La confessione dei moderatori di Facebook: «Ecco cosa siamo costretti a vedere»

Immagini cruente, senso d’impotenza e ansia. «Dormivo solo poche ore a notte, non riuscivo a togliermi dalla mente quelle immagini»

La rivista online americana The Verge ha pubblicato un documentario sui moderatori di Facebook, lo staff che si occupa di filtrare i contenuti pubblicati dagli utenti sul social network.


I protagonisti del filmato sono ex dipendenti della Cognizant, una delle aziende che, per conto di Facebook, si occupa di ripulire i social dai contenuti violenti e dai discorsi che incitano all’odio.


Venendo meno agli accordi, e rompendo quindi il patto di riservatezza stabilito dal loro contratto, hanno deciso di raccontarsi e raccontare cosa accade nel mondo del web e a cosa abbiano dovuto sottoporsi per anni durante il proprio lavoro.

La prima a parlare è Melynda Johnson, che racconta: «Ho visto due gemellini lanciati ripetutamente sul suolo da una donna, forse la madre. L’ho vista tentare di soffocare uno dei bambini, l’ho sentito rantolare e cercare di respirare. Per giorni ho pensato al suo destino, per giorni mi sono chiesta che fine avesse fatto».

Dopo di lei, parla Shawn Spagle: «C’era un’ iguana per strada. Un gruppo di ragazzi si avvicina, la afferra per la coda e comincia a sbatterla sull’asfalto. L’iguana ha urlato a lungo». Quel video non è mai stato rimosso, ha ottenuto il diritto ad essere visualizzato solo dal pubblico spagnolo.

I racconti sono molto simili tra loro: davanti alle telecamere, i ragazzi hanno rivelato il senso di impotenza provato davanti alle immagini, descrivendo il proprio lavoro come una tortura a cui non hanno modo di sottrarsi: «Ho visto una ragazza cercare di soffocare la sorellina fino a farle uscire il sangue dal naso. Sono contenuti che devi vedere vedere tutti i giorni». 

Spagle si è licenziato dalla società, ma le conseguenze di quel lavoro lo perseguitano ancora: dice di essere stato costretto a ricorrere agli psicofarmaci, per un disturbo da stress post-traumatico.

«Dormivo solo poche ore a notte, non riuscivo a togliermi dalla mente quelle immagini. Quando finivo di lavorare mangiavo dolci», ha raccontato, come se quello fosse un modo per anestetizzare il male visto durante il giorno.

Facebook si serve, ad oggi, di circa 15 mila moderatori nel mondo. Generalmente lavorano sei ore al giorno, hanno a disposizione quindici minuti di pausa durante il turno e una pausa pranzo di trenta minuti. La paga è di 15 dollari l’ora, circa 28,8 mila dollari l’anno, e il loro lavoro è controllare i contenuti segnalati dagli utenti.

La verità è che, però, l’azienda capitanata da Mark Zuckerberg starebbe cercando di sostituire i moderatori in carne ed ossa con dei robot, quindi con l’intelligenza artificiale. Anche se per ora i risultati non hanno dato l’effetto sperato, l’intento è quello di sostituire 15 mila moderatori umani.

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