Ricciardi accusa le Regioni: «Se siamo in questa situazione è colpa loro. Più che il coprifuoco, servono lockdown mirati»

di Redazione

Il consigliere del Ministero della Salute insiste sulla soluzione dei lockdown mirati per evitare una chiusura nazionale

La seconda ondata era prevedibile, ma non in questi numeri. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, si unisce alla fila di esperti che hanno ammesso stupore per l’impennata di casi da Coronavirus (ieri quasi 20 mila nuovi contagi e 151 decessi) registrata già a metà ottobre. Nonostante la presa alla sprovvista, per Ricciardi i colpevoli sono facilmente individuabili: le Regioni. «Molte Regioni non hanno fatto ciò che dovevano fare quest’ estate per adeguare il sistema, e oggi ne paghiamo le conseguenze», ha detto in un’intervista di Mauro Evangelisti su Il Messaggero. I presidenti dei vari territori non avrebbero seguito il piano in 5 punti di Roberto Speranza, dice, e ora siamo in ritardo su tutta la linea.


«In una scala da 1 a 10 il mio livello di preoccupazione arriva a 9», ammette Ricciardi. Cosa fare, quindi? «Lockdown mirati per evitare un lockdown nazonale», ripete. Chiusure non solo nelle città, ma anche nelle province o nelle Regioni che lo necessitano. Anche perché le misure legate alla sola fascia oraria «non hanno alcuna evidenza scientifica». Un cambio di rotta repentino, dunque, è quello che serve. Per evitare che altre persone muoiano in primis, ma anche per far sì che gli ospedali riescano presto a riadeguarsi per trattare pazienti non Covid. «Rischiamo di pagare, già adesso, un prezzo altissimo», dice Ricciardi. «Il potenziamento degli ospedali, che doveva essere fatto da giugno in poi, è mancato. Oggi gli ospedali riservati ai pazienti Covid sono già saturi, cosa che compromette l’assistenza ai pazienti di altre patologie».


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