Aumentano le aggressioni ai gay ma “il popolo della famiglia” organizza una manifestazione per bloccare la legge contro l’omofobia

Hanno un sito internet, uno spot e una pagina Facebook con pochi follower. Ecco chi sta organizzando la protesta contro la legge sull’omofobia

La legge Zan sull’omofobia dà fastidio alla destra e alla Cei. Si parla di «derive liberticide», Matteo Salvini allora chiede una legge contro l’eterofobia. E intanto, in tutta Italia, l’11 luglio si terrà una mobilitazione organizzata da “#Restiamoliberi”, che ha persino un sito internet oltre a una pagina Facebook con pochi iscritti. L’obiettivo è quello di bloccare la legge contro l’omofobia perché rischia di colpire «tutti coloro che promuovono il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre».


Tra le città che daranno spazio a questa iniziativa anche Pescara, la stessa in cui in una settimana si sono consumati tre casi di omofobia. Il più grave è quello di un ragazzo pestato dal branco: sette contro uno. L’aggressore, proprio stamattina, è stato identificato.


Cosa chiedono

In caso di approvazione del testo «sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare agli uomini l’ingresso nello spogliatoio delle donne quando anche si presenti un uomo che tale non si sente? Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità e la famiglia? Sarà libero un fotografo o un pasticcere di non prestare la propria opera per festeggiare un’unione civile? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alle adozioni omo-genitoriali? Sarà possibile associarsi o far parte di associazioni che promuovono l’insopprimibile diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma? Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta. No» scrivono.

«La legge Zan inutile, pericolosa e liberticida»

Secondo il popolo del Family Day una legge sull’omofobia – nonostante i recenti fatti di cronaca – non servirebbe affatto: «Nel nostro ordinamento non c’è alcun vuoto normativo che non consenta di reprimere e sanzionare atti discriminatori o violenti contro le persone di orientamento omosessuale». Un testo che #Restiamoliberi definisce, senza mezzi termini, «inutile, pericoloso e liberticida».

Insomma, «da Trento a Bari, da Bologna a Cagliari passando per Milano», tutta l’Italia sembra essere «pronta a mobilitarsi». Resta da capire, però, chi ci sia dietro a questo movimento che, oltre a una pagina Facebook, ha anche un sito internet e uno spot muto dove i protagonisti, non parlano: «È inutile che alzate il volume, non c’è audio – scrivono – ce l’hanno disattivato. Ci vogliono tappare la bocca perché diciamo cose scomode». Il pericolo, aggiungono, è che con questa legge «non possano più dire che i bambini hanno diritto a una mamma e a un papà e che sono contrari all’utero in affitto». Insomma, un gruppo ben strutturato e organizzato.

Intanto Pro Vita & Famiglia Onlus fa sapere che «per ragioni di distanziamento sociale, la manifestazione dell’11 luglio a Piazza del Popolo, data l’affluenza prevista, è rinviata a fine settembre».

Le aggressioni ai gay

Solo nell’ultimo periodo sono diversi i casi di omofobia segnalati in tutta Italia (senza considerare, poi, il mondo del “sommerso”, degli episodi mai denunciati): oltre al ragazzo pestato dal branco perché passeggiava sul lungomare con il fidanzato, ci sono anche gli insulti a due coppie lesbiche, sempre a Pescara, l’educatore insultato da un genitore a Lucca e due ragazzi assaliti ieri con insulti e pugni in Liguria.

Foto in copertina da Facebook

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