Ezio Bosso lo scrive anche su Facebook: «Felice di fare il direttore, no al pietismo sensazionalistico»

di OPEN

Dopo il clamore per le sue dichiarazioni, il musicista ha voluto chiarire (come Open aveva spiegato ieri)

«Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza», ha detto il musicista Ezio Bosso durante un evento della Fiera del Levante di Bari. Una frase che ha iniziato subito a circolare sui social e sui quotidiani online come “l’annuncio di Ezio Bosso”, in alcuni casi lasciando intendere che il musicista fosse in procinto di abbandonare la musica.


La realtà è un’altra, lo abbiamo anticipato già ieri sera. Ezio Bosso soffre di una grave patologia degenerativa dal 2011, non suona il piano dal 2017 e della sua malattia aveva già annunciato anni fa.


Ieri durante l’evento – in un discorso ampio in cui ha parlato di musica a 360 gradi – ha soltanto chiesto di non chiedergli di suonare il pianoforte e ha puntualizzato: «Sono molto meglio come direttore». Visto il clamore per la notizia, nella notte è tornato sull’argomento con un post su Facebook.

«Chiariamoci bene: sono molto felice perché faccio il mio mestiere di direttore – ha scritto Bosso sui social -. Ieri abbiamo parlato di tante cose belle all’incontro, di etica, società, bellezza e soprattutto di musica. E facciamo cose ancor più belle con le orchestre. Quelle che sogno e ho sognato tutta la vita. Purtroppo è stato dato inutile risalto in maniera sciacalla, come sempre, al pregiudizio su di me. E questo sì che fa male».

«Ho solo risposto (come dovreste aver notato) che non faccio più concerti da solo al pianoforte perché lo farei peggio che mai, cosa che avevo già annunciato 2 anni fa», ha precisato l’artista. E ha rassicurato i fan: «Continuo a fare musica e meglio di prima! Non mi sono ritirato. Sono felice di ciò che faccio!».

Poi ha chiarito il perché della sua richiesta: «Mi addolora quando si insiste col pianoforte perché non so dire di no, faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. Ma soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto».

«E mi addolora che per quanto combatta contro le strumentalizzazioni, si scade sempre in quel pietismo sensazionalistico e queste cose si che mi farebbero ritirare davvero…», conclude il musicista.

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