Accordo a Malta, primo passo europeo per le redistribuzioni. Lamorgese: «Accordi con Libia restano. Italia non è più sola»

Arriva il sì alle redistribuzioni dei migranti. Un incontro positivo che ha portato a un accordo: il documento verrà presentato l’8 ottobre agli altri 24 Paesi europei

«Chi arriva a Malta, chi arriva in Italia, arriva in Europa». I ministri dell’Interno di Francia (Christophe Castanier), Germania (Horst Seehofer), Italia (Luciana Lamorgese) e Malta (Michael Farrugia), riuniti oggi al summit sull’immigrazione a Malta, hanno trovato un’intesa sul tema della redistribuzione dei migranti che cercano di entrare in Europa. Arriva dunque il sì alle redistribuzioni di diversi Paesi membri dell’Unione. Il documento verrà presentato l’8 ottobre al consiglio Giustizia e Affari interni e discusso con 24 Paesi dell’Ue. «È un documento comune che ha superato alcune difficoltà e che sarà presentato agli altri 24 ministri dell’Interno dell’Unione europea», ha detto Farrugia. «Tutti, nel corso del vertice, hanno fatto passi avanti rispetto alle posizioni originarie». All’incontro era presente anche il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos e il rappresentante degli Interni della Finlandia (Paese che ha la presidenza di turno Ue). «Accolgo con favore l’esito positivo sui meccanismi temporanei a seguito degli sbarchi», ha scritto Avramopoulos su Twitter. «Conto che altri Stati membri si uniscano quando discuteranno di questo al Consiglio Giustizia e Affari interni l’8 ottobre. I progressi sono possibili se c’è volontà politica».


Di cosa tratta l’intesa

Innanzitutto, ha spiegato la ministra dell’Interno italiana, viene stabilita la «rotazione volontaria» dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi. «E questo non era scontato», ha detto il titolare del Viminale. Oltre a questo, l’accordo prevede la «redistribuzione dei migranti su base obbligatoria», con un sistema di quote che verrà stabilito dai 28 Paesi dell’Ue che parteciperanno all’intesa. Ci saranno tempi «molto rapidi» (4 settimane) per i ricollocamenti e, soprattutto, la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Il sistema messo a punto stabilisce che una volta decisa la quota da ridistribuire, i migranti verranno inseriti direttamente nella banca dati del Paese di destinazione, che si farà carico anche degli eventuali rimpatri. Il premier Giuseppe Conte, commentando da New York le decisioni prese a Malta, ha «Ci sono delle regole europee e chi non le seguirà resterà penalizzato».


Lamorgese: «Da oggi Italia e Malta non sono più sole»

ANSA | Luciana Lamorgese al summit sull’immigrazione a Malta, 23 settembre 2019

Per Lamorgese si tratta della prima riunione multilaterale da ministra dell’Interno. Al termine del vertice, la titolare del Viminale si è rivolta ai giornalisti descrivendo il testo redatto come «concreto». «Da oggi Italia e Malta non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due Paesi rappresentano la porta d’Europa. Il testo predisposto va nella giusta direzione, ci sono contenuti concreti e abbiamo sciolto dei nodi politici complicati». «Ho trovato un clima davvero positivo perché la politica migratoria va fatta insieme agli altri Stati», ha continuato Lamorgese. «Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentire europeo».

Ma gli accordi con la Libia «li teniamo»

Nessuna novità invece per quanto riguarda gli accordi bilaterali con la Libia. «Li teniamo», ha detto la ministra Lamorgese. «Stiamo lavorando bene con loro. La Guardia costiera libica sta facendo un ottimo lavoro». La titolare del Viminale ha sottolineato che, comunque, si continuerà a lavorare affinché chi tenta la traversata del Mediterraneo possano farlo in sicurezza. «Stiamo pensando a corridoi umanitari» , ha detto.

La revisione di Dublino

ANSA | Horst Seehofer al summit sull’immigrazione di Malta, 23 settembre 2019

Sul tavolo del summit c’era chiaramente la contestata regola degli accordi di Dublino, secondo cui un migrante che arriva in Europa è obbligato a fare richiesta di asilo unicamente nel Paese di approdo. Italia, Germania, Malta e Francia hanno discusso sull’istituzione di un “meccanismo di emergenza” che agisca momentaneamente in parallelo a Dublino, finché non verranno operate modifiche definitive agli accordi. Un progetto che, secondo il ministro dell’Interno tedesco Seehofer «aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo». «Senza questo accordo – ha continuato – la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile». Seehofer ha specificato che oggi sono stati «identificati alcuni regolamenti che aiuteranno Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati», e si è detto «ottimista che in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea». Parole che in Germania hanno provocato l’immediata reazione del partito di destra Alternative für Deutschland. Secondo Afd, il nuovo accordo «causerà la prossima ondata di migranti» in Germania, «invece di proteggere i confini tedeschi da una migrazione di massa senza freni».

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