Midollo osseo, appello agli under 30: «Perché è importante donare?». La testimonianza di chi è vivo grazie a quel gesto – Video

Aumentare i profili genetici disponibili nell’inventario può assicurare una chance di cura per chi ha gravi malattie del sangue. Oggi sono oltre 1700 i pazienti in favore dei quali è stata attivata una ricerca all’interno del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo. tanti i bambini

Un appello a ragazzi e ragazze di tutta Italia, per «un semplice gesto» con cui possono salvare una vita e una famiglia: donare il midollo osseo. È in corso Match It Now, la campagna nazionale di sensibilizzazione per la donazione del midollo osseo e delle cellule staminali emopoietiche, dal 21 al 29 settembre in oltre 180 piazze italiane.


L’evento, promosso dal Centro Nazionale Trapianti, Centro Nazionale Sangue, Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), dalle Federazioni ADMO e ADOCES in collaborazione con l’associazione ADISCO, è patrocinato dal CONI e dal Ministero della Salute. «I nostri giovani hanno tante buone qualità e buona volontà, devono solo risvegliare il loro istinto a donare e rendersi utili», racconta a Open Nicoletta Sacchi, direttrice del Registro IBMRD.


VIDEO – Francesca ha 27 anni, si è iscritta al Registro quando ne aveva 18 e ha donato il midollo osseo quattro anni fa

Il Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo

Il registro IBMDR funziona da 30 anni ed è in collegamento con i registri di tutto il mondo. «Raccoglie i dati genetici, i profili di tutti i potenziali donatori che si iscrivono in Italia», spiega la dottoressa Sacchi. A fine 2018 è arrivato a contare 558.000 «con una quota di nuovi iscritti pari a 44.908», spiegano dalla campagna Match It Now. Il 2018 ha segnato anche per l’Italia il raggiungimento dell’importante traguardo del 10.000esimo trapianto realizzato da donatore volontario.

Nicoletta Sacchi, direttrice del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo

I potenziali donatori, attivati e selezionabili, sono oltre 450mila. «Se ne sono iscritti nel tempo molti di più, ma alcuni non rispondono più ai requisiti di base, in particolare l’età», dice Nicoletta Sacchi. È possibile iscriversi al Registro dai 18 ai 35 anni, mentre si può essere poi chiamati a donare fino ai 55. «Servono donatori giovani», avverte la dottoressa.

La scommessa è quella di sensibilizzare e coinvolgere i più giovani. Ragazzi dai 18 ai 35 anni, in particolare nella fascia 20-25: quella in cui l’ematologo seleziona il maggior numero di donatori per il trapianto. «Il donatore giovane è più sano, è più plausibile che sia idoneo una volta che viene selezionato, le sue cellule sono giovani, sono di più e funzionano meglio».

I pazienti affetti da patologie gravissime (come la leucemia) e che non hanno altre strategie terapeutiche se non il trapianto, accedono al Registro attraverso i centri di trapianto e gli ematologi. Al momento sono circa 1712: la maggior parte malati di leucemia. «Ci sono tantissimi bambini, ed è facile immaginare cosa possa significare per una famiglia ricevere una diagnosi di leucemia per un bimbo piccolo. Trovare un donatore compatibile diventa veramente una corsa contro il tempo», racconta Sacchi. «Noi cerchiamo, fra i donatori italiani e quelli di tutto il mondo – in totale 35 milioni – il match giusto: ovvero il gemello genetico, in qualsiasi parte del mondo si nasconda». La donazione è anonima.

VIDEO – Intervista a Letizia, direttrice sanitaria Centro Nazionale Trapianti

Come iscriversi al Registro

«Con un semplice gesto, perché si tratta di fare o un prelievo di saliva o di sangue, è possibile candidarsi a diventare donatore di midollo osseo e cellule staminali ematopoietiche, quelle cioè che danno origine a tutte le cellule del sangue», spiegano dalla campagna Match It Now. «Magari capiterà di non essere mai chiamati. Ma se arriva la chiamata, vuol dire che dall’altra parte c’è una persona e una famiglia che stanno aspettando questa donazione», dice Nicoletta Sacchi.

