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Open Arms, Toninelli: «Guardia Costiera pronta ad accompagnare la nave in Spagna»

18 Agosto 2019 - 20:22 Redazione
La nave ha detto no all'offerta del porto di Algeciras in Spagna, perché «troppo lontano»

«La nostra Guardia Costiera è ora a disposizione, ed è pronta ad accompagnare Open Arms verso il porto spagnolo, con tutto il sostegno tecnico necessario, per far sbarcare lì tutti i migranti a bordo. Auspico che il comandante della nave non si opponga. Sarebbe del tutto incomprensibile». A intervenire sul caso della nave umanitaria bloccata davanti a Lampedusa, in serata, è il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

Mentre dall’Italia continua a non arrivare l’ok allo sbarco dei 107 migranti ancora a bordo, il governo spagnolo ha infatti indicato in giornata un porto sicuro per la nave umanitaria: Algeciras, in Andalusia, sullo stretto di Gibilterra.

«Un paese che consente a una ong di issare la propria bandiera su una nave, poi non si può girare dall’altra parte. Grazie dunque alla Spagna per aver offerto un porto alla Open Arms, anche se con troppi giorni di ritardo», puntualizza Toninelli. Ora «è quanto mai necessario e impellente cambiare il Regolamento di Dublino».

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La situazione a bordo

Nel tardo pomeriggio Open Arms ha inviato una richiesta urgente per poter entrare nel porto di Lampedusa e sbarcare le 107 persone a bordo da 17 giorni. «Le loro condizioni psicofisiche sono critiche, la loro sicurezza è a rischio», scrive l’ong spagnola su Twitter. La richiesta, spiegano da Open Arms a Open, è stata inviata al centro di coordinamento ricerca e soccorso – MRCC – di Roma, alla procura di Agrigento e a tutti i ministeri coinvolti: Interno, Trasporti e Difesa.

«Se accadrà il peggio, l’Europa e Salvini saranno responsabili». La nave aveva detto no all’offerta di un porto da parte della Spagna, perché «troppo lontano». Non un rifiuto, dicono. «Abbiamo solo fatto presente che dopo 17 giorni in mare con 107 persone stremate e la situazione di emergenza a bordo non siamo in grado di affrontare 7 giorni di mare». Da bordo, arrivano immagini di tensione, lacrime e disperazione da parte delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale e bloccate ancora sulla nave.

In un tweet, anche il fondatore dell’Ong, Oscar Camps, critica la soluzione proposta: «Dopo 26 giorni di missione, 17 in attesa con 134 persone a bordo, un ordine del tribunale a favore e 6 Paesi disposti a ospitare, vuoi che navighiamo per 950 miglia, circa 5 giorni in più, verso Algeciras, il porto più lontano del Mediterraneo, con una situazione insostenibile a bordo?».

«Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa», scrive Matteo Salvini Facebook.

Nel frattempo, la Francia si è impegnata ad accogliere 40 migranti e, secondo quanto riporta l’Ansa citando fonti di palazzo Chigi, c’è anche la disponibilità della Federazione delle Chiese evangeliche a prestare assistenza ai migranti a bordo della Open Arms.

La decisione della Spagna

L’offerta della Spagna arriva dopo la disposizione della Procura di Agrigento, per la quale dalle ispezioni non sarebbero emerse particolari criticità igienico-sanitarie da far scattare l’emergenza.

«L’inconcepibile risposta delle autorità italiane, e in particolare del suo ministro dell’ Interno Matteo Salvini, di chiudere tutti i suoi porti e le difficoltà esposte da altri paesi del Mediterraneo centrale, hanno portato la Spagna a guidare nuovamente la risposta alla crisi umanitaria», si legge nel comunicato della presidenza spagnola riportato da El Pais.

