Massimiliano Allegri

Vita privata

Nato da una famiglia operaia di Livorno, da giovane è conosciuto come «acciughina» per il fisico smilzo. È già noto come calciatore del Pescara quando, a 25 anni, fa scalpore la sua scelta di «scappare» dalla fidanzata a due giorni dalle nozze. Si sposa poi due anni dopo, nel 1994, e dalla relazione ha la prima figlia. Dopo il divorzio del 1998 si riaccompagna e nel 2011 ha il secondo figlio. Tra il 2017 e il 2021 ha avuto una relazione con l’attrice Ambra Angiolini, che sarebbe terminata per un tradimento. Attualmente ha una relazione con Nina Lange Barresi, titolare di un’agenzia di consulenza.

Allegri giocatore e il debutto in panchina

La carriera di Allegri da calciatore è stata modesta, da centrocampista in squadre di Serie A e B tra cui Livorno, Pisa, Napoli e Pescara. Ha giocato anche nel Cagliari dove tornerà da tecnico. L’esordio come allenatore arriva nelle serie minori, prima la stessa Aglianese,  poi Spal, Grosseto, Lecco prima del salto in Serie A con il Cagliari nel 2008. In Sardegna guida una squadra che gioca un calcio organizzato, ottenendo risultati sorprendenti nonostante i mezzi limitati. È il biglietto da visita che gli spalanca le porte del Milan.

Milan, dallo scudetto all’esonero

Al suo primo anno conquista subito lo scudetto, riportando i rossoneri al vertice dopo sette anni. È la squadra con Ibrahimović, Thiago Silva e Boteng, solida, capace di vincere e convincere. Gli anni successivi sono più complessi, tra addii eccellenti (Ibra, Inzaghi, Gattuso, Seedorf…) e una dirigenza che avvia un ridimensionamento tecnico ed economico. Nell’annata 2013-2014 riesce comunque a conquistare un terzo posto in campionato, ma il lento declino è già iniziato e a gennaio 2014 viene esonerato.

Il ciclo d’oro alla Juventus

Nell’estate del 2014 la Juventus lo chiama a sorpresa dopo l’addio improvviso di Antonio Conte. All’iniziale scetticismo Allegri risponde con una doppietta scudetto-Coppa Italia e la finale di Champions League persa contro il Barcellona. Da lì arrivano altri 4 scudetti consecutivi, altrettante Coppe nazionali e un’altra finale europea nel 2017, persa contro il Real Madrid di Cristiano Ronaldo che si ritrova in rosa l’anno successivo. Dopo il divorzio con la società bianconera nel 2019 passa due anni lontano dalle panchine. Nel 2021 ritorna a Torino da una Juventus non più vincente, segnata dall’addio di Ronaldo e da una squadra disunita che Allegri riesce a tenere a galla per altre due stagioni. Nel 2024 vince la Coppa Italia e viene esonerato anche a causa di «comportamenti non compatibili con i valori del club». 

Dal «corto muso» alle sfuriate in campo

«Lei si intende di ippica?». Alcuni scambi del tecnico livornese con giornalisti e commentatori sono diventati tormentoni. Dalla filosofia del «corto muso» presa in prestito dalle corse dei cavalli allo scontro totale con Lele Adani nel 2019: «State diventando tutti teorici. Di calcio non sai niente». Estroso e mai prevedibile, Allegri ha abituato i tifosi ad aspettarsi di tutto. Pochi peli sulla lingua e poche anche le partite terminate con giacca e cravatta ancora indosso. Per i suoi sostenitori è un allenatore moderno, capace di gestire i campioni e leggere le partite come pochi altri. Chi lo critica lo accusa invece di essere il volto conservatore del calcio italiano, poco incline all’innovazione e al gioco spettacolare