Migranti, Alan Kurdi da 10 giorni in mare. La Ong: «Un altro minore ha provato a buttarsi in acqua»

«Le condizioni peggiorano di ora in ora» dicono dalla nave che, dopo l’evacuazione di cinque minori, ha ancora a bordo otto persone

«Un altro minorenne ha tentato di buttarsi in acqua per raggiungere la terraferma. Malta continua a respingere la responsabilità del salvataggio della Alan Kurdi anche se è avvenuto nella sua zona sar», questo l’ultimo appello della Sea Eye al decimo giorno di attesa di un porto di sbarco al largo di Malta.


«Le condizioni a bordo peggiorano di ora in ora dicono dalla Alan Kurdi, che, dopo l’evacuazione di cinque minori, ospita ancora otto persone, quattro delle quali minorenni.

Divieto di ingresso in Italia

Sull’imbarcazione pesa il divieto di ingresso nelle acque territoriali, disposto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini: nessun cambio di rotta nemmeno da parte della nuova ministra, l’ex prefetta Luciana Lamorgese.

La Commissione europea, intanto, ha fatto sapere di non aver ricevuto la richiesta di coordinamento per la ridistribuzione dei migranti a bordo della nave della ong.

Decreto Salvini ancora valido

Lo scambio di mail tra ong e Viminale

Come reso noto dai capi missione dell’ong tedesca Sea Eye, il decreto sicurezza bis è ancora valido: «Ce l’hanno confermato dal Viminale». Il leader della missione Jan Ribbeck commenta: «Anche il nuovo governo italiano mantiene una posizione di fermezza contro gli sforzi dei salvataggi di civili». Insomma, nulla è cambiato.

La ong: «Sono sfiniti»

Dalla Alan Kurdi fanno sapere che sono sfiniti: «La situazione a bordo peggiora ogni ora […] Sono sfiniti. Abbiamo bisogno di un porto sicuro immediatamente».

«La situazione a bordo della Alan Kurdi è sempre più grave per i naufraghi soccorsi. Chiediamo che il governo italiano assegni un porto sicuro subito, come previsto dalla legge» scrive la Mediterranea Saving Humans su Twitter.

Orfini contro il nuovo governo

«Non voglio rovinare la festa a nessuno, però ieri il ministero dell’interno (nuova gestione) ha negato un porto sicuro alla Alan Kurdi. Non so chi abbia assunto questa decisione, ma è una scelta sbagliata. Sbagliatissima», ha scritto Matteo Orfini, presidente del Partito Democratico su Facebook.

«Siamo tutti felici che al governo non ci sia più Salvini, ma non basta: ad essere abbandonate devono essere anche le sue politiche, sennò davvero non ha senso. I ministri Lamorgese, Guerini e De Micheli dimostrino subito di aver chiaro il senso della parola discontinuità e facciano sbarcare i naufraghi, correggendo immediatamente l’errore commesso ieri».

E infine: «L’ho chiesto ieri e lo ribadisco oggi: il nuovo governo revochi il divieto di ingresso in porto. Discontinuità significa via le politiche di Salvini».

Le reazioni

«Il cambio di esecutivo non sembra aver cambiato in nulla la situazione dei naufraghi raccolti dalla Alan Kurdi, cui continua a essere impedito sia lo sbarco a Malta, sia quello in Italia. Da questa vicenda emergono con chiarezza due fatti, entrambi molto preoccupanti». ha affermato la segretaria di Radicali italiani, Silvja Manzi

«Il primo è che finché rimarranno in vigore i decreti sicurezza, che consentono di imporre un divieto inumano e incostituzionale all’ingresso nelle acque territoriali alle navi delle Ong, questo divieto continuerà a essere imposto, anche senza Salvini al Viminale».

«La seconda è che la retorica populista, che proprio su migranti e richiedenti asilo ha trovato nei precedenti 14 mesi le espressioni più disgustose, continua a condizionare pesantemente anche questo esecutivo. Almeno per ora. Speriamo in una rapida inversione di rotta».

Foto in copertina: Sea Eye | Twitter

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