«Il governo spagnolo considererà la possibilità di agire davanti all’Unione europea o alle istituzioni per i diritti umani e il diritto marittimo internazionale contro l’atteggiamento del governo italiano, in merito allo sbarco di migranti a bordo dell’Open Arms», ha fatto sapere in un comunicato il ministero degli Esteri spagnolo.

Secondo El Pais, che cita fonti diplomatiche, la questione verrà affrontata nella prossima riunione dei ministri dell’Interno della Ue, alla quale parteciperanno sia lo spagnolo Fernando Grande-Marlaska che Matteo Salvini, e non hanno escluso che la vicenda possa finire alla Corte dell’Aja. A detta delle fonti, l’atteggiamento del ministro italiano rappresenta una flagrante violazione della Convenzione del mare e del diritto internazionale.

Il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, elogia la Spagna per la sua offerta e chiede «lo stesso spirito di solidarietà» per la Ocean Viking. «La Commissione Ue è pronta come sempre a coordinare il trasferimento delle persone sbarcate. Speriamo di vedere lo stesso spirito di solidarietà per i migranti a bordo dell’Ocean Viking», ha twittato il commissario uscente.

Nel frattempo la Francia si è impegnata ad accogliere 40 migranti della Open Arms. «Viene mantenuto il coordinamento della solidarietà» tra i Paesi che si impegnano a ospitare i migranti e «la Francia si impegna a mantenere il proprio impegno per accogliere 40 persone», che devono soddisfare i criteri per ottenere lo status di rifugiato, ha riferito una fonte del ministero dell’Interno.

«L’offerta di un porto sicuro da parte delle autorità spagnole pone una battuta di arresto all’attività d’indagine in corso», dicono, secondo l’Ansa, dalla Procura di Agrigento che, ieri, ha disposto una ispezione sanitaria sulla Open Arms e l’acquisizione di documenti al ministero dell’Interno. In sostanza la Procura non sembra intenzionata ad adottare alcun provvedimento, in attesa di sviluppi della situazione.

Salvini: «Chi la dura, la vince»

«Chi la dura la vince: la Spagna ha aperto i porti. Non ho risposto agli insulti, alle minacce di morte. Si ragiona con calma e si lavora da ministro. Oggi, ieri e domani», è stato il commento di Salvini in una diretta su Facebook.

E sulla posizione di Open Arms: «La Ong spagnola rifiuta il porto offerto dalla Spagna! «Incredibile e inaccettabile, organizzano crociere turistiche e decidono loro dove sbarcare??? Io non mollo, l’Italia non è più il campo profughi d’Europa», scrive su Facebook.

Alcuni migranti tentano la fuga

Intanto Oscar Camps, fondatore di ProActiva Open Arms, ha fatto sapere su Twitter che alcuni migranti si sono gettati in mare nel tentativo di raggiungere la terra a nuoto: «Non riusciamo più a contenere la disperazione». I cinque sono stati raggiunti e recuperati.

L’evacuazione dei minori

Hanno toccato finalmente terra, dopo due settimane, 27 ragazzi – minori di 18 anni – non accompagnati per i quali è stato autorizzato alla fine lo sbarco dalla nave umanitaria Open Arms bloccata davanti a Lampedusa senza il permesso di entrare in porto. Sono arrivati al molo Favarolo di Lampedusa. Quattordici minori sono stati trasbordati nella motovedetta della guardia costiera e tredici in quella della guardia di finanza.

Un epilogo che non è piaciuto al capo del Viminale Matteo Salvini, che dopo aver dichiarato di avere dubbi sull’effettiva età degli sbarcati, ha scritto in un post: «Da 17 giorni, invece di andare in un porto spagnolo, questi “signori” tengono in ostaggio gli immigrati a bordo (fra cui finti malati e finti minorenni) solo per attaccare e provocare me e l’Italia. Non mi fate paura, mi fate pena. Io non mollo».

