giro dei social le è crollato il mondo addosso. «Ne ho parlato poche ore dopo con mia figlia lei si è messa a piangere», racconta.
«Non abbiamo mai avuto una relazione sessuale»
Nell’intervista, Cabot ora racconta il lato meno visibile pubblicamente del caso mediatico. Ovvero mesi di insulti, body shaming, minacce di morte e una pressione costante da parte dei media e dei paparazzi dopo l’esplosione del caso. Precisa di «non aver mai avuto una relazione sessuale con Byron» e che, prima di quella sera, tra loro non c’era stato neppure un bacio. Entrambi, aggiunge, stavano già affrontando la separazione dai rispettivi coniugi, circostanza emersa solo in un secondo momento e rimasta sullo sfondo del racconto pubblico. Cabot spiega di aver deciso di rompere il silenzio perché, come le ha ricordato sua madre, «tacere significa accettare». Raccontare la propria versione è diventato anche un modo per parlare ai figli: «Voglio che sappiano che si può sbagliare, senza per questo meritare minacce». Dopo l’esplosione del caso, Cabot si è isolata, lasciando il lavoro e rifugiandosi per un periodo lontano da tutto, prima di tentare un lento ritorno alla normalità.
Le accuse ricevute
Nel colloquio con la giornalista Lisa Miller, Cabot riflette anche sullo stigma che l’ha colpita come donna, descritta pubblicamente come pronta a far carriera grazie a una relazione con il capo. «Ma io ho passato gran parte della mia carriera a togliere le mani degli uomini dal mio sedere», ha affermato. Eppure negli ultimi tempi le critiche più aspre le ha ricevuta proprio da altre donne, online tanto quanto offline. E questo non può non pesare. «Quello che ho visto negli ultimi mesi rende più difficile credere che sia tutta colpa degli uomini che frenano. Penso che ci stiamo frenando da sole, demolendoci a vicenda», riflette oggi.