«Grazie al lavoro fatto in collaborazione col centro nazionale trapianti, il centro nazionale sangue e alle associazioni – al nostro fianco ci sono migliaia di volontari in tutta Italia, in particolare di Admo, associazione donatori midollo osseo, e Adoces, associazione donatori midollo osseo e ricerca – l’anno scorso sono state inserite nel Registro circa 3800 persone», spiega la direttrice. «Quest’anno speriamo di arrivare a 5mila. Vogliamo aumentare questi numeri: trovare il gemello genetico tra due perfetti sconosciuti è difficilissimo – si parla di 1 su 100mila – e con un inventario con tanti profili genetici crescono le possibilità».

Il video del duo romano Le Coliche per la campagna Match It Now

Nel 70-75% dei casi la donazione avviene in un servizio trasfusionale: come per il sangue, solo un po’ più complessa e lunga, come avviene per esempio per le piastrine. Il donatore, che qualche giorno prima assume un farmaco che ordina alle cellule che normalmente stanno nel midollo osseo di andare nel torrente circolatorio, sta tre ore attaccato a una macchina, il sangue viene filtrato e vengono prelevate le cellule che servono.

L’altra donazione, quella del midollo osseo, «è semplice dal punto di vista procedurale» spiega Sacchi. Vengono fatti dei prelievi sulle ossa del bacino: il donatore, quando si sveglia, «ha dei buchi sulle natiche come se avesse fatto un’iniezione, solo un po’ più complicata. Viene fatto però in anestesia generale quindi c’è un minimo rischio legato a essa».

Per trovare il match, poi, servono dai 40 giorni ai 2-3 mesi. «Ecco perché, rispetto alle campagne emotive sui social, soprattutto quando si lancia un appello per questo o quel bimbo, è bene sapere che l’iscrizione al registro non servirà per lui (stiamo già cercando tra i profili disponibili e verificati) ma per chi verrà dopo.

Chi dona in Italia

Sebbene il numero di donatori sia cresciuto negli ultimi anni e il numero di iscritti al Registro sia aumentato del 138% dal 1998, «abbiamo ancora la necessità di reclutare nuovi giovani volontari». È un tema di cui poco si parla e non è sempre semplice trovare informazioni. «Non tutti i centri trasfusionali sono anche centri donazione IBMDR: in Italia ne esistono 250. Sul territorio poi le associazioni fanno eventi in scuole, università, palestre e motivano i giovani. Non è semplice promuovere la donazione», dice Sacchi.

Il profilo dell’iscritto al registro è principalmente femminile, e risiede al Centro Nord. «Gli iscritti in maggioranza sono donne. Forse sono più sensibili, più emotivamente coinvolgibili», racconta ancora Sacchi. In media hanno 40-45 anni: «il nostro è un registro relativamente vecchio, lavoriamo già da 30 anni. Per questo cerchiamo a tutti i costi di incrementare il numero di giovani».

Il fatto è che nel 70% dei casi gli ematologi selezionano e chiedono la donazione di un maschio, giovane, sotto i 25 anni. «Per questo cerchiamo di coinvolgere i ragazzi. Le cellule prelevabili sono rapportate al peso corporeo: una ragazza di 18 anni di 50 chili va bene per un bambino, non se dall’altra parte c’è un adulto, un uomo di 80 chili».

VIDEO – La testimonianza di Micaela Monti, 38 anni: ha ricevuto un trapianto di midollo osseo

L’Italia, in Europa non se la cava male. Lontanissimo dai numeri impressionanti della Germania, 7-8 milioni di donatori, il registro italiano è comunque terzo in Europa dopo tedeschi e Inghilterra e prima di francesi, spagnoli, svizzeri, olandesi. «L’obiettivo è arrivare a un milione di donatori almeno perché più crescono i numeri più pazienti riusciamo a portare al trapianto. È un effetto a catena evidente», dice ancora a Open Nicoletta Sacchi.

Bene Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana. «Il Lazio ha fatto molto in questi ultimi due anni. La Campania si è mobilitata per il caso del piccolo Alex a ottobre dell’anno scorso. La Sardegna è straordinaria: ha un indice di donazione molto elevato: forse c’è sensibilità per il problema dell’anemia mediterranea, che pure può essere trattata con il trapianto».

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