Coronavirus, la Spagna tassa i ricchi per finanziare la Sanità e migliorare i sussidi. Mentre rinuncia ai prestiti europei

Niente Mes né prestiti del Recovery: la strategia del governo socialista spagnolo per uscire dalla crisi

La paura dei debiti con l’Unione europea fa fare un altro passo in avanti a Podemos nelle trattative per la finanziaria. La nuova ondata di Coronavirus in Spagna ha spinto Pedro Sanchez (Psoe) e Pablo Iglesias ad agire per rifinanziare la Sanità attraverso nuove strategie d’imposta. Le misure contenute nella bozza della Legge di Bilancio prevedono un aumento delle imposte sui grandi gruppi aziendali, che sale di un punto per le società con un patrimonio di oltre 10 milioni di euro. Inoltre, sono state aumentate di due punti le imposte sui redditi delle superiori a 200 mila euro.


Iglesias, secondo vicepresidente del governo, ha annunciato i punti chiave. «Stiamo per stanziare 3,064 miliardi di euro sulla Sanità ( il 151,4% in più)», ha dichiarato. Secondo Iglesias e Sanchez, si tratta di un altro passo del «più grande investimento pubblico nel sociale della storia», che «seppellisce definitivamente l’austerity».


Il bilancio generale comprende un anticipo di 27 miliardi del piano europeo: la Spagna – per quanto deciso finora – non userà i fondi europei derivanti dal Mes, né farà uso dei prestiti del Recovery Fund. Gli unici sussidi che chiederà saranno i trasferimenti a fondo perduto previsti dallo stesso Recovery (72,7 miliardi), per i quali sta stilando un piano ad hoc che rispetti le condizionalità imposte dalla Commissione europea. Podemos e Psoe hanno raggiunto l’accordo nella tarda serata di ieri, 26 ottobre, e stamattina sono apparsi in pubblico insieme per dare l’annuncio.

A favorire l’intesa c’è stata anche l’apertura del Psoe alle modifiche sul Reddito Minimo Vitale (inserito nella prima fase dell’emergenza e che va da un minimo di 461 euro al mese a un massimo di 1.015) con la promessa di agevolare le procedute per richiederlo, e l’impegno dichiarato del partito di Sanchez di regolamentare il prezzo degli affitti nel giro di quattro mesi.

Inoltre, saranno stanziati 2 miliardi di euro per le politiche attive del lavoro e 250 milioni per aumentare le borse di studio universitarie (circa il 70% in più di investimento). Verrà aumentato del 5% il limite di reddito per richiedere l’assistenza sociali (il cosiddetto Iprem). Secondo Sanchez, il pacchetto messo a punto dal governo racchiude investimenti «inevitabili, indispensabili e progressisti per una ripresa economica che non lasci indietro nessuno».

Immagine di copertina: Elaborazione grafica di Vincenzo Monaco per Open

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