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Coronavirus. Come sarà l’estate 2020? La sindaca di Riccione promette: «Spiagge aperte da metà giugno, ma meno aperitivi e più distanza sociale»

Secondo la prima cittadina della località romagnola si potrà tornare al mare, con qualche accorgimento in più rispetto al solito

La caccia con drone a chi trasgredisce le norme anti-Covid, che negli ultimi giorni ha raggiunto nuove vette di spettacolarizzazione mediatica, lascia spazio invece a una nuova visione per il futuro delle spiagge italiane, rigorosamente senza plexiglas. Un primo segnale viene dall’Emilia Romagna dove la sindaca di Riccione Renata Tosi ha dichiarato in un’intervista al Resto del Carlino che è intenzionata a riaprire la riviera romagnola, con o senza Coronavirus, a partire dal mese di giugno, in tempo per la stagione estiva.

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Niente plexiglas, ma sì a distanziamento sociale

Per il momento i piani per la riapertura sono ancora piuttosto vaghi: la principale certezza della sindaca sembra essere che non ci saranno le barriere in plexiglas tra ombrelloni, ipotizzate nei giorni scorsi, ma che, dichiara Tosi, rappresentano una bella idea «soltanto per chi produce quel materiale». Come spiega la sindaca, anche nelle spiagge probabilmente saranno contingentati gli ingressi per evitare assembramenti e verranno introdotte nuove misure di distanziamento. «Sarà una spiaggia con meno ombrelloni, con meno aperitivi, meno aggregazioni», dice Tosi. Le regole del distanziamento sociale dovranno essere applicate anche nei ristoranti e nei bar. Non sarà «la Riccione classica dell’intrattenimento, dei locali notturni».

La conversione degli operatori turistici

È meno chiaro come queste misure verranno applicate sul bagnasciuga, per esempio, o se chi andrà in spiaggia dovrà indossare la mascherina. Ma la diminuzione dei posti in spiaggia e il contingentamento degli ingressi offrono un’altra certezza che riguarda il costo economico delle nuove misure: a partire dalla forza lavoro normalmente impegnata nel settore turistico della riviera romagnola che, con ogni probabilità, subirà un taglio.

Come è già accaduto con l’iniziativa di Coldiretti di permettere in breve tempo il reclutamento di nuovi lavoratori agricoli, anche in Romagna si è pensato di destinare questi lavoratori “ai campi”, all’agricoltura «che fatica a compensare la perdita di braccianti stranieri a causa delle frontiere chiuse contro il Coronavirus», come spiega la sindaca di centrodestra. Per il momento Tosi avrebbe ricevuto personalmente già 20 richieste di persone pronte a lasciare il turismo per l’agricoltura, ma c’è ancora tempo, almeno fino a giugno.

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Foto di copertina: Instagram

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