Coronavirus, nel “Cura Italia” emendamenti bipartisan per proteggere i medici dalle cause

Si va dalle richieste di esonero (ad esempio di Iv, FdI, Fi) alla proposta dem di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi, a quella M5S di concedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi accusato di presunti errori

I gruppi parlamentari, in modo bipartisan, si stanno mobilitando per mettere in campo misure per difendere medici e infermieri in prima linea per combattere il Coronavirus dal rischio cause. I partiti di maggioranza e opposizione, hanno infatti depositato emendamenti al decreto Cura Italia per ridefinire, per il periodo di emergenza, il perimetro della responsabilità per medici e operatori sanitari: si va dalle richieste di esonero (ad esempio di Iv, FdI, Fi) alla proposta dem di rendere perseguibili penalmente le sole colpe gravi a quella M5S di concedere il patrocinio gratuito dello Stato a chi accusato di presunti errori.


Il decreto “Cura Italia è in queste ore all’esame della commissione Bilancio del Senato che inizierà domani 1° aprile l’esame con l’illustrazione degli emendamenti. Sul tavolo anche i tre emendamenti del governo che fanno confluire nel provvedimento gli altri tre decreti sull’emergenza, quello sulla giustizia, quello per l’assunzione straordinaria dei medici e quello con gli aiuti per le prime zone rosse. Sul fronte della responsabilità dei medici Leu punta a ridurre i casi di responsabilità penale alle sole condotte «volontariamente finalizzate alla lesione» o a «macroscopica, intenzionale ed ingiustificata violazione dei principi basilari che regolano la professione manageriale, sanitaria, amministrativa e tecnica» e chiedono di tenere conto anche della situazione di emergenza e la proporzione tra risorse disponibili e numero di pazienti.


Il Pd chiede di tenere conto anche del «carattere eterogeneo delle prestazioni svolte in emergenza rispetto al livello di esperienza e specializzazione del singolo operatore» e di limitare la responsabilità penale ai soli casi di «colpa grave». La Lega, ma ci sono anche altri emendamenti analoghi, chiede anche di proteggere i datori di lavoro degli operatori sanitari e sociosanitari, se le loro condotte sono «giustificate dalla necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell’assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriali e domiciliare».

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