Trump ha chiamato i governatori di Georgia e Arizona per ribaltare il voto. E no, non è servito a molto

di Redazione

Il 14 dicembre i 538 grandi elettori designati dagli Stati si riuniranno per eleggere ufficialmente il 46° Presidente degli Stati Uniti

Anche se dalla notte elettorale è passato oltre un mese, la California ha certificato solo ora, almeno ufficialmente, l’esito del voto. Grazie ai 55 grandi elettori di questo Stato, Joe Biden ha superato così a soglia di 270 necessaria per essere eletti alla Casa Bianca. Ora il candidato del partito Democratico può contare su 288 grandi elettori, contro i 222 di Donald Trump. La notizia arriva dopo due telefonate che sono state perlomeno atipiche nella tradizione politica statunitense.


Nelle ultime ore Trump ha chiamato infatti il governatore della Georgia Brian Kemp, esponente del partito Repubblicano. La richiesta era quella di convocare una sessione speciale del parlamento della Georgia e nominare 16 grandi elettori che lo sostenessero nel collegio in programma per il 14 dicembre, quello in cui verrà ufficialmente eletto il 46° Presidente degli Stati Uniti. Una richiesta ingiustificata visto che, seppur con un margine molto ridotto, in Georgia è stato Biden a ottenere più voti. Fra i due c’è stato anche uno scambio via Twitter, come ha documentato il Washington Post.


Dopo la telefonata a Kemp, l’attuale presidente degli Stati Uniti ha attaccato anche Doug Ducey, il governatore dell’Arizona. Anche Ducey fa parte del partito Repubblicano e anche Ducey, secondo Trump, avrebbe dovuto fare di più per ribaltare il voto nel suo Stato, dove Biden ha vinto con il 49,4% dei consensi: «Tra il governatore Doug Ducey dell’Arizona – scrive Trump – e quello della Georgia Brian Kemp, il partito democratico non potrebbe essere più felice. Se fossero con noi, avremmo già vinto sia l’Arizona che la Georgia».

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