Beppe Grillo: «La Mes è finita: è inutile. Meglio la patrimoniale per i super-ricchi e incassare l’Imu dalla Chiesa»

di Giovanni Ruggiero

Per il fondatore del M5s, il Mes non serve in questo momento perché va a creare alto debito da lasciare in conto per le prossime generazioni. E propone due soluzioni: una tassa per i patrimoni sopra i 50 milioni di euro e l’incasso delle tasse sugli immobili della Chiesa

Beppe Grillo irrompe nella polemica sul Mes che sta scuotendo il governo, e non meno lo stesso Movimento 5 stelle, per imporre una parola definitiva sull’uso o meno sullo strumento Salva Stati europeo. L’idea del ragioniere Grillo, come lui stesso firma il post sul suo blog, è chiara già dal titolo: «La Mes è finita» e sin dalle prime battute spiega chiaro e tondo quanto quello strumento: «non solo è inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato».


Grillo sostiene in pieno la posizione del premier Giuseppe Conte, che ripete «ogni volta che gli viene messo il microfono sotto il naso» la quantità di alternative che il governo abbia per far fronte alle esigenze di bilancio: «Non è una questione di soldi – dice Grillo – ma come e dove usarli». Taglia corto quindi sulla polemica che sta spaccando la maggioranza, una «discussione assurda sui fondi del Mes, che vengono descritti come la panacea di tutti i mali, è una mera perdita di tempo ed energie». Tra le mille ragioni «che non starò qui ad elencare», scrive Grillo, sul perché Il Mes sia inutile ne cita almeno una, e cioè che si tratta pur sempre di debito che prima o poi dovranno pagare le future generazioni, insomma i giovani di oggi.


Da una polemica all’altra, Grillo rilancia quindi la sua via, o almeno quella migliore del Mes: «Una patrimoniale ai super ricchi», oltre al vecchio cavallo di battaglia grillino d far pagare l’Imu e l’Ici non versata ancora sui beni immobili della Chiesa. Secondo Grillo è stata una fortuna la bocciatura della proposta di Leu e Pd, che avrebbe tassato i patrimoni superiori a 500 mila euro. Una soluzione che secondo lui avrebbe «sovraccaricato la classe media che sta lentamente scomparendo».

Meglio quindi colpire gli italiani davvero ricchi, come per esempio quei 2.774 italiani con un patrimonio superiore ai 50 milioni di euro, secondo l’ultimo rapporto sulla ricchezza globale di Credit Suisse citato da Grillo: «Non sarebbe più equo, dunque, rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata da un anno tragico dal punto di vista finanziario, oltre che sanitario? Un contributo del 2% per i patrimoni che vanno dai 50 milioni di euro al miliardo genererebbe un’entrata per le casse dello Stato poco superiore ai 6 miliardi. Uno del 3% dato dai multimiliardari potrebbe fruttare circa 4 miliardi ulteriori».

Due soluzioni, spiega ancora Grillo: «assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia) che porterebbero un sacco di miliardi nelle casse dello Stato in poco tempo, semmai ce ne fosse bisogno. Se sommate, le due proposte, porterebbero nel biennio 2021/2022 all’incirca 25 miliardi di euro subito spendibili e liberi da vincoli di rientro».

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