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Coronavirus, dai Ferragnez a Eataly, passando per D&G, Armani e Bvlgari: le donazioni milionarie di vip e aziende

09 Marzo 2020 - 20:54 Felice Florio
In tanti hanno adottato forme di sostegno in questa fase di emergenza. Dalle donazioni dei big alla consegna gratuita della spesa a domicilio, all'estensione delle polizze sanitarie: ecco chi sta dando una mano economica per arginare l'emergenza

Il mondo dello spettacolo e della moda si mobilita per dare una mano al Paese in questi giorni difficili. E lo fa rivolgendosi al settore più provato dall’emergenza Coronavirus: la sanità. C’è chi finanzia l’acquisto di strumentazioni per potenziare i reparti di terapia intensiva e chi elargisce milioni di euro per sostenere la ricerca sul Covid-19. La solidarietà a grandi cifre, però, è accompagnata anche da microdonazioni di pochi euro.

I Ferragnez – la coppia Chiara Ferragni e Fedez -, per esempio, hanno lanciato un crowdfunding sulla piattaforma Gofundme. A otto ore dall’inizio della campagna, il cantante e la social entrepreneur sono riusciti a raccogliere oltre 1 milione e 500 mila euro. L’iniziativa, chiamata Coronavirus, rafforziamo la terapia intensiva, è partita con la donazione di 100 mila euro da parte della coppia.

Chiara Ferragni e Fedez per il San Raffaele

«In questa fase davvero delicata, dal punto di vista sociale e sanitario, possiamo anche noi fare qualcosa. Medici e scienziati stanno facendo un lavoro importantissimo e vorremmo supportarli concretamente – annunciano i Ferragnez -. Per questo motivo abbiamo pensato di aiutare l’attivazione di una nuova terapia intensiva presso l’ospedale San Raffaele di Milano. In questo momento le attrezzature necessarie per triplicare i posti letto di terapia intensiva e subintensiva sono: ventilatori, dispositivi di ventilazione non invasiva, monitoraggio emodinamico e monitor».

L’obiettivo economico del crowdunfing pensato insieme al professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare del San Raffaele, si aggiorna di ora in ora. Ci sono alcuni dubbi sulla scelta di destinare la donazione a un ospedale privato: benché anche le strutture non pubbliche stiano collaborando nella gestione dell’emergenza, quando la crisi epidemiologica terminerà questi strumenti resteranno di proprietà degli enti privati. Ma in questo momento così complicato, forse, non è nemmeno il caso di porsi certi problemi.

Il mondo della moda: Bvlgari per lo Spallanzani

Curare, contenere il contagio, ma anche studiare un vaccino e una terapia specifica per il coronavirus. «Onorando la sua lunga e forte relazione con la Corporate Social Responsibility e le cause umanitarie, Bvlgari ha deciso di sostenere le mani intelligenti e le menti visionarie del Centro Italiano di Eccellenze in Ricerca e Medicina. Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita e Concetta Castilletti sono le tre straordinarie donne, tra le prime in Europa, che sono riuscite a isolare la struttura del virus».

Con queste parole il ceo della maison, Jean-Christophe Babin, aveva comunicato la «cospicua» donazione che sarebbe arrivata al reparto di ricerca dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. L’importo non è stato comunicato, ma è servito ad acquistare un microscopio di ultima generazione di tipo Leica Thunder Imager 3D Cell Culture & Live Cell. Annunciato nei primi giorni di febbraio, lo strumento per studiare il coronavirus è arrivato nel padiglione Del Vecchio lo scorso 6 marzo.

Armani, Dolce e Gabbana e gli altri

Sono gli ospedali lombardi San Raffaele, Luigi Sacco, l’Istituto dei tumori di Milano, l’ospedale Spallanzani di Roma e la protezione civile i beneficiari del milione e 250 mila euro devoluti dal gruppo Armani. «Per noi è un dovere morale supportare la ricerca scientifica», hanno dichiarato Domenico Dolce e Stefano Gabbana mentre firmavano l’atto per destinare fondi all’Humanitas University: la donazione servirà a sostenere uno studio sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani.

Manila Grace ha deciso di devolvere 5 euro per ogni scontrino emesso nel mese di marzo per sostenere la ricerca del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Sacco. Stesso metodo di donazione, ovvero una percentuale sulla quota degli incassi, adottato da Carpisa e Yamamay. Il settore moda è proprio tra i più colpiti dalla crisi epidemiologica: sfilate trasmesse in streaming, fashion week annullate e il crollo della domanda.

Le iniziative dei supermercati

Mentre Eataly ha deciso di donare una percentuale degli scontrini emessi alla ricerca, la maggior parte dei supermercati ha deciso di offrire gratuitamente il servizio della spesa a domicilio. Coop Lombardia, Esselunga e Conad hanno già implementato l’iniziativa – alcuni solo per gli over 65, altri per tutti i clienti -. «Pensiamo che in questo momento sia molto più utile investire denaro per garantire un migliore servizio soprattutto agli anziani, piuttosto che fare donazioni che saranno efficaci nel corso del tempo», ha spiegato Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad.

Ci sono catene della grande distribuzione che hanno scelto di donare anche somme di denaro. La milanese Esselunga la più generosa: due milioni e mezzo di euro divisi tra sei ospedali. Eurospin 100 mila euro, divisi tra Spallanzani e Sacco, i due centri più all’avanguardia in Italia per questo genere di malattie.

Banche e gruppi finanziari

Una donazione immensa da parte del gruppo Intesa Sanpaolo: «Siamo pronti a donare 100 milioni di euro per affrontare l’emergenza sanitaria Covid-19», dicono dall’istituto di credito. Ma non solo: «Finanziamenti fino a 5 miliardi alle famiglie e imprese che devono affrontare problemi di liquidità per effetto del virus», ha annunciato il ceo Carlo Messina.

Banca Mediolanum ha staccato un assegno di 100 mila euro per l’ospedale Sacco. Donazione identica per il gruppo di Steven Zhang, presidente dell’Inter. Unicredit, altro colosso bancario italiano, ha elargito 2 milioni di euro alla Protezione civile per l’acquisto di materiale sanitario, mascherine e altri dispositivi medici. La compagnia assicurativa Unipol, invece, ha provveduto all’estensione gratuita delle polizze sanitarie in essere.

Multinazionali e pmi

Molte imprese stanno partecipando alla gara di solidarietà: tra chi lo comunica al pubblico e chi agisce in silenzio, sono diversi i modi per aiutare il Paese in questo momento complicato. Acquaflex, un’azienda lombarda, sta già producendo 20mila flaconi detergenti da regalare alla Croce rossa e ad alcuni Comuni. La casa farmaceutica produttrice dell’Amuchina, l’AngeliniPharma, ha donato alle regioni Lombardia e Veneto 40 mila flaconi di gel. Una cospicua donazione, sempre alla Croce rossa, è arrivata da Coca Cola: un milione e 300 mila euro. La multinazionale di beverage ha deciso anche di regalare i suoi prodotti a oltre 10.000 operatori sanitari impegnati in questi giorni negli ospedali italiani.

Le italiane Eni e Farmac Zabban hanno donato mascherine a Comuni in difficoltà e alla Protezione civile. Un carico di dispositivi per la protezione individuale è arrivato anche dalla cinese Xiaomi: «È la dimostrazione tangibile che ci sentiamo parte integrante di questo Paese», ha detto la portavoce dell’azienda di prodotti tecnologici che ha spedito in Italia u grosso quantitativo di mascherine.

Il parere degli esperti

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