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Coronavirus. Ingressi in metro a scaglioni e scuole a doppio turno: il piano di Beppe Sala per far ripartire Milano

Il primo cittadino di Milano vuole ripartire «in sicurezza», garantendo il distanziamento sociale anche nella Fase 2

«Bisogna lavorare sui tempi della città». Così il sindaco di Milano Beppe Sala in un’intervista al Corriere della Sera riassume uno dei punti cardine del piano di ripartenza nell’Era Coronavirus per il capoluogo della Lombardia e di quella che dovrà essere la sua “nuova normalità” durante la Fase 2. Attualmente il Comune sta ideando delle proposte da fare, ma per le riaperture bisognerà aspettare il “via libera” da Roma e, precisa Sala, non dalla Regione. Come ha dichiarato in un’altra intervista, questa volta al Financial Times, il primo cittadino di Milano non è convinto che 15 giorni possano bastare per portare a termine la riorganizzazione del trasporto pubblico e del lavoro necessaria ad evitare una ripresa dell’epidemia.

Trasporto pubblico, negozi e la “Summer school”

Milano continua ad essere la provincia lombarda con più contagi (ieri erano +279, +128 soltanto nella città metropolitana). Essenziale dunque procedere con cautela e mantenere il distanziamento sociale. A partire dal trasporto pubblico, dove il Comune è a lavoro per regolare gli ingressi (saranno bloccati una volta superata una certa soglia, racconta Sala) e dove verranno segnati dei cerchi per garantire il rispetto della distanza di sicurezza all’interno delle carrozze delle metropolitana.

Si punta inoltre sulla mobilità “alternativa” o “dolce”, con norme semplificate per la creazione di nuove piste ciclabili, per esempio. Ma per evitare assembramenti e diluire il transito delle persone in città, servirà anche scaglionare l’apertura delle attività commerciali e scolastiche. Sala ipotizza che i negozi d’ora in avanti possano aprire a fasi alterne, possibilmente anche in orario serale. Bar e ristoranti invece potranno godere di alcune agevolazioni per quanto riguarda l’utilizzo di spazi all’aperto.

Il sindaco di Milano si dice meno preoccupato per quanto riguarda invece le aziende, «più abituate a una certa flessibilità». Infine, il Comune sta anche lavorando a una scuola estiva, basata non tanto sulla didattica, quanto sull’attività fisica e ricreativa, per concedere qualche ora all’aperto agli studenti, soprattutto una volta che i loro genitori saranno tornati a lavoro. Una volta riaperta la scuola inoltre, bisognerà pensare anche in quel caso come fare per scaglionare gli ingressi, introducendo, per esempio, un doppio turno anche in quel caso.

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