Seguendo le affermazioni del medico di Lampedusa Francesco Cascio, che aveva negato lo stato di emergenza a bordo dichiarando che tutti i migranti evacuati «stavano bene», Salvini ha accusato la Open Arms di agire solo per «provocare» lui e «l’Italia». «Autorizzo mio malgrado lo sbarco dei minori – aveva detto il 17 agosto – ma è una responsabilità esclusiva del premier ed è un precedente pericoloso».

Da quanto è emerso dall’ispezione, i migranti sono ammassati sul ponte dell’imbarcazione, dormono per terra senza alcun materassino, si coprono con lenzuoli e tovaglie, e secondo la Ong sono psicologicamente stremati. Secondo la relazione dei medici del Cismo ci sarebbero casi di scabbia ma non ci sono al momento conferme istituzionali al riguardo.

Lo scontro Salvini-Open Arms sull’evacuazione

«Terminata evacuazione dei minori non accompagnati», twitta la ong. «Che poi sarebbero ragazzi di 16, 17 anni. Soli. Molte lacrime. Hanno lasciato amici e compagni di viaggio. Vi auguriamo il meglio. E andiamo avanti. Per tutti».

Subito dopo lo sbarco nel molo Favaloro sono stati condotti dalla polizia nell’hotspot di Lampedusa, in contrada Imbriacola. Si tratta di 13 eritrei, 5 sudanesi, due del Ciad, due del Gambia, un ghanese, un ragazzo del Mali, un nigeriano, un etiope e un egiziano.

«Mentre altri cedono, la mia posizione non cambia. E come i presunti “malati” non erano malati sono curioso di vedere i presunti “minori”…», dice attraverso il suo ufficio stampa il ministro dell’Interno Matteo Salvini. La ong, secondo il ministero, ha comunicato al tribunale dei minori si tratta di due persone di 15 anni, undici di 16 e quattordici di 17 anni: 26 ragazzi e una ragazza. Sono in corso le procedure di identificazione. Secondo il medico di Lampedusa, «i 27 minori stanno tutti bene».

Poco dopo una nuova nota del Viminale ha aggiunto: «Dei 27 immigrati sbarcati dalla Open Arms, 8 si sono dichiarati maggiorenni. Sono in corso le verifiche per gli altri».

L’autorizzazione

La Ong spagnola su Twitter aveva spiegato che, una volta ricevuto l’autorizzazione allo sbarco aveva «bisogno del tempo necessario per comunicare la notizia in modo da garantire l’equilibrio e la serenità di tutte le persone a bordo. Ci auguriamo che oggi possano scendere tutti».

A bordo, a poche centinaia di metri dalla costa di Cala Francese, restano ancora 107 persone. «C’è una situazione di emergenza sanitaria», ha detto oggi il presidente del Parlamento europeo. L’Italia «deve autorizzare lo sbarco».

Nel frattempo la Procura di Agrigento, dopo aver acquisito alcuni documenti dalla Guardia costiera, ha disposto un’ispezione medica a bordo della Open Arms per accertare le condizioni igienico-sanitarie dei 134 naufraghi che da 16 giorni si trovano in mare.

Una decisione che è arrivata in seguito all’apertura del fascicolo da parte della Procura, al momento senza indagati, per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d’ufficio.

Intanto il premier Giuseppe Conte ha scritto nella serata di ieri, 16 agosto, una nuova lettera a Matteo Salvini per chiedere lo sbarco dei minori a bordo della Open Arms. Il ministro dell’Interno ha subito replicato al presidente del Consiglio: «Una scelta di esclusiva responsabilità del premier, non mi opporrò mio malgrado».

Open Arms: «Non possiamo più garantire la sicurezza a bordo»

«Dopo aver informato le autorità della nostra situazione, senza ottenere alcuna risposta, ci troviamo in una situazione di necessità e non possiamo più garantire la sicurezza delle 134 persone a bordo», hanno fatto sapere dalla Open Arms. in mattinata

«La situazione a bordo è diventata insostenibile. State violando tutte le Convenzioni Internazionali sul soccorso in mare, state sequestrando 134 persone e l’intero equipaggio. L’Europa ricorda la dichiarazione dei diritti umani? Vergogna», ha twittato l’Ong.

Riccardo Gatti, Open Arms Italia

L’indagine della Procura

La Procura di Agrigento – che aveva già aperto un’indagine, al momento senza indagati, per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d’ufficio – ha disposto l’acquisizione dei documenti dalla Guardia costiera e un’ispezione medica a bordo dopo i pareri discordanti dei medici sulle condizioni dei migranti.

Tra gli incartamenti che sono al vaglio del procuratore aggiunto Salvatore Vella, anche la comunicazione con cui il centro di ricerca e soccorso di Roma scrive, chiedendo una risposta urgente, al ministero dell’Interno sostenendo che «non vi sono impedimenti di sorta» allo sbarco.

La richiesta era partita dopo la diffida che i legali della Ong spagnola hanno inviato alla Guardia costiera chiedendo «di autorizzare senza ulteriore indugio l’ingresso della Open Arms nel porto di Lampedusa».

Salvini: «Io non mollo»

Ma il ministro Salvini non cambia idea: «In 16 giorni sareste già tranquillamente arrivati a casa vostra in Spagna. Quella delle Ong è una battaglia politica, non certo umanitaria, giocata sulla pelle degli immigrati. Vergogna. Io non mollo», ha scritto su Twitter, dopo la stoccata di ieri all’Europa: «Al momento nessuno ha fatto passi formali per accogliere i migranti a bordo della Ong».

Da Bruxelles il messaggio sembrava chiaro: «I miei omologhi europei ci tendono la mano», aveva detto Conte nella lettera inviata a Salvini tramite i suoi canali Facebook sulla situazione della Open Arms.

La (seconda) lettera di Conte e la replica di Salvini

Poi sempre Salvini è tornato ad attaccare il premier Conte che in una nuova lettera ha chiesto di far sbarcare i minori a bordo della nave. «Lo sbarco dei presunti minori è una scelta di esclusiva responsabilità del premier», fanno sapere fonti del Viminale. «L’indirizzo politico del ministro Salvini, supportato giuridicamente, è diverso da quello del presidente del Consiglio», fanno sapere le stesse fonti.

Salvini, dice, posto il suo parere contrario, a questo punto non si opporrà. «Darò, mio malgrado, per quanto di mia competenza e come ennesimo esempio di leale collaborazione, disposizioni affinché non vengano frapposti ostacoli all’esecuzione di tale Tua esclusiva determinazione».

Lo scontro sulle condizioni mediche dei migranti

Secondo il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, dei 13 sbarcati nelle scorse ore con evacuazione medica d’urgenza (fino ad ora ce ne sono state 6 in 16 giorni, portando le persone ancora a bordo dalle iniziali 151 alle attuali 134, in attesa che sbarchino i 27 minori), nessuno aveva patologie (tranne un caso di otite).

Per i medici dello staff del Cisom, invece, le condizioni «igienico-sanitarie sono pessime, con i naufraghi che vivono ammassati gli uni sugli altri, senza possibilità di deambulare, e con solo due bagni chimici spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano».

Oscar Camps, fondatore di Proactiva Open Arms

Per fare chiarezza, la Procura ha disposto un’ispezione medica a bordo. Intanto la polizia ha visitato il poliambulatorio di Lampedusa per sentire Cascio, che però non si trova sull’isola. Sarà quindi ascoltato al più presto. Il medico ha fatto sapere di «fidarsi del proprio staff». «Se a bordo di Open Arms ci sono naufraghi con le patologie descritte della relazione del Cisom non sono gli stessi che sono stati fatti sbarcare, perché le loro condizioni erano in realtà buone, tranne un caso di otite facilmente curabile».

In copertina Francesco Gentico/Open Arms